Nella giornata del 21, a due settimane dalla fine della crisi più grave della storia del Kazakistan indipendente, la presidenza Tokayev ha svelato i primi elementi di quella nuova dottrina di politica economica che era stata annunciata al Mazhilis dieci giorni prima, nel contesto del più ampio “discorso della rinascita“.

Il tempismo non è casuale. Il presidente kazako, all’indomani della fine della sedizione, aveva promesso riforme tanto profonde e strutturali quanto istantanee. Una tempestività data da diverse ragioni, delle quali la più importante è rappresentata dall’imperativo di (di)mostrare ai kazaki, nonché agli investitori stranieri, che la crisi appena trascorsa, lungi dal produrre ripercussioni esiziali, sarà il carburante del cambiamento.

Più potere agli imprenditori

Gli elementi chiave della nuova dottrina di politica economica del Kazakistan sono stati svelati da Kassym-Jomart Tokayev nella giornata del 21, a dieci giorni esatti dal discorso della rinascita. Il presidente kazako, quel giorno, ha riunito alcuni dei più importanti leader dell’imprenditoria nazionale per erudirli a proposito dei fondamenti della nuova politica economica, che saranno “concorrenza leale, trasparenza, prevedibilità della politica statale, tassazione onesta e responsabilità sociale”.

I grandi del settore privato, nel contesto socioeconomico che va lentamente creandosi, avranno e dovranno svolgere un ruolo-chiave, in quanto investiti dell’onere-onore di supportare le autorità nel lungo processo riformistico dal cui successo dipendono la prosperità del Kazakistan e, non meno importante, la tenuta della presidenza. Ruolo-chiave che potranno giocare all’interno di un’entità che verrà istituita appositamente per loro: il Consiglio degli Imprenditori Nazionali.



Un’economia sociale

Il presidente kazako lo aveva premesso e promesso durante il cosiddetto discorso della rinascita: il modello economico nazionale non ha che un modo per diventare realmente arricchente, ovverosia essere riformato in direzione della redistribuzione della ricchezza e dell’uguaglianza.

La nuova dottrina di politica economica immaginata da Tokayev, che dovrà soddisfare lo scopo di creare “una economia di mercato diversificata e orientata al sociale”, sarà basata su tre pilastri fondativi:

  • Inviolabilità della proprietà privata; che la presidenza intende garantire (anche) attraverso una riforma del sistema giudiziario in direzione della trasparenza. Per questo proposito, ha dichiarato Tokayev ai leader dell’imprenditoria, è stato appena istituito un nuovo Collegio giudiziario della Corte suprema per i casi amministrativi.
  • Preservazione dell’ottimo clima di investimento – il 25esimo migliore del mondo (Banca Mondiale, 2020) – per mezzo di rassicurazioni, garanzie e riforme.
  • Concorrenza leale. A questo scopo, ha aggiunto Tokayev, verrà effettuata una disamina tesa ad accertare l’esistenza di “monopoli artificiali” che, se trovati, verranno messi fuorilegge.

Le altre novità

Nel corso dell’incontro coi capi dell’imprenditoria nazionale c’è stato tempo anche per discutere degli altri progetti della presidenza Tokayev, tra la realizzazione di una nuova politica fiscale, l’accelerazione del processo di deburocratizzazione e una revisione delle barriere amministrative.

Snocciolando i dati relativi al 2021 – “più di 2.500 denunce da parte di imprenditori in disaccordo con le azioni e le decisioni degli ufficiali addetti al procedimento penale” –, Tokayev ha parlato dell’imperativo di “ridurre le barriere amministrative” che ostacolano il buon funzionamento dell’attività economica e dato istruzioni al governo affinché agisca in tal senso. Ultimo, ma non meno importante, la presidenza ha incaricato il governo di rivedere tutte quelle restrizioni antipandemiche che, nei tempi recenti, sono state fonti di perplessità tra i piccoli e medi imprenditori.