Investire nelle infrastrutture per ridare ossigeno a un’economia colpita in pieno dalla pandemia di Covid e, al tempo stesso, rafforzare i legami strategici con i partner regionali per insediare gli Stati Uniti. La Cina ha le idee chiare su come ripartire dopo mesi complicati e, per farlo, ha chiamato in causa anche Russia e Corea del Nord.

Andiamo con ordine: la Belt and Road Initiative è stata scalfita dall’emergenza sanitaria. Tuttavia, il progetto voluto da Xi Jinping non è affatto tramontato. Certo, Pechino non è più in condizione di investire centinaia di milioni di yuan in mastodontici “cattedrali nel deserto”, quindi alcune costruzioni sono state annullate o momentaneamente congelate.

Una strategia scontata, visto che l’obiettivo del Dragone, almeno nell’immediato, è uno: supportare le aziende e i cittadini con stimoli mirati. Eppure, pur in mezzo a ostacoli considerevoli, la Cina non ha perso di vista le connessioni commerciali, soprattutto quelle che coinvolgono attori fondamentali per attuare i suoi piani geopolitici.

Pechino punta sulle ferrovie

Nelle ultime settimane sono state inaugurate diverse linee ferroviarie per trasporto merci. Due le più importanti, che, tra l’altro, toccano da vicino la Russia. La prima collega la città di Jinhua, nella provincia orientale di Zhejiang, a Mosca. Secondo quanto riferisce l’agenzia Xinhua, che ha citato la China Railway Shanghai Group, il primo treno partito dalla Cina trasportava 100 teu (unità che equivale a 20 piedi) di merci, tra cui giocattoli, ricambi auto e articoli per la casa. Il convoglio impiegherà 11 giorni per arrivare a destinazione e passerà attraverso Manzhouli, nella regione autonoma della Mongolia Interna.

La seconda linea ferroviaria, geopoliticamente più rilevante, unisce Corea del Nord, Cina e Russia. Stando a quanto riportato dall’agenzia sudcoreana Yonhap, sarebbero già partite alcune corse di prova. Un treno della compagnia cinese Jilin Shipping, carico di sei container partiti da Hunchun, nei pressi del confine russo, avrebbe impiegato un’ora per approdare in una stazione nell’Estremo Oriente russo. Da qui, il mezzo avrebbe poi lasciato la Russia attraverso una diramazione a Khasan, per arrivare all’ultima fermata: la stazione del fiume Tumen, in Corea del Nord. Tempo del viaggio: quattro giorni circa.

Relazioni commerciali (e non solo)

La corsa di prova della seconda linea è stata effettuata con il supporto attivo e sotto la guida del ministero delle Ferrovie della Federazione Russa e della Ferrovia dello Stato coreano. Dal canto suo, Jilin Shipping ha spiegato che l’obiettivo è quello di “aumentare ulteriormente il potenziale del percorso, nonché i tipi di merci e il trasporto a due vie”. In realtà ci sono altri scopi dietro a questa “triangolazione” sui generis che, nel prossimo futuro, potrebbe infastidire gli Stati Uniti.

Anche se gli scambi transfrontalieri sono diminuiti in seguito allo scoppio della pandemia, la Cina è il primo partner commerciale della Corea del Nord. Pechino non ha alcuna intenzione di mollare l’alleato nordcoreano, proprio adesso che la crisi economica potrebbe creare diversi grattacapi a Kim Jong Un. La Russia, terzo Paese al mondo per casi di Covid, ha invece già toccato con mano gli effetti dei contraccolpi economici portati dal virus. Ecco perché le connessioni ferroviarie con la Cina, per Mosca, potrebbero rappresentare una piccola assicurazione sul proprio futuro.

Già, perché al netto delle relazioni commerciali, questi tre Paesi potrebbero cooperare anche su altri fronti così da insediare il predominio degli Stati Uniti nel continente asiatico. Tutti riceverebbero benefici di fronte a uno scenario del genere: Cina e Corea del Nord per ragioni ovvie, mentre la Russia si presterebbe al gioco per ottenere vantaggi economici da Pechino. Quando si dice unire l’utile al dilettevole.