A ridosso delle presidenziali francesi la Cina lancia il suo endorsment più o meno velato verso Emmanuel Macron. “Qualsiasi cosa accada saremo in una profonda trasformazione politica”. Queste le parole di Dominique Reynie, professore di Scienze Politiche all’Università SciencesPo di Parigi in merito alle prossime presidenziali, riportate da Bloomberg. La grande ascesa di Melenchon e il recente attentato nel cuore della capitale francese possono infatti far prevedere un ballottaggio tra i due partiti più “estremisti” dello schieramento.La Cina non vuole i populistiC’è però chi vuol rovinare la festa ai movimenti cosiddetti “populisti”. L’intenzione è di far rientrare la Francia nei ranghi di una più austera euroamicizia. Emmanuel Macron, descritto dai principali media internazionali, come innovatore, è in realtà il più conservatore tra i candidati. Crede nella bontà del progetto dell’Unione europea. Confida ancora nella moneta unica. Macron vuol sopratutto continuare a far viaggiare la Francia sull’instabile binario della globalizzazione.Non a caso il fondatore di En Marche! Pare aver ricevuto implicitamente il plauso direttamente da Pechino. Usciva in data 20 aprile un articolo su uno dei più importanti portali d’informazione cinese, il Global Time. Un editoriale incentrato sull’analisi delle presidenziali francesi. L’articolo parla in maniera precisa di “big catastrophe” (“grande catastrofe”). Il riferimento è all’eventuale un ballottaggio tra Marine Le Pen e Jean-Luc Melenchon. L’editorialista cinese spiega infatti che la vittoria di uno tra questi due candidati potrebbe avere degli effetti più che negativi sull’economia francese. Ma non solo. Potrebbe anche intaccare le relazioni economiche tra Parigi e Pechino.Un articolo che condanna il FrexitLa possibilità di una “Frexit”, seppur ritenuta bassa dall’editorialista, “potrebbe solo peggiorare l’economia francese” e creare delle “turbolenze” economiche nel Paese. Un’analisi un po’ spiccia. Le stesse conclusioni risultano oltretutto inconsistenti dal momento che il giornalista scrive da un Paese, la Cina, dotato di propria moneta sovrana e di una banca centrale che agisce per conto dello Stato. Proprio gli obiettivi dei partiti “populisti”. In tempi non sospetti Xi Jinping ha infatti potuto espandere il deficit di bilancio oltre il 50%, immettendo nel mercato circa 1,2 trilioni di Yuan per aiutare la ripresa dei consumi. Una manovra che ha permesso al Governatore della banca cinese di annunciare oggi il raggiungimento del target di crescita del 6.5% sul PIL. Manovre di espansione monetaria che nell’eurozona non sono permesse per legge comunitaria.Pechino vuole più globalizzazionePerché dunque il portale cinese terrorizza appositamente i lettori su questi “presunti” rischi legati alla Frexit? Perché sia Marine Le Pen che Jean-Luc Melenchon vogliono uscire dal processo di globalizzazione economica, con possibili ricadute sulle relazioni tra Pechino e Parigi. “ Se la Francia porta avanti ciò (una politica sovranista) questo non porterà benefici alle relazioni sino-francesi”. La paura della Cina, come esplicitato nell’editoriale, è che possa perdere il ruolo di primo partner commerciale con l’Unione europea. Un governo sovranista nel cuore dell’Europa potrebbe infatti “contagiare” gli altri Paesi con una progressiva chiusura delle porte al mercato cinese.Anche Macron apprezza la CinaCosì Macron è la scelta ideale per Pechino, in quanto difensore dello status quo. La simpatia tra l’enfant prodige e Pechino è biunivoca. Lo scorso marzo Emmanuel Macron celebrava con enfasi i cinquant’anni di relazioni diplomatiche tra Francia e Cina. “Voglio lavorare per mantenere le già esistente relazioni politiche e diplomatiche con la Cina, dal momento che Pechino è un importante alleato per la Francia e l’Europa nella lotta contro il terrorismo, la prevenzione del cambiamento climatico e la promozione della pace su scala regionale e mondiale”. Macron ha così portato gli omaggi a Pechino e in cambio riceve un endorsment a poche ore dalle elezioni.
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