“Terza via”, soprattutto in Italia e negli anni 70′, è stata una definizione utile a delimitare il campo di chi predicava una distanza netta da Mosca e Washington. Di chi non intendeva schierarsi né con il capitalismo degli Stati Uniti né con il comunismo russo.

La “Terza via”, in qualche modo, ha avuto a che fare anche con una certa concezione di europeismo, ma adesso in Germania sta assumendo un valore in parte diverso e di sicuro specifico. Sì, perché “Terza via” è il nome di un partito di estrema destra, nato cinque anni fa da una scissione interna dell’Npd, che sta facendo parlare di sé.

La città individuata per marciare è Plauen, in Sassonia. Abbiamo già parlato di questo Stato federato e delle tendenze politiche che stanno prendendo piede da quelle parti. Abbiamo registrato pure le percentuali che stanno interessando Alternative für Deutschland, ma Afd è un partito populista. “Terza via” sembra riecheggiare, come sottolinea La Stampa di oggi, le camicie brune. La manifestazione organizzata poche ore fa in Sassonia, come si apprende sull’Ansa, è stata condannata dal Consiglio centrale ebraico.

I militanti che hanno partecipato erano circa trecento. La preoccupazione prescinde dai numeri e c’è in ogni caso, perché sembra di assistere ai bagliori di qualcosa che i teutonici e il Vecchio continente intero hanno già conosciuto.

Non è stato certo il primo raduno neonazista organizzato dopo la fine della seconda guerra mondiale, ma in questo caso i richiami si sono mischiati alla dottrina che sta imperversando in buona parte dell’Unione europea, quella sovranista. C’è la critica alle istituzioni sovranazionali per come sono state immaginate, c’è la domanda di ripristino della sovranità popolare perduta, c’è la difesa dei cosiddetti “cittadini originari” e c’è la critica alla gestione morbida dei fenomeni migratori. In questo caso, però, sembrano essere tirati in ballo i migranti in genere. I piani ideologici si confondono: populismo ed estremismo radicale finiscono per essere incasellati insieme.

Uno dei problemi sollevati da chi ha denunciato il fatto che eventi di questo tipo non dovrebbero ricevere autorizzazioni di alcun tipo riguarda la cifra stilistica: slogan, tamburi e divise sono quelli che sono. La Germania, in questi anni, si sta distinguendo: il populismo attecchisce, ma non sfonda. Ma quando parliamo di “Terza via”, a ben vedere, siamo ben oltre l’improvvisa esplosione di consensi relativa a partiti che non hanno alcuna intenzione di porsi al di fuori dell’arco costituzionale.

Vedremo se questa formazione occuperà ancora lo spazio riservato alle cronache. Nel 2008 uscì “Die Welle”, in italiano “L’onda”, una pellicola che spiegava come fosse ancora possibile propagandare il totalitarismo tra i giovani tedeschi. Per ora, in Germania, abbiamo visto emergere solo esperienze minoritarie, ma bisognerà tenere gli occhi aperti.

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