Nei giorni scorsi alcuni giornalisti al seguito della nazionale qatariota, impegnata nella Coppa d’Asia 2019 organizzata dagli Emirati Arabi Uniti, per rientrare da Dubai sono costretti a fare scalo in Russia. In proporzione, è come se per andare dalla Francia all’Italia fosse necessario fare scalo ad Helsinki. Tutto questo perché dal giugno 2017 gli Emirati assieme ai sauditi e ad altri Paesi del golfo impongono sanzioni al Qatar, impedendo così normali relazioni commerciali tra Doha ed il resto della penisola arabica. Per andare dalla sua residenza a Pechino, l’emiro qatariota Al Thani non ha dovuto fare scali od attuare lunghe deviazioni, anzi la sua Qatar Airways da gennaio controlla il 5% della China Southern Airlines dando all’emiro una piccola ma importante fetta del mercato del trasporto aereo cinese. La visita di Al Thani a Pechino appare importante e non mancano significativi risvolti.
Xi Jinping: “Torni l’armonia nei paesi del golfo”
Ciò che maggiormente sorprende nell’incontro con il presidente cinese, tenuto nella sala del popolo di Pechino, è l’intervento diretto del leader del gigante asiatico sulla crisi in atto da quasi diciotto mesi tra Riad e Doha. La Cina rende pubblica la sua posizione in merito e chiede espressamente ai due principali litiganti di tornare al tavolo delle trattative e riprendere le relazioni. Xi Jinping questa volta non si limita soltanto a mostrarsi amico sia dei sauditi che dei qatarioti, come fatto in questi mesi dagli Usa e dalla Russia. Al contrario, Pechino auspica pubblicamente un riavvicinamento tra le parti e si pone come uno degli attori principali per far tornare il sereno tra gli Al Thani ed i Saud. Per la verità, Xi non fai mai menzione dell’embargo saudita forse anche per evitare di dar l’impressione di considerare Doha come vittima di Riad. Ma è molto chiaro il suo intento di far impegnare a fondo la Cina per la risoluzione delle tensioni.
“La Cina sostiene gli sforzi del Consiglio di cooperazione del Golfo per cercare una risoluzione adeguata alle controversie e alle contraddizioni con mezzi politici e diplomatici – si legge nella dichiarazione di Xi rilanciata dalla tv cinese Cctv – Occorre restituire l’unità e l’armonia tra il Golfo e i paesi arabi”. “La Cina – aggiunge ancora Xi Jinping – è disposta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo secondo i desideri dei paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo”. La Cina difficilmente in politica estera si muove seguendo logiche ideologiche o di principio, l’approccio di Pechino è notoriamente molto pragmatico. Se Xi Jinping prende una precisa posizione, è perchè vi è alla base un preciso interesse nazionale del gigante asiatico. Ed è quindi chiaro che alla Cina avere interlocutori politici ed economici litigiosi nel cuore della penisola arabica non conviene affatto. E questa volta, per l’appunto, Xi si pone come attore direttamente impegnato nella ricerca di una soluzione politica tra Arabia Saudita e Qatar.
I contratti siglati nel settore energetico
La vicinanza tra Qatar e Cina ben si manifesta nell’interesse dell’emiro Al Thani nel guardare ad oriente per far sviluppare l’enorme potenziale del proprio mercato del gas. Doha da gennaio è fuori dall’Opec, una mossa operata senza dubbio con anche i Saud (e le ritorsioni contro di loro) nel mirino. Ma che, con altrettanta certezza, sembra confermare una strategia di lungo termine del piccolo emirato affacciato sul Golfo: puntare sul gas. Il Qatar ha enormi riserve da questo punto di vista, con l’Iran condivide uno dei giacimenti più grandi del medio oriente, le prospettive di crescita sono imponenti. E nella sua visita a Pechino, l’emiro Al Thani si conferma quale interlocutore principale della Cina per le forniture di gas dalla penisola arabica.
La visita infatti, fa seguito ad un contratto siglato nello scorso mese di ottobre, in cui la Qatar Petroleum si impegna le fornire a Pechino 600mila0 tonnellate di gas di petrolio liquefatto all’anno. Con la prospettiva però, di aumentare in futuro la quota in cambio dell’importazione di importanti beni e servizi. Uno scambio commerciale dal valore di miliardi di Dollari, che pone la Cina come una delle potenze più presenti nella penisola arabica. Tanto da proporsi, anche sotto il profilo politico, come uno degli attori più attivi.