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Il coronavirus ha bloccato l’economia italiana, ma sta avendo effetti molto importanti sulla politica estera di Roma. In special modo su quello che è da sempre il dossier più delicato per il nostro paese, ossia quello libico. Mentre il nostro governo è obbligato a guardare ai gravi fatti interni ed all’emergenza sanitaria in corso, la guerra in Libia va avanti e, con essa, anche le mosse diplomatiche dei vari attori locali ed interazionali. Emblema ne è la visita dei giorni scorsi del generale Khalifa Haftar in due capitali europee: Parigi e Berlino. Roma è stata saltata: difficile dire se per via dell’emergenza coronavirus o meno, di certo ad ogni modo il segnale da un punto di vista politico per l’Italia è pessimo.

La doppia visita di Haftar

Lunedì fonti stampa del Libyan National Army, l’esercito guidato dall’uomo forte della Cirenaica, hanno confermato che il generale era in viaggio verso Parigi per essere ricevuto da Emmanuel Macron all’Eliseo. L’invito sarebbe arrivato dallo stesso presidente francese, un’iniziativa dunque del governo transalpino, almeno stando alle dichiarazioni provenienti da Bengasi. L’incontro è avvenuto dunque all’inizio di questa settimana ed il colloquio è stato descritto dalle parti come “positivo“, svolto in un clima definito cordiale tra i due. La visita ha testimoniato come tra la Francia ed Haftar i rapporti non si siano mai raffreddati del tutto, nonostante il generale obbedisca maggiormente ad altri alleati e nonostante l’Eliseo ufficialmente appoggi il governo di Tripoli guidato da Fayez Al Sarraj. 

Terminata la visita nella capitale francese, è stata quindi la volta della tappa berlinese: qui Haftar ha incontrato il cancelliere Angela Merkel, è il primo colloquio tra i due da quando nella capitale tedesca si è tenuto il fallimentare vertice di Berlino. In quella sede gli attori internazionali lì presenti hanno concordato un piano di 55 punti per giungere ad un cessate il fuoco poi in realtà mai rispettato. L’incontro avvenuto martedì nella capitale tedesca, ha mostrato le velleità di Angela Merkel di provare a conferire alla Germania un proprio ruolo all’interno del dossier libico. Anche in questo caso, il vertice è stato descritto come positivo dalle parti, con Haftar che è quindi potuto tornare nel suo quartier generale di Bengasi rivendicando un determinato successo nel suo mini tour europeo.

Il doppio gioco della Francia

L’incontro più importante però è stato comunque quello con Macron. Del resto in questi anni l’Eliseo ha rappresentato per Haftar un luogo cruciale per i suoi obiettivi politici e militari. Secondo Le Monde, il generale ed il presidente francese avrebbero discusso soprattutto della questione legata all’esportazione di petrolio. Come si ricorderà, il 17 gennaio scorso Haftar è riuscito a bloccare buona parte dell’attività estrattiva e di esportazione del greggio. Questo grazie all’azione non solo del Libyan National Army, ma anche delle tribù più vicine all’uomo forte della Cirenaica. Le Monde ha reso noto un possibile piano di Macron per sbloccare la situazione. In particolare, la Francia starebbe pensando all’istituzione di un meccanismo volto a dare maggiore autonomia finanziaria all’est del paese.

In poche parole, Parigi potrebbe avallare una parte delle richieste di Haftar, il quale ha sempre criticato il fatto che i proventi del petrolio libico finissero unicamente nelle mani della banca centrale con sede a Tripoli. Dunque, la proposta francese potrebbe permettere alle istituzioni dell’est della Libia di introitare una parte dei guadagni. In questo modo Haftar toglierebbe i blocchi imposti nei terminal petroliferi e l’Eliseo, dal canto suo, otterrebbe una corsia preferenziale per le future esplorazioni dei giacimenti in Cirenaica.

Macron però è ben consapevole di come una mossa del genere rischierebbe di compromettere i rapporti con Al Sarraj, capo dell’unico governo ufficialmente riconosciuto da Parigi. Il quotidiano Le Tribune, facendo riferimento ad alcune indiscrezioni trapelate da fonti interne all’Eliseo, ha rivelato quella che potrebbe essere la contropartita per Tripoli: ossia la vendita di elicotteri Airbus all’esecutivo con sede nella capitale libica. Un accordo questo che potrebbe essere formalizzato nella prossima visita che il ministro dell’interno libico, Fathi Bashaga, effettuerà nei prossimi giorni a Parigi. Mentre dunque l’Italia è ferma al palo per via dell’emergenza coronavirus, la Francia in Libia gioca su due sponde e la Germania prova ad inserirsi sempre più nel dossier. Una situazione che rischia di compromettere ulteriormente i nostri interessi nazionali.

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