Beto O’Rourke potrebbe essere il prossimo sfidante di Donald Trump. In casa democratica i giochi sono aperti da tempo, ma da quello che si legge sulla stampa americana, gli analisti politici non fanno che attendere le prossime mosse del nativo di El Paso, che è uscito sconfitto, meno di due settimane fa, dalla sfida per il Senato contro Ted Cruz.
L’ “Obama bianco”, come qualcuno lo ha ribattezzato, si è dimostrato molto abile nel raccogliere attorno a sé simpatie e, soprattutto, finanziamenti. Rourke è il più classico dei perdenti di successo: è riuscito a far divenire competitivi gli asinelli in Texas, dove di solito non c’è partita, ma non ha vinto e lo score per gli americani rappresenta un fattore importante in termini di presidenziabilità.
Barack Obama, per rimanere nell’esempio, scese nell’arena politica nel 1996, candidandosi e vincendo in un collegio dell’Illinois. Non è semplice farsi largo in vista delle presidenziali avendo alle spalle una sconfitta. Sempre l’ex presidente degli Stati Uniti, tuttavia, perse le primarie interne contro Bobby Rush nel 2000. La competizione, in quel caso, era valevole per una candidatura alla Camera dei rappresentanti.
Qualche precedente favorevole a Beto O’Rourke esiste. Poi ci sono i soldi, quelli che servono a coprire una campagna elettorale su tutto il territorio nazionale, gli stessi che molti si aspettano che l’esponente democratico sia in grado di rintracciare senza troppi problemi. Stando a quanto riportato su Politico, i finanziatori dem dell’Iowa, lo Stato dove si svolgeranno i primi caucus, stanno già sgomitando per capire se l’enfant prodige degli asinelli sia davvero in procinto di annunciare la sua candidatura. Non sarebbero in pochi i sostenitori che avrebbero già messo le mani al portafoglio, pronti a sostenere la corsa. Ma che visione degli States promuove l’ “Obama bianco”, con un trascorso da bassista?
O’Rourke è originario dell’Irlanda, per questo motivo sulla rete potrete riscontrare parecchi accostamenti alla famiglia Kennedy. Il suo programma, contrariamente a quello che avrebbe potuto proporre un Kennedy, è piuttosto in linea con la svolta a sinistra impressa di questi tempi dalle parti dei democratici: sanità pubblica per tutti, gestione aperturista dei fenomeni migratori e limitazioni al possesso delle armi da fuoco sono i suoi cavalli di battaglia. Rispetto alla Ocasio Cortéz, O’Rourke è percepito dall’opinione pubblica come maggiormente moderato e spendibile per convincere elettoralmente la borghesia a stelle e strisce.
A dirlo sono gli ultimi sondaggi pubblicati, che hanno fatto registrare una buona terza piazza, dietro solo a Joe Biden e Bernie Sanders. L’ “Obama bianco” ha dalla sua la carta d’identità: l’ex vice di Obama e il senatore del Vermont, come scritto più volte, sono considerati troppo anziani, specie per un possibile doppio mandato.
O’Rurke potrebbe svolgere la sua campaign in Michigan e nella Rust Belt senza ricevere insulti dalle vittime della crisi economica. Cosa che invece, per storia politica, potrebbe accadere alla senatrice Warren, che è un’altra che potrebbe ufficializzare la sua disponibilità a correre nelle prossime settimane. Clinton permettendo, ovvio. Ma la sensazione è che per mettere Trump in difficoltà serva qualcuno capace di incarnare la narrativa sulla contrapposizione tra popolo ed élite.
Bisognerà tenere i fari accesi: O’Rourke, per caratteristiche politiche e tendenze elettorali vigenti, potrebbe davvero divenire il competitor di Donald Trump per la Casa Bianca.