Con la fine della secolare contesa per il Karabakh, che è stata chiusa da una fulminea operazione dell’Azerbaigian tra il 19 e il 20 settembre, per il Caucaso meridionale potrebbe essere l’inizio di una nuova era.
Secondo Hikmat Hajiyev, l’assistente del presidente azerbaigiano, che si è recato a Bruxelles per un vertice sulle relazioni Armenia-Azerbaigian, il ritorno definitivo del Karabakh sotto la sovranità di Baku, e le potenziali ricadute di ciò per il processo di normalizzazione con Erevan, sarà suscettibile di catalizzare l’arrivo di prosperità, stabilità e sviluppo (per tutti) nella regione.
Il vertice di Bruxelles
La capitale del Belgio e il quartier generale dell’Unione Europea, Bruxelles, il 26 settembre ha ospitato un vertice sulla questione karabakha al quale hanno partecipato, tra gli altri, l’assistente alla presidenza dell’Azerbaigian, Hikmat Hajiyev, e Armen Grigoryan, il segretario del consiglio di sicurezza nazionale dell’Armenia.
Scrivere del vertice bruxellese è importante: è da quando è terminata l’operazione speciale di Baku nel Karabakh, territorio facente parte dell’Azerbaigian che per un trentennio è stato sotto il controllo di forze separatiste legate a Erevan, che in Europa si dibatte sul futuro dei residenti karabakhi e delle relazioni armeno-azerbaigiane.
Un buon punto di partenza per capire quello che si staglia all’orizzonte, anche in ragione del fatto che l’area è di interesse strategico per l’Unione Europea – sicurezza energetica –, potrebbe essere sicuramente l’analisi delle dichiarazioni di Hajiyev.
I punti-chiave di Hajiyev
Hajiyev, nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito all’incontro di Bruxelles, ha enfatizzato alcuni punti utili all’analisi delle dinamiche nel Caucaso meridionale e delle loro possibili evoluzioni. In primo luogo, il consigliere ha ricordato come la Transcaucasia sia “una regione caratterizzata da complessità geopolitica e storiche tensioni […] un groviglio che l’ha resa un punto focale per l’attenzione internazionale”. In sintesi: giungere a una risoluzione delle problematiche che separano Baku ed Erevan non sarà né facile né veloce, anche per via dei fattori esogeni che influiscono sul loro rapporto.
L’Azerbaigian, nonostante la presenza di dissapori e di tentativi di strumentalizzazione, sarà comunque impegnato nella promozione di “pace e stabilità nel Caucaso meridionale”. Prova di ciò, secondo Hajiyev, è il fatto che Baku abbia tentato di risolvere la questione karabakha con mezzi pacifici e diplomatici per molto tempo, fino alla guerra del 2020.
Un prolungamento del conflitto non è nell’interesse dell’Azerbaigian, che, anzi, come ha ribadito Hajiyev, riconosce come la stabilità regionale condizioni anche le relazioni con l’Unione Europea, con la quale gli azerbaigiani cercano “legami più stretti, in particolare in energia e trasporti”. Per lo stesso motivo, ovvero la stabilità regionale, Hajiyev ha spiegato che l’Azerbaigian auspica “un quadro per la sicurezza regionale più ampio […] e cooperazione con tutti gli interessati per affrontare sfide comuni come terrorismo e crimine organizzato”.
Nella visione dell’Azerbaigian per il Caucaso meridionale, ha proseguito il consigliere, si trovano attenzione alle questioni umanitarie, che sono un modo “per dimostrare impegno ai sensi della riconciliazione e della ricostruzione nella regione”, allo sviluppo economico intraregionale, che permetterebbe di fare della Transcaucasia “un hub economico […] per connettività, commercio e investimenti”.