Le relazioni fra India e Russia sono state tradizionalmente buone, ma con l’ascesa di Vladimir Putin e di Narendra Modi alla guida dei due Paesi si è verificato un vero e proprio salto di qualità nelle relazioni bilaterali che ha coinvolto ogni settore di rilevanza strategica: dall’energia agli scambi commerciali, fino allo spazio e agli affari militari.

L’agenda filo-indiana del Cremlino poggia su una serie di consapevolezze sullo stato presente e futuro della divisione del potere in Asia. Una di queste è che  la Cina è indubbiamente il punto di riferimento attuale, a metà fra l’essere la fabbrica dei beni a basso costo del mondo sviluppato e un aspirante egemone alla ricerca di rivalsa sull’Occidente per il cosiddetto “secolo della vergogna e dell’umiliazione”, e che il partenariato instaurato con essa nel 2014 è destinato a finire, perché legato e giustificato esclusivamente da bisogni contingenti.

L’altra consapevolezza è che l’India sarà il punto di riferimento di domani e che la Russia dovrà essere presente quando ciò accadrà e non in qualità di spettatore, ma di co-regista di tale transizione da potenza ex coloniale a superpotenza di prima categoria. Aiutare Nuova Delhi nel suo percorso verso lo sviluppo, lungo e tortuoso in quanto ricco di contraddizioni interne da risolvere, servirà a garantire a Mosca un ritorno economico dall’incredibile valore, che oltrepassa la semplice funzione anticinese e tocca direttamente i sogni eurasiatisti del Cremlino.

Gli ultimi sviluppi

L’Unione Economica Eurasiatica (Uee) si espande e ha puntato gli occhi sul mercato emergente più grande del mondo: quello indiano. Putin e Modi avevano discusso la questione già durante il forum di Vladivostok dello scorso settembre, il cui protagonista indiscusso era stato proprio il presidente indiano, e poi il dossier è stato passato al capo della diplomazia russa, Sergey Lavrov, che proprio in questi giorni si trova in India per una visita ufficiale per discutere (anche) della possibilità di siglare un accordo di libero scambio Uee-India.

Le due parti sperano di concludere i negoziati entro la fine dell’anno, il sui successo è propedeutico all’espansione del partenariato indo-russo in altri settori, fra cui trasporti, agricoltura, investimenti, de-dollarizzazione, politica estera. Secondo le stime elaborate dal Cremlino, un accordo basato su una logica “win-win” consentirebbe ai due paesi di elevare il volume degli interscambi commerciali a 30 miliardi di dollari entro il 2025. All’India, inoltre, sarebbe stato proposto un “trattamento preferenziale”, ossia l’entrata dei suoi beni nel mercato comune dell’Uee senza l’applicazione di dazi – cosa che alla Cina, invece, è stata negata.

Durante il forum di Vladivostok, il presidente indiano aveva segnato un’intesa energetica con la sua controparte russa mirante a ridurre la sovra-dipendenza di Nuova Delhi dalle importazioni di gas e petrolio mediorientale, attualmente pari al 60% del totale. In base all’intesa, la Russia dovrebbe gradualmente sostituire il ruolo di primo piano oggi ricoperto dai rifornitori arabo-persici e, recentemente, Rosneft e Novatek hanno iniziato a stabilire i termini per un approvvigionamento di idrocarburi di lungo termine con le omologhe indiane.

Economia ed energia a parte, procedono anche i lavori per rafforzare la cooperazione negli affari militari. Dopo mesi di speculazioni, nella giornata di venerdì è stato annunciato che entro il 2025 l’India riceverà cinque batterie di S400 dalla Russia, la cui produzione è appena cominciata.

La corsa allo spazio

L’India ha recentemente svelato di avere piani ambiziosi per quanto riguarda la sua entrata ufficiale nella nuova corsa allo spazio. Uno di questi piani, la “missione Gaganyaan”, mira a portare degli astronauti indiani sulla Luna entro il 2022 ed è considerato un interesse nazionale.

Sullo sfondo dei lavori in corso per la costruzione della navicella spaziale, a fine mese una squadra di quattro aspiranti astronauti si recherà in Russia per ricevere un addestramento di undici mesi, necessario per portare a compimento la storica missione che li attende.

Si tratta di una decisione, quella di affidare un tale incarico a Mosca, che ha un valore molto elevato. Modi, infatti, avrebbe potuto rivolgersi a Washington, il vincitore della corsa allo spazio della guerra fredda, ma ha preferito confidare nelle competenze russe. Se coloro che sono stati scelti per portare la bandiera indiana sul satellite terrestre riusciranno nell’impresa, che simbolicamente avrà luogo durante le celebrazioni del 75esimo anniversario dell’indipendenza dal Regno Unito, sarà anche per merito della Russia e, questo, non potrà che rafforzare un legame già oggi solidissimo.

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