La Francia si trova alla prese con la sua decima giornata di sciopero generale. Da Parigi fino a Marsiglia centinaia di migliaia di persone scenderanno in piazza per protestare contro la riforma delle pensioni del presidente Emmanuel Macron e il discusso utilizzo dell’articolo 49.3. Come per le scorse giornate di manifestazioni, si attendono grandi tensioni tra i manifestanti e le forze dell’ordine e vandalismi da parte dei black block.
Scoppia la rabbia sociale
Alle 16.30 del 16 marzo, all’annuncio dell’articolo 49.3, migliaia di persone si sono riversate in Place de la Concorde a Parigi e da quel giorno le manifestazioni non si sono più fermate. Un centinaio gli arresti e innumerevoli i danni provocati alle città. Da Parigi sono arrivate immagini di auto e rifiuti dati alle fiamme, da Bordeaux immagini della porta del comune bruciata e da Nantes il saccheggio del tribunale amministrativo. A Sainte-Soline la rabbia per le pensioni ha toccato anche un altro tema quello della costruzione di un bacino idrico destinato all’agricoltura intensiva di mais e da giorni si stanno verificando dei violenti scontri con le polizia e gendarmeria.
La violenza delle forze dell’ordine, non nuova in Francia, sta diventando uno dei temi più caldi e discussi di queste manifestazioni. Sono stati registrati abusi in quasi tutte le città del Paese. A Parigi sono state molte le cariche contro i manifestanti e ha fatto scalpore il caso di un arresto finito male in cui dei poliziotti sono stati protagonisti di abusi verbali e fisici. Il caso è uscito attraverso delle registrazioni uscite dopo la manifestazione del 23 marzo. Brutali anche le azioni dei cosiddetti Brav-m, brigate per la repressione di azioni violente motorizzate, che a Parigi hanno picchiato indistintamente i manifestanti, uno dei quali svenuto sul colpo. È stata infatti presentata una petizione da parte della sinistra francese per rimuoverle.
All’alba della decima manifestazione generale a Parigi si respira un’aria di preoccupazione e di rabbia. In tutta la Francia sono attese dalle 650.000 alle 900.000 persone. Il prefetto della polizia di Parigi Laurent Nuñez si aspetta, come lui stesso ha definito, “una manifestazione difficile da gestire”, aggiungendo di voler dispiegare ancora più forze dell’ordine rispetto alle scorse manifestazioni. Sempre il prefetto si è detto preoccupato a causa della presenza di black block che arrivano alle manifestazioni muniti di bombe molotov e altre armi, come i machete a Sainte-Soline sequestrati dalla polizia.
Un passo indietro: cosa ha portato a tutto questo?
Le manifestazioni sono figlie di una diffusa stanchezza nei confronti dell’operato di Macron, ma è con la riforma delle pensioni che la rabbia è esplosa. La riforma prevede l‘innalzamento dell’età pensionabile dai 62 ai 64 anni. I due anni verrebbero aggiunti gradualmente da qui al 2030 aumentandoli di tre mesi ogni anno per i prossimi otto e una pensione minima di 1200 euro al mese. La riforma prevede in aggiunta la fine dei regimi speciali ovvero i trattamenti pensionistici previsti per alcune categorie di dipendenti di grandi gruppi come la Banca di Francia e la RATP, azienda dei trasporti pubblici della regione parigina.
Sapendo che il disegno non sarebbe mai passato all’Assemblea nazionale, il primo ministro Elisabeth Borne ha utilizzato l’articolo 49.3 della costituzione, ovvero quella funzione legislativa che consente di rendere il governo responsabile del disegno di legge davanti all’Assemblea nazionale senza richiedere il suo voto. Ciò che ha portato a far esplodere la bomba sociale non è stata solo la riforma, dato che era già attesa da anni, bensì l’utilizzo dell’articolo 49.3 come mezzo per togliere la parola all’Assemblea nazionale. La mossa del primo ministro ha segnato un punto di rottura.