Un nuovo scandalo coinvolge Hunter Biden, figlio del Presidente degli Stati uniti d’America, Joe Biden. Il Daily Mail ha pubblicato in esclusiva un video risalente al gennaio 2019 nel quale Hunter, nudo, racconta a una prostituta un fatto accaduto l’anno precedente, cioè quando dei spacciatori russi avrebbero rubato il suo laptop per ricattarlo. Si tratterebbe – fosse acclarato – del terzo laptop smarrito da Hunter Biden: il primo abbandonato in un negozio del Delaware, il secondo sequestrato dagli agenti federali e il terzo, almeno stando a quanto racconta alla prostituta, non identificata, rubato da dei presunti russi durante un soggiorno a Las Vegas. Tutti e tre, sottolinea il Daily Mail, potrebbero contenere informazioni sensibili su Joe Biden con immagini, video e comunicazioni imbarazzanti sul figlio.
Nuovi guai per Hunter Biden: in un video racconta di essere ricattato dai russi
“Hanno video di me mentre faccio questo” spiega durante il video, che dura 3 minuti e 40 secondi. “Hanno video di me mentre faccio sesso pazzo” rivela Hunter alla donna, secondo il Mail . “Cercheranno di ricattarti?” lei chiede: “Sì, in qualche modo, sì” lui chiosa. “Ho speso un sacco di soldi”, racconta ancora il figlio del Presidente Usa alla prostituta. “Ero con questi ragazzi. L’unica ragazza era, non come te comunque… ogni notte diceva ci saranno così tante persone qui, una fottuta festa pazzesca. e ogni notte non c’era nessuno”. Sempre secondo il Daily Mail le dichiarazioni di Hunter Biden sollevano la possibilità che il figlio del Presidente sia stato preso di mira da un’operazione di intelligence straniera contro Joe Biden. Ricordiamo che questa è una delle tesi portanti alla base del Russiagate contro Donald Trump: anche in quel caso, secondo il dossier redatto dall’ex spia britannica Christopher Steele, i russi sarebbero entrati in possesso di una video nel quale The Donald stava facendo sesso con una prostituta, a Mosca, diventando così ricattabile. Dossier che, come è stato poi appurato, si è rivelato completamente infondato. Anche nel caso di Hunter Biden, la vicenda solleva parecchi dubbi.
Da lobbista a pittore: la tormentata vita di Hunter
Dai rapporti d’affari piuttosto torbidi con l’Ucraina e la Cina alla tormentata vita coniugale fino agli eccessi da rockstar: Hunter Biden, secondogenito del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, riesce sempre a far parlare di sé, e spesso e volentieri non in positivo, soprattutto per l’immagine del capo Casa Bianca. Ultimamente, come già trattato da InsideOver, Hunter Biden si è riscoperto artiste e pittore: i critici d’arte hanno espresso non poche preoccupazioni mentre il figlio del Presidente Usa si prepara per la sua prima mostra d’arte personale quest’autunno, nella quale le sue opere verrano vendute tra i 75.000 e i 500.000 dollari, con acquirenti che – per scelta della Casa Bianca – rimarranno anonimi. Una scelta che, tuttavia, sta scatenando una serie di polemiche attorno alla reale valutazione delle opere di Hunter Biden e che sta sollevando una non poche criticità e perplessità dal punto di vista etico. In base all’accordo, un proprietario di una galleria d’arte privata fisserà i prezzi per il suo lavoro e gestirà tutte le offerte e le vendite, ma non condividerà alcuna informazione sugli acquirenti o potenziali acquirenti con Hunter o chiunque altro nell’amministrazione. L’accordo è stato riportato per la prima volta dal Washington Post
Prima di intraprendere la carriera di artista, Hunter Biden si è arricchito facendo il lobbista in Paesi come l’Ucraina e la Cina. Come già riportato da IlGiornale.it, alcuni sms pubblicati in esclusiva da Fox News nei mesi scorsi sembrano far supporre che l’ex vicepresidente incontrò, nel maggio 2017, gli emissari di una società energetica cinese, nonostante Joe Biden avesse smentito questa ricostruzione.