Anche l’ultimo tentativo dei partiti israeliani di giungere a un accordo per la formazioni di un nuovo esecutivo è ormai fallito. Lunedì 10 dicembre i leader di Likud e Blu e Bianco hanno annunciato che il 2 marzo 2020 si terranno le prossime elezioni per la Knesset, il Parlamento israeliano. Il Paese si avvia dunque alla sua terza tornata elettorale in meno di un anno, mentre il premier uscente Benjamin Netanyahu si appresta ad affrontare il processo per frode e corruzione.
Lo stallo politico
Dopo il fallimento del primo giro di consultazioni, i rappresentanti dalla Knesset hanno avuto tempo fino a mercoledì 11 dicembre per presentare al presidente il nome di un possibile candidato alla premiership del Paese. Con due giorni di anticipo, però, i due più importanti partiti hanno dichiarato di non essere stati in grado di giungere a un compromesso, presentando una nuova data per le prossime elezioni.
I leader del Likud e di Blue Bianco avevano cercato di unirsi per dar vita al nuovo governo, ma non sono riusciti a risolvere alcune divergenze, la più importante delle quali verteva proprio sulla premiership. Benjamin Netanyahu e Benny Gantz avrebbero dovuto assumere alternativamente il ruolo di premier, ma i due non sono riusciti ad accordarsi su chi avrebbe dovuto avere la precedenza. I rappresentati di Blu e Bianco premevano perché il primo fosse Gantz in virtù del maggior numero di seggi, mentre Netanyahu pretendeva per sé il primo turno come premier avendo già esperienza come primo ministro. Dopo mesi di trattative i due non sono riusciti a sciogliere questo nodo e stanno ancora discutendo di una possibile alleanza post nuove elezioni.
Un futuro incerto
Secondo i sondaggi il risultato delle prossime consultazioni non dovrebbe essere poi tanto diverso da quello delle urne di aprile e settembre, che hanno visto un testa a testa tra Likud e Blu e Bianco. Il ritorno al voto dunque non farà altro che rimandare l’inevitabile, ossia un’alleanza tra Netanyahu e Gantz. I due adesso hanno guadagnato altro tempo per giungere a un compromesso, ma non si prospetta un periodo semplice per Netanyahu. Il premier uscente è attualmente sotto indagine e, anche se per legge può continuare a governare, c’è chi inizia a mettere in dubbio la sua leadership all’interno del partito. Prima delle elezioni infatti si terranno delle primarie per decidere chi dovrà rappresentare il Likud, da sempre guidato da Benjamin Netanyahu. Il premier uscente tuttavia non sembra particolarmente preoccupato: ad oggi, il suo unico sfidante è il segretario di Gabinetto Gideon Saar, ma le sue chance di vincere non sono molte. La maggior parte del partito infatti è ancora dalla parte di Netanyahu e alcuni esponenti del Likud hanno criticato il comportamento di Saar, che ha sfidato apertamente Bibi, accusandolo di aver “accoltellato alle spalle” il loro leader. A tre mesi da quelle che saranno le terze elezioni in meno di un anno, il panorama politico israeliano sembra fermo in uno stallo che rischia di riproporsi anche dopo le prossimo consultazioni.