Jean-Yves Le Drian è il nuovo ministro degli Esteri francese: per l’esattezza Ministro degli Affari Esteri e per l’Europa. È la prima volta, nella storia della Quinta Repubblica francese, che un ministro resta al governo dopo l’elezione di un nuovo presidente, soprattutto di un presidente di un partito diverso dal precedente. Per lui, infatti, si tratta di un semplice, quanto fondamentale, cambio di ufficio: passa dalla Difesa agli Esteri dopo aver servito per anni sotto la presidenza Hollande prima con il governo Ayrault, poi con il governo Valls. La scelta di Macron di confermarlo ministro circolava già da molto tempo. In molti, anzi, ritenevano il settantenne bretone quale possibile Primo Ministro dell’era Macron. I due avevano collaborato ai tempi in cui il nuovo presidente era ministro dell’economia, e quindi fra loro era sorto un rapporto proficuo. Lo stesso Le Drian, quando ancora apparteneva al Partito Socialista, aveva visto di buon occhio la scelta di Macron di candidarsi all’Eliseo e già a marzo aveva detto di aderire al movimento En Marche!.La sua nomina è altamente simbolica per comprendere come si evolverà la presidenza Macron. Innanzitutto, è ormai chiaro a tutti quello che fino a pochi giorni fa era soltanto un dubbio, e cioè che la presidenza Macron è una rivisitazione in chiave contemporanea della presidenza Hollande. Macron è ormai, a tutti gli effetti, l’araba fenice del cosiddetto “hollandismo”, che, una volta bruciatosi nella perdita di consenso e nella fine del Partito Socialista, è risorto dalle sue ceneri nella forma del movimento En Marche. Il sospetto che questo potesse accadere si sta quindi trasformando in una dolorosa, quanto evidente, realtà, dai contorni sempre più chiari.In questo senso, la continuità di politica tra i due inquilini dell’Eliseo sarà ancora più chiara a tutti. Le Drian, ai tempi della Difesa, era stato un sostenitore dell’impegno della Francia contro il terrorismo internazionale e aveva stretto ottimi rapporti con molti Stati-chiave del Medio Oriente e dei Paesi emergenti. Fu sotto la sua direzione che la Difesa francese riuscì a vendere più di ottanta aerei Rafael tra India, Egitto e Qatar e, fu sempre sotto la sua direzione che la Francia decise di intervenire e assumere il comando di molte azioni militari francesi in territorio africano per sconfiggere le frange radicali dell’islamismo subsahariano legate ad Al Qaeda e allo Stato Islamico.La scelta di nominare Jean-Yves Le Drian alla guida del dicastero dell’Europa e degli Affari Esteri ha poi un altro gustoso retroscena che, se confermato, darà sicuramente adito a molte speculazioni su quanto il presidente Macron sia legato a tutti quei poteri forti che in Francia, come in Europa, ancora detengono un ruolo fondamentale in termini di scelte di politica finanziaria ed estera. Le Drian, infatti, non ha mai smentito le indiscrezioni pubblicate da molti quotidiani francesi ai tempi della sua nomina alla Difesa, che lo volevano affiliato alla massoneria francese, in particolare al Grande Oriente di Francia. Fu lo stesso Philippe Guglielmi, storico gran maestro dell’Ordine, a definirlo un fedelissimo affiliato alla massoneria francese. E lui, Le Drian, non ha mai smentito, lasciando spazio a moltissimi dubbi quando in risposta a queste domande insistenti, lasciò intendere che non voleva parlare delle sue “convinzioni personali”. A conferma di questo, c’è da ricordare che il suo braccio destro al ministero, Cédric Léwandowski, è stato pubblicamente riconosciuto quale fratello massone del Grande Oriente di Francia. Indizi che sembrano effettivamente convergere sul ruolo che la massoneria potrebbe avere avuto in questa scelta.Certo è che se non c’è stata smentita, non c’è stata nemmeno conferma. Ma è anche vero che, qualora fossero state falsità, l’allora ministro della Difesa non avrebbe avuto alcun problema a voler allontanare queste accuse che, in Francia, rappresentano comunque accuse pesanti di appartenenza a reti occulte di poteri che molti cittadini non approvano. Invece, non è mai arrivata alcuna frase contraria dall’entourage di Le Drian. Lo stesso Le Figaro, giornale molto in linea con l’establishment francese, non certo una fornace di “fake news” complottiste, in un suo articolo di qualche anno fa analizzò l’importanza della massoneria francese per l’Eliseo e inserì Le Drian fra le figure di spicco di questo intreccio fra poteri occulti e presidenze di Francia. Adesso è ministro degli Esteri e per l’Europa. Un ruolo in cui la sua storia politica, il suo passato alla Difesa e la sua affiliazione al Grande Oriente, certamente saranno di aiuto per capire meglio come si indirizzeranno le sue azioni. Sue e del giovane, ma già vecchio, presidente Macron.
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