Gli ultimi sondaggi sulle presidenziali americane danno Donald Trump in leggera discesa e distaccato di circa tre punti da Hillary Clinton. I recenti scandali nati dopo le sue frasi sulle donne e qualche risposta non troppo convincente data durante i dibattiti ufficiali hanno colpito in maniera netta la campagna di Trump. C’è però un altro fattore che potrebbe abbassare ancora di più le chance del candidato repubblicano: nello stato dello Utah i votanti di religione mormone, che rappresentano la maggioranza della popolazione e per tradizione votano a destra, sono indecisi e stanno pensando di non sostenerlo. Sarebbe un duro colpo per i repubblicani che, in caso di sconfitta nello Utah, potrebbero dire definitivamente addio alla presidenza. I sondaggi più recenti sullo stato di Salt Lake City infatti, danno Trump in vetta con il 30% dei voti, seguito al 25% dalla Clinton e sempre al 25% da Evan McCullin. Quest’ultimo è un ex agente del FBI che ha deciso di correre come indipendente e, cosa più importante, è di religione mormone. I cittadini dello Utah si sono stretti intorno a lui e sono pronti a votarlo in massa, anche se questo potrebbe significare la sconfitta dell’amato partito repubblicano. I motivi della scelta dei mormoni sono vari e rappresentano un sentore abbastanza comune fra i votanti tradizionali dei repubblicani.
Trump perderà senza i mormoni?
Lo zoccolo duro su cui poggia Trump è dato da persone di razza bianca, spesso in situazioni vicine alla povertà: operai, contadini e altri lavoratori di manodopera duramente colpiti dalla crisi del 2008 che non hanno trovato conforto nelle politiche di Obama degli ultimi anni. Stufi e sempre più in difficoltà nell’arrivare a fine mese, queste persone chiamate a volte in modo dispregiativo redneck (per via del collo che diventava rosso dopo una giornata nei campi sotto il sole), si sono schierate al fianco di Trump, attratte dai suoi proclami di riportare l’America ai fasti di un tempo. Messico e Cina rappresentano il nemico, ma il razzismo in realtà non c’entra: i messicani occupano sempre di più i posti di lavoro che una volta erano degli statunitensi, mentre i cinesi hanno cominciato a creare quei prodotti che una volta venivano fabbricati negli USA.
Facendo leva su questi fattori, Trump si è attirato la benevolenza di un folto gruppo di cittadini, fino a qualche anno fa neanche troppo interessati alla politica. Questi però si possono definire l’esatto opposto di chi era solito votare per i repubblicani. Ovvero persone, spesso di razza bianca, della classe media e borghese, fra cui rientrano i mormoni dello Utah. Il gruppo sociale in questione non è stato toccato dalla crisi quanto la loro controparte in Europa e anche per questo non è incline a votare Trump. Troppo volgare e rozzo il suo modo di fare che per gli stessi motivi però ha fatto breccia nei ceti più poveri.Leggi anche: Chi fa la “guerra” a Hillary ClintonIl punto è che Trump ha bisogno del voto anche dei repubblicani più tradizionalisti e il fatto di poter perdere quello dei mormoni non gioca a suo favore. Gli appartenenti a questo culto di origine cristiana non possono accettare alcune delle scelte fatte dall’imprenditore. In primis, sono molto più aperti riguardo le altre fedi: avendo provato sulla loro pelle le persecuzioni messe in atto negli Stati Uniti nel 1850, i mormoni non odiano i musulmani quanto Trump. Lo stesso si può dire per la questione migranti. Molti mormoni durante l’adolescenza prestano servizio in missioni di pace all’estero nei paesi più poveri, perciò conoscono le reali difficoltà di chi abita in quelle zone. Averle viste dal vivo li rende più accoglienti verso gli immigrati. Inoltre, come capitato alla religione cattolica negli ultimi anni, sono molte le famiglie di origine sudamericana che si sono avvicinate alla Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni dopo essersi trasferiti negli USA. Le parole malvagie dette da Trump contro il Messico e i latinos non sono state apprezzate da questa categoria. Infine, e questo forse è il punto più importante, i mormoni non apprezzano Trump per il suo carattere e il modo di fare: fedifrago (nonostante i mormoni siano poligami non tollerano comportamenti indecenti fuori dal matrimonio), divorziato e insolente verso le donne e i bisognosi, proprio il contrario di ciò che predica il mormonismo. Solo sul divieto dell’aborto si trovano d’accordo, ma questo potrebbe non bastare per far sì che i mormoni dello Utah votino per Donald Trump. E l’assenza di queste voti potrebbe rivelarsi decisiva durante le elezioni dell’8 novembre.
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