Il governo degli Stati Uniti han annunciato che a mezzanotte scatteranno di nuovo le sanzioni contro l’Iran, come risultato dell’uscita di Washington dall’accordo sul nucleare iraniano. Donald Trump si è detto disponibile a raggiungere con il governo iraniano un nuovo accordo sul nucleare, più ampio di quello rappresentato dal 5+1 del 2015. Iniziativa che per ora da Teheran hanno respinto: per il governo iraniano esisteva un accordo ed è su quelle basi che vogliono andare avanti. Hanno ricevuto il sostengo di Cina, Russia e degli altri Stati europei coinvolte nel Jcpoa. E non accetteranno, nell’immediato, alcuna controfferta da parte di Washington.
In una nota diffusa dalla Casa Bianca, Trump ha dichiarato che “gli Stati Uniti sono pienamente impegnati ad applicare tutte le nostre sanzioni e lavoreremo strettamente con le nazioni che fanno affari con l’Iran per garantirne il pieno rispetto. Le persone o le entità che non ridurranno le attività con l’Iran rischiano gravi conseguenze”.
“Sono felice che molte aziende internazionali abbiamo già annunciato la loro intenzione di lasciare il mercato iraniano e che vari Paesi abbiano indicato che ridurranno o metteranno fine alle importazioni di petrolio greggio iraniano. Chiediamo a tutte le nazioni di intraprendere questi passi per chiarire che il regime iraniano è di fronte a una scelta: cambiare il suo atteggiamento minaccioso e destabilizzante e reinserirsi nell’economia globale, oppure continuare a scendere nella via dell’isolamento economico”.
Cosa colpiranno le sanzioni
La scure delle sanzioni torna ad abbattersi sull’economia iraniana da domani. E colpiranno settori particolarmente importanti del sistema economi del Paese degli Ayatollah. A livello finanziario, la nuova tranche di imposizioni si abbatterà sull’acquisto di dollari da parte del governo iraniano, sulle maggiori transazioni per comprare rial iraniani e sui titoli di Stato di Teheran. Ma a livello commerciale,. le sanzioni saranno particolarmente incisive.
La mannaia di Washington si abbatterà sul commercio in oro e su quello dei metalli preziosi, sul settore dell’automobile, sulla vendita di metalli grezzi e grafite, sulla vendita di alluminio e acciaio e del carbone ma anche su quella di software per l’industria. Colpiti anche il settore del pistacchio e quello dei tradizionali tappeti persiani, uno dei grandi prodotti del made in Iran.
Importante il ritorno delle sanzioni sull’acquisto di aerei. Il settore dell’aeronautica civile aveva attratto immediatamente investimenti da parte della francese Airbus ma anche della Boeing. Un settore che vede coinvolta anche l’Italia. Due giorni fa, la compagnia di bandiera della Repubblica islamica, la Iran Air, aveva annunciato l’arrivo di cinque nuovi aerei del consorzio italo-francese Atr.
“Sulla base degli accordi esistenti, cinque nuovi velivoli Atr atterreranno domani all’aeroporto di Mehrabad alle 9 del mattino”, ha spiegato la compagnia sul suo canale ufficiale di Telegram. Iran Air aveva concluso l’accordo per l’acquisto di 20 nuovi vettori Atr 72-600 nell’aprile 2017. Di questi, ne erano già stati consegnati otto. Ma le sanzioni Usa avevano bloccato tutto.
Il rammarico dell’Europa
Intanto, l’Unione europea e gli Stati che hanno partecipato all’accordo sul programma nucleare iraniano si sono detti profondamente rammaricati dalla decisione degli Stati Uniti. “Deploriamo profondamente la reimposizione delle sanzioni da parte degli Stati Uniti, a causa del ritiro di quest’ultimo dal Joint Action Plan”, hanno dichiarato i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna in una dichiarazione congiunta firmata con Federica Mogherini.
“Siamo determinati a proteggere gli operatori economici europei impegnati in affari legittimi con l’Iran, in conformità con il diritto europeo e la risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Così conclude la dichiarazione, con l’auspicio di riprendere al più presto la via dei negoziati. Per l’Europa è fondamentale mantenere in vita l’accordo e tornare a investire in Iran.
La reazione di Zarif
Il ministro degli Esteri, Javad Zarif, ha assicurato che “le sanzioni americane non riusciranno a cambiare la politica iraniana nell’area”. “Le sanzioni daranno alcuni problemi ma riusciremo a superare con successo anche questa fase”, ha aggiunto Zarif, che si è scagliato contro Trump, il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohamed Bin Salman, e il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu.
Ma intanto in Iran scoppiano anche le prime proteste. A Teheran e nei maggiori centri del Paese cv’è il rischio che questa ondata di sanzioni crei ulteriore preoccupazione nella classe medie e renda più facile per le opposizioni prendere le strade e inscenare proteste anche violente. L’assedio contro l’Iran è iniziato.