Chi aveva dato per finita l’avventura politica dell’ex presidente Usa Donald Trump dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e la sconfitta alle elezioni presidenziali, si sbagliava di grosso. Il prossimo novembre, in occasione delle elezioni di midterm, il tycoon, 76 anni, affronta una nuova prova cruciale, che determinerà il suo reale peso e forza all’interno del Gop. Il magnate ne è perfettamente consapevole e per questo motivo ha investito molte energie e risorse in queste elezioni: secondo Forbes il MAGA Inc., il Super Pac gestito dal suo portavoce Taylor Budowich, ha speso 11,7 milioni di dollari in pubblicità e sponsor investendo, in particolare, su cinque partite fondamentali che riguardano il Senato, che secondo i sondaggi rimane in bilico fra dem e repubblicani. Il più grande investimento di MAGA Inc. finora (2,89 milioni di dollari) è in Arizona, dove il repubblicano Blake Masters, appoggiato dal tycoon, è protagonista di una grande rimonta contro il senatore dem Mark Kelly. Il magnate, attraverso MAGA Inc, sta investendo molto anche sul repubblicano JD Vance nella sua sfida con il democratico Tim Ryan in Ohio, dove il super PAC ha speso 2,39 milioni di dollari, secondo AdImpact. Vance, in passato, era tutto fuorché un fervente trumpista, ma nelle ultime settimane ha ricevuto l’endorsement dell’ex presidente.
Segno che la presa dell’ex presidente sul partito è ancora forte e chi non era un candidato MAGA lo è dovuto per avere qualche possibilità di vittoria. Il PAC di Trump ha inoltre speso più di 1,8 milioni di dollari in Nevada per sostenere il repubblicano Adam Laxalt contro la senatrice dem Catherine Cortez Masto e in Georgia, a sostegno di Herschel Walker.
Come sono andate le primarie per l’ex presidente
Le elezioni di metà mandato saranno un banco di prova fondamentale per il magnate. Secondo Politico, Trump potrebbe decidere di utilizzare il super PAC per finanziare la campagna presidenziale del 2024, qualora decidesse effettivamente di correre alle prossime elezioni presidenziali. Trump ha tenuto vari comizi in Michigan, Nevada, Carolina del Nord, Ohio e Arizona nelle ultime settimane per supportare i candidati repubblicani, tra cui Masters e il candidato al governatore dell’Arizona Kari Lake. L’ex presidente ha appoggiato decine di repubblicani alle elezioni primarie e generali di quest’anno, e un numero significativo dei suoi candidati ha vinto, tra cui Harriet Hageman, che ha battuto l’acerrima nemica di Trump, Liz Cheney, di oltre 30 punti nelle primarie del partito.
Tuttavia, Donald Trump ha dovuto fare i conti anche con qualche sconfitta inaspettata: come in Georgia, dove Jody Hice ha perso contro Brad Raffensperger alle primarie repubblicane. Benché l’influenza del magnate sia ancora molto radicata nel partito, c’è chi teme che la sua figura, estremamente divisiva e polarizzante – soprattutto dopo dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 – possa rappresentare un “handicap” per il partito, in particolare negli “Swing States”. Nulla che faccia demordere il tycoon dal scendere in campo (guai giudiziari a parte, che rischiano di rendere piuttosto incidentato il percorso per l’ex presidente).
Quando il tycoon potrebbe annunciare la sua candidatura
“Probabilmente dovrò farlo di nuovo” ha detto il magnate in occasione di un recente comizio, davanti ai suoi sostenitori. Trump potrebbe infatti non attendere il 2023 – come gli suggeriscono i suoi collaboratori – e annunciare la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali subito dopo le midterm. In una recente intervista rilasciata a Cbs News, Kellyanne Conway, responsabile della campagna elettorale di Trump per il 2016, ha affermato che l’ex presidente “vorrebbe” dare l’annuncio dopo l’appuntamento elettorale di novembre e prima del Ringraziamento, come confermato da fonti vicine all’ex presidente citate dalla Cnn.
Da definire il quartier generale della sua prossima campagna. L’ex presidente ha trascorso la maggior parte del suo tempo da quando ha lasciato l’incarico nella sua residenza di Mar-a-Lago a Palm Beach, anche se diverse fonti hanno descritto il complesso sul lungomare inadatto per ospitare una campagna presidenziale. Attualmente, gli assistenti hanno affermato che le opzioni principali sono in Florida o nell’area di Washington, DC (la campagna di Trump 2020 aveva come sede uno stabile nella Virginia del Nord). Secondo diverse fonti, il modello di campagna sarà probabilmente snello e con personale limitato, non troppo diverso dall’operazione che ha portato alla sua inaspettata vittoria nel 2016, lontano dunque dalla costosissima campagna del 2020.
L’incognita DeSantis
C’è poi un’altra incognita per Trump e i trumpiani: si chiama Ron DeSantis, che da potenziale successore del magnate può diventare un potenziale rivale. Non a caso Donald Trump è volato in Florida per un comizio con il senatore repubblicano Marco Rubio. All’appuntamento, secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa, il grande assente sarà proprio DeSantis, il governatore dello Stato che cerca la riconferma. L’annuncio del comizio di Trump con Rubio ha colto di sorpresa e fatto irritare lo staff di DeSantis. Dietro la decisione di Trump di snobbare il governatore della Florida ci sarebbe la presunta rivalità fra i due che potrebbero contendersi la nomination repubblicana per il 2024.