Un ponte aereo con il Messico per aiutare il Paese centroamericano a superare la pandemia di Covid. La Cina rispolvera in America Centrale lo stesso modello applicato qualche mese fa in Europa. In quel periodo, a cavallo tra marzo e aprile, quando il Vecchio Continente era in ginocchio, a corto di mascherine, ventilatori polmonari, tute, guanti e nozioni scientifiche su come trattare i pazienti infettati, Pechino ha ideato quella che sarebbe stata ridefinita via della Seta medica.
In quei terribili giorni, il gigante asiatico ha inviato ai Paesi in difficoltà, in parte gratis e in parte “a prezzo di favore”, tutto il supporto materiale necessario per far fronte al disastro sanitario. E così milioni di dispositivi di protezione individuale sono partiti dall’Asia e sbarcati nel cuore dell’Europa, contribuendo a ripulire l’immagine della Cina, uscita a pezzi per dalle accuse riguardanti la pessima gestione iniziale della pandemia.
La mossa del Partito Comunista cinese è riuscita sia a fare breccia nell’opinione pubblica europea che a conquistare le praterie lasciate incredibilmente libere dagli Stati Uniti. Già, perché, a differenza di oggi, qualche decennio fa, di fronte a un evento del genere, Washington avrebbe subito aperto il suo ombrello in difesa degli alleati europei. Così non è stato, e la Cina ha usufruito al meglio di questo assist inaspettato. Ecco: il governo cinese ha rimesso in moto lo stesso identico meccanismo, con i medesimi fini e lo stesso modus operandi, puntando dritto sul Messico.
Il piano di Pechino
La diplomazia cinese è già al lavoro per conquistare il cuore del popolo messicano. Non un popolo qualsiasi, visto che il Messico si trova al centro del “cortile di casa” statunitense, e che le tensioni tra il Paese centroamericano e gli Stati Uniti sono esplose dopo l’elezione di Donald Trump. Se è vero che il nemico del tuo nemico è tuo amico, la Cina sta esattamente applicando alla lettera questo famoso detto.
Instaurare un forte rapporto con Città del Messico, consentirebbe al Dragone in un colpo solo di avere un alleato a due passi da Washington e mettere apprensione sull’amministrazione Usa, non abituata ad avere potenziali minacce straniere così vicine. L’ambasciatore cinese in Messico, Zhu Qingqiao, ha spiegato che è stato creato un ponte aereo tra i due Paesi per l’arrivo nella nazione centroamericana di dieci voli stracolmi di materiali provenienti dall’ex Impero di Mezzo.
Accanto alle mascherine e ai vari aiuti, il signor Zhu ha parlato anche dello sviluppo di una “amicizia fraterna” che andrà ben oltre il semplice, quanto fondamentale, aiuto sanitario. D’altronde da quando Andrés Manuel López Obrador è diventato presidente del Messico, “la relazione tra le parti ha mostrato un trend di sviluppo positivo”.
Il leitmotiv usato dal diplomatico cinese è lo stesso usato da suoi colleghi in Europa: “Cina e Messico sono buoni amici e partner. Nei giorni più difficili per la Cina, il governo e la società messicani ci hanno dato il loro prezioso sostegno e solidarietà, che non dimenticheremo mai”.
Guadagno reciproco
Ma perché la Cina dovrebbe aiutare il Messico? Se ci pensiamo bene, questo Paese, a differenza di tante altre nazioni latinoamericane, non ha materie prime da offrire al Dragone. Non ha, ad esempio, grandi giacimenti di petrolio o il litio del Cile. Eppure Pechino è molto interessato a instaurare ottimi rapporti con Città del Messico, e non solo per i motivi geopolitici sopra elencati.
Il Messico ha (o meglio: aveva, prima della pandemia) un’economia basata fortemente sul settore secondario. Un’economia che, almeno sulla carta, potrebbe integrarsi alla perfezione con il sistema cinese, ormai diretto verso il terziario avanzato. La presenza di Obrador potrebbe quindi avvicinare la nazione messicana alla Cina.
A quel punto Città del Messico, va da sé, potrebbe guadagnare un alleato di primo piano con cui far pressione sugli Stati Uniti, oltre a vari benefici economici. Siamo di fronte al classico rapporto win-win che tanto piace al gigante asiatico.