Kim Jong-un è arrivato in Russia per incontrare la prima volta il presidente Vladimir Putin. Al centro dell’agenda dell’incontro bilaterale una seconda via per la denuclearizzazione di Pyongyang, ma soprattutto le opzioni da intraprendere in campo commerciale da due stati sottoposti a pesanti sanzioni. Mosse a breve termine che interessano da vicino Pyongyang ancora stretta nella morsa dell’embargo economico.

Arrivato alla stazione ferroviaria di Vladivostok sul consueto treno blindato, il dittatore nordcoreano è stato accolto da un tappeto rosso e da un’orchestra militare, riporta l’agenzia d’informazione russa Tass. Kim Jong-un sorridente, soprabito nero e cappello a falda stretta che ricorda molto le spie del Kgb, è sceso dal treno apparentemente sereno in vista dell’incontro di domani con il presidente russo Vladimir Putin.

L’incontro, a quasi un anno dall’invito ricevuto, è una chiara ricerca di un “amico” per trovare una soluzione e sfuggire all’embargo economico imposto dagli Stati Uniti, che non hanno allentato la pressione delle sanzioni dopo lo storico incontro con il presidenteDonald Trump, il quale non ha ricevuto le garanzie che si aspettava da Kim, imboccando con lui una via della distensione ma lasciando i negoziati in una fase di congelamento.

Come riportato da Bloomberg, Kim ha definito il vertice come un “punto di partenza per colloqui produttivi sulla cooperazione”. Nelle sue intenzioni quella di definire una nuova linea diplomatica, differente da quella delineatasi dopo il termine  della Guerra di Corea, e il crollo dell’Unione Sovietica. In passato Mosca è sempre stata un partner economico importante per Pyongyang, attraverso l’invio di aiuti e come fornitrice principale del know how inerente la tecnologia nucleare  – quella tecnologia che ha portato la Corea del Nord a divenire una potenziale minaccia globale. Il rapporto tra i due paesi si è poi raffreddato. Ora è tempo, secondo il dittatore che dalla suo insediamento nel 2011 non aveva mai avuto un faccia a faccia con lo “zar” Putin, di riallacciare dei rapporti più solidi con la Russia, e cercare un paese “amico” per risolvere il problema delle sanzioni che attanaglia il paese ridotto ad uno stato di povertà sempre meno occultabile.

La Russia, che non intende violare le sanzioni previste dalla risoluzione Onu alla Corea del Nord per i test missilistici per non aprire un ulteriore contenzioso con gli Stati Uniti, potrebbe decidere tuttavia di “giocare” per Pyongyang al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite , imponendo il proprio veto e appellandosi alla violazione delle protezioni previste contro “conseguenze umanitarie sfavorevoli” per eliminare alcune sanzioni. Inoltre, Mosca potrebbe davvero collaborare con Pyongyang all’elaborazione di un meccanismo di “baratto” che permetta ai due stati di stimolare il commercio tra loro senza violare alcuna sanzione.  A riportarlo è stato il quotidiano Kommersant.

Il meccanismo si baserebbe sulle due parti che si invierebbero reciprocamente merci che non cadono sotto le sanzioni senza prevedere l’uso di denaro, bensì barattandole secondo criteri preaccordati, così da evitare il rischio di sanzioni finanziarie. Le merci transiterebbero sulla via ferrata che passa per lo stretto confine di 17 chilometri che collega i due paesi, e secondo le indiscrezioni sarà soggetta di una serie di lavori per migliorarne l’efficienza e permettere alla Russia di accedere più facilmente alla Penisola coreana e alle sue risorse minerarie per trilioni di dollari. Ma anche questo prevederebbe una spinta della Russia per l’eliminazione di alcune delle sanzioni imposte alla Corea del Nord. Stavolta a suo favore.

A questo, si aggiungerebbe la ricerca di Pyongyang di un’apertura sulle ulteriori sanzioni che regolano la presenza di lavoratori nordcoreani in Paesi esteri , vedendo nella Russia un interlocutore ricettivo dato che accoglie gran parte dei lavoratori nordcoreani nelle aree scarsamente popolate dell’Estremo Oriente: diventate dipendenti dai lavoratori per industrie del legname e dell’edilizia. Aeree che saranno costrette ad espellere la forza lavoro coreana entro la fine dell’anno. In questo caso il vantaggio sarebbe reciproco, dato che la Corea del Nord trae un guadagno per l’invio di questa forza lavoro all’estero pari a 500 milioni di dollari l’anno.

Per il Cremlino questo incontro, oltre a portare dei vantaggi strategici sul piano economico, è una chiara occasione per mostrare che la Russia sta tornando ad essere un giocatore importante nello scacchiere globale, al pari di Cina e Stati Uniti. “Per Putin, è importante rimanere in gioco”, ha dichiarato il vertice del Centro per la strategia asiatica presso l’Accademia delle scienze russa. Non va dimenticato che “grazie alla questione della Corea c’è stato un movimento positivo nella relazione tra Stati Uniti e Russia”, anche per questo la Corea del Nord rimane un interlocutore spendibile sul piano internazionale. Sopratutto per il peso che potrebbe avere trovare “una seconda via” per condurlo alla denuclearizzazione. Ottenendo magari ciò che gli americani hanno tentato, ma non sono riusciti ad ottenere.

Per questo motivo però, c’è anche la possibilità Mosca possa voler cambiare le carte in tavola e puntare tutto sulla ripresa dei negoziati internazionali, tralasciando l’aspetto economico-finanziario che invece è al primo posto nell’agenda di Kim. Nonostante questo eventuale “fallimento”, Kim potrebbe tuttavia riconsiderare il risultato dell’incontro e fare a sua volta leva sul timore di una “concorrenza” rispolverato da Washington, per risedersi al tavolo con Trump da in una migliore posizione contrattuale. L’obiettivo del dittatore nordcoreano rimane in tutto questo lungo periodo di stagnazione abbastanza chiaro: “tenere un piede in due staffe”, far cadere le sanzioni per salvarsi dal completo stallo economico tenendosi stretto quel un deterrente nucleare che lo fa ancora sedere al tavolo con i potenti del mondo.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.