Il T14, nome tecnico del carro armata, prima ancora di essere un mezzo estremamente funzionale vuole essere un mezzo con una presenza sul terreno capace di intimorire e destabilizzare l’avversario.

Lo studio che è stato richiesto agli ingegneri della casa costruttrice, la russa Uralvagonzavod, è durato diversi anni e doveva tener conto di tutte le complessità dottrinali emerse negli ultimi decenni.

Proprio per la difficoltà e l’attento lavoro di progettazione, allo stato dell’arte il T14 è ancora in una fase embrionale, anche se la catena di montaggio ha preso a lavorare a pieno regime dal gennaio di quest’anno.L’unico ed il primo pre-esemplare è stato presentato ufficialmente alla stampa internazionale il 9 maggio 2015 in occasione della parata dedicata alle Forze Armate nella Piazza Rossa.Gli esperti concordano nel reputare il Carro Armata un vero incubo tattico per l’avversario ma fino a quando non ci saranno test su strada è difficile dire fin dove questa tecnologia mantenga le promesse fatte.

Il T-14 è un concentrato di innovazione tecnologica, ha superato in progettazione ed armamento il carro americano M1 Abrams e il tedesco Leopard.  Migliorare il progetto di un carro armato, soprattutto complesso ed articolato come questo, non si può limitare soltanto al miglioramento della capacità offensiva  o protettiva ma deve coinvolgere la mobilità,  le capacità hardware/software di bordo, l’armamento antiaereo, antimissile e controcarro.

Del Carro Armata colpisce innanzitutto la modernità del design, una sagoma contenuta e più piccola, una linea estera essenziale capace di adattarsi ad ogni tipo di scenario operativo.  Su questa nuova forma prenderanno corpo tutti i mezzi corazzati dei prossimi decenni che muteranno dal T14anche l’armento ( primario e secondario ) e le protezioni reattive e passive.

A differenza di altri suoi colleghi, ad esempio l’Ucraino Oplot,  questo carro dovrebbe avere una buona spendibilità sul mercato internazionale ma per il momento si attende di vedere la sua reale potenzialità sul terreno. Essendo caratterizzato da elevata versatilità, la principale necessità è sicuramente quella di garantire la sicurezza del personale a bordo.Tenendo in debita considerazione gli sviluppi dottrinali del Counter-IED in Afghanistan ed Iraq, sul carro è stata progettata una cellula di sopravvivenza quasi inespugnabile con doppio strato di protezione balistica e corazzatura aggiuntiva. L’idea di fondo è di evitare l’effetto spalling nel mezzo anche in caso di ordigni di grosso calibro, non solo, la blindatura dovrebbe permettere di uscire da situazione di troup in contact senza grossi danni al personale e allo scafo.

La torretta controllata in remoto è una delle vere rivoluzioni dottrinali di questo mezzo. Per la prima volta su un MBT non troveremo personale sulla torretta, il controllo in remoto della postazione garantisce una maggior sicurezza del personale rispetto ai precedenti modelli di MBT.

Le armi di cui la torretta potrà essere dotata sono gestite, come conseguenza del controllo in remoto, da un sistema di puntamento e tiro automatizzato. Il caricamento del sistema d’arma, anche questo autonomo, fornirà fino ad un massimo di 35 proiettili di varia tipologia selezionati in base all’obbiettivo acquisito dai sistemi di puntamento. La regolazione del tiro avviene in funzione del movimento e della velocità del carro, anche in questo caso è fondamentale sottolineare come il connubio tra potenza di fuoco e mobilità non inibisce le capacità del mezzo.

Come armamento principale il T14 sarà provvisto un cannone di nuova generazione da 125 mm a canna liscia cui è attribuita una precisione di tiro superiore del 15-20% rispetto al modello precedente montato sul carro base dell’Esercito russo T-72/90. Come armamento secondario, sempre sulla torretta saranno montati in senso coassiale un cannoncino da 30 mm per la difesa contro gli elicotteri ed una mitragliera da 12,7 mm per tiro contro fanterie nemiche e obiettivi vicini.

L’armamento – principale e secondario – della torretta sarà collegato alla postazione di gestione del tiro dotata di due sistemi di visione notturna completi ad alta risoluzione , un telemetro laser e un processore balistico accoppiati a sensori di velocità e direzione del vento.La postazione di controllo del tiro potrà decifrare segnali digitali cifrati provenienti dai vari assetti presenti sul terreno, identificandoli come nemici o amici. L’identificazione avverrà in 0,6 secondi bloccando automaticamente l’eventuale risposta al fuoco.

Il sistema di protezione balistico attivo Afghanit  devia i sistemi di guida dei missili anticarro ad una distanza minima di 1 -2 metri dalla corazza, si basa su un radar di ultimissima generazione che risulta ancora più avanzato rispetto ai migliori attualmente sul mercato. Anche su queste informazioni rimane il più assoluto riserbo da parte delle strutture militari russe, gran parte delle notizie sulle protezioni Afghanit e dei radar arrivano da fonti dell’intelligence statunitense.A bordo, sarà presente un jammer di ultima generazione capace di ‘spegnere’ le frequenze al passaggio del mezze così da non permettere l’attivazione di ordigni radiocomandati.In medioriente sono molto utilizzati ordigni attivati con frequenze inviate da cellulari o radio, il garantire la bolla di sicurezza al tank gli permetterà di lavorare in scenari con presenza di IED.

Negli ultimi anni, il Presidente Putin ha personalmente ritenuto fondamentale investire sulla terza dimensione con stanziamenti corposi nel settore avio. Il drastico cambio di rotta verso il T14 armata è da imputarsi alla perdita di influenza degli americani in medioriente e alla conseguente scelta del Cremlino di colmare il vuoto lasciato dalla controparte.

La Russia, tuttavia, ha poi bisogno di mezzi più prontamente impiegabili, soprattutto in previsione di uno scenario siriano in rapido mutamento,  il T14 è un progetto che si potrebbe definire pronto ma non operativo.

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