La Cina si prende la Fao piazzando un suo uomo a capo di una delle più importanti organizzazioni internazionali. Non è certo stato un atto di forza quello di Pechino, dal momento che Qu Dongyu è stato regolarmente votato dall’assemblea generale svoltasi oggi a Roma. Il successore di José Graziano da Silva ha vinto al primo turno, con 108 voti a favore su una platea di 191 Paesi; tanto è bastato per superare in scioltezza i rivali Davit Kirvalidze e Cartherine Geslain-Lanéelle e raggiungere la maggioranza necessaria prevista dal regolamento.

Una vittoria schiacciante

Ogni Paese aveva diritto a esprimere la propria preferenza secondo il criterio “un Paese un voto”, in una votazione a scrutinio segreto e a maggioranza semplice. Nei numeri non c’è stata praticamente partita, con il candidato cinese che ha bruciato Kirvalidze e Geslain-Lanéelle assicurandosi il ruolo di Direttore Generale della Fao dal 1 agosto 2019 al 31 luglio 2023; alla scadenza del termine, Dongyu potrà essere eventualmente confermato per un secondo mandato. Il risultato non avrà soddisfatto gli Stati Uniti, che avevano puntato sul georgiano Kirvalidze e avvisato gli altri Paesi di valutare attentamente se dare la loro fiducia a Dongyu. Secondo la Casa Bianca, infatti, Qu Dongyu sarebbe una personalità utilizzata da Pechino per rafforzare la propria politica estera, fare pressione sugli Stati membri della Nuova Via della Seta e penetrare nelle istituzioni internazionali.

Un cinese a capo della Fao

Nonostante i ripetuti allarmi lanciati degli Stati Uniti, Dongyu ha prevalso come da pronostico. Alla vigilia dello scrutinio la Cina era sicura di essere in vantaggio sulla concorrenza per due motivi: intanto il Direttore Generale uscente, da Silva, aveva dato l’endorsement al candidato cinese, poi le relazioni diplomatiche e i tanti investimenti effettuati dal Dragone nei Paesi in via di sviluppo lasciavano intendere una nutrita schiera di soggetti a sostegno di Pechino. Il vantaggio di Dongyu sugli altri due pretendenti è emblematico del come oggi viene percepita la Cina nel mondo, non più una minaccia ma un partner con cui collaborare. Il candidato cinese, come detto, ha rimediato 108 preferenze; la francese Lanéelle, sostenuta dall’Unione Europea, Italia compresa, si è fermata a 71 voti, mentre l’uomo supportato dagli Stati Uniti, Kirvalidze, ha raccolto le briciole.

Chi è Qu Dongyu?

Qu Dongyu è quindi il nono Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Cerchiamo allora di capire meglio chi è e quali compiti avrà all’interno della Fao. Dongyu è nato nel 1963 ed è attualmente viceministro dell’Agricoltura e degli affari rurali in Cina e professore universitario. È un biologo di formazione e conta più di 30 anni di lavoro nel settore agricolo e alimentare, oltre che nello sviluppo di tecnologie digitali per migliorare l’efficacia delle are rurali della Cina. La sua esperienza sarà fondamentale per studiare le migliori politiche destinate a migliorare la produzione agricola, agevolare il commercio dei beni alimentari e migliorare la sostenibilità dei processi agroalimentari.

Ombre e polemiche

La guerra commerciale in atto fra Cina e Stati Uniti ha costretto il Dragone a rifornirsi di cereali e soia da mercati alternativi; il Dragone, dunque, conosce benissimo queste tematiche e considera l’alimentazione uno dei temi principali da affrontare con impegno e serietà. La Cina aspira a ricoprire una posizione sempre più responsabile all’interno dell’Onu e delle sue agenzie connesse. Per questo motivo Pechino ha intensificato gli investimenti in Africa e in America Latina, sia per interessi economici che diplomatici. Non mancano poi ombre e polemiche sulla vittoria di Dongyu. Secondo alcune indiscrezioni il gigante asiatico avrebbe addirittura pagato un debito di 70 milioni di dollari in cambio del ritiro – avvenuto lo scorso marzo – del candidato camerunense, Medi Mongui; in più il governo cinese avrebbe minacciato Brasile e Uruguay con il bando delle loro esportazioni verso la Cina nel caso in cui non avessero appoggiato Dongyu in fase di votazione.