Xi Jinping richiama i suoi all’ordine. Tutti sull’attenti per prepararsi allo scontro frontale con gli Stati Uniti. Dall’esercito al settore tecnologico, dai più alti funzionari alle aziende chiave della nuova Cina. Ognuno dovrà contribuire alla sfida del secolo che mette in palio l’egemonia globale.

Pronti allo scontro

La guerra dei dazi potrebbe essere l’anticamera di una vera e propria guerra di fatto. Lo sa bene Xi, che lo scorso week end ha convocato i vertici delle Forze Armate per metterle in allarme di un possibile, imminente scontro con gli Stati Uniti. L’esercito si trova adesso in modalità “pronti per la guerra”. Un chiaro segnale per far capire agli americani che la Cina è pronta a scendere in campo nel Mar cinese meridionale. Da un lato per ridefinire i confini contesi con le Filippine, dall’altro per riprendersi Taiwan. Se il Dragone cercherà di fare con Taipei quanto fatto con Hong Kong, Washington sarà costretto a intervenire. Il discorso cambierebbe se fosse la stessa “provincia ribelle” ad avvicinarsi di sua spontanea volontà alla madrepatria. In tal caso gli States non potrebbero fare mosse azzardate. 

Autarchia tecnologica

C’è poi il discorso tecnologico. Pechino punta all’autarchia in materia di tecnologia. Così facendo la Cina bypasserebbe l’acquisto di materiale elettrico da paesi stranieri ed eluderebbe le sanzioni americane. Non a caso Huawei ha presentato un microchip di ultima generazione. Si chiama Kunpeng 920 ed è destinato alle applicazioni di data center e cloud computing. Gli Stati Uniti sono avvisati.

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