Era apparso l’ultima volta il 2 maggio, in occasione dell’inaugurazione di una fabbrica di fertilizzanti a Suncheon. Dopo aver presenziato alla cerimonia, assieme a diverse figure di spicco del sistema politico nordcoreano, tra cui la sorella, Kim Yo Jong, Kim Jong Un aveva fatto perdere nuovamente le sue tracce. Adesso, a tre settimane di distanza, il leader nordcoreano è riapparso in pubblico, e lo ha fatto in grande stile, presiedendo un incontro allargato della Commissione Militare Centrale.

Tanti i temi toccati nel corso della riunione, a cominciare dalle nuove politiche per consentire alla Corea del Nord di aumentare la propria “deterrenza nucleare” e mettere “le forze armate strategiche in alto livello di allerta in linea con i requisiti generali per la costruzione e lo sviluppo  delle forze armate  del  Paese”.

Stando a quanto riferito dall’agenzia di stampa nordcoreana, Kcna, si sarebbe inoltre discusso di “importanti passi militari e misure organizzative e politiche per sostenere ulteriormente le Forze Armate” e su come contenere le “minacce grandi o piccole dalle forze ostili”. Messaggi chiari, che probabilmente devono essere letti all’interno del gioco geopolitico che stanno portando avanti Corea del Nord e Stati Uniti.

La riunione di Kim

Pyongyang e Washington avevano infatti iniziato un reciproco avvicinamento, attraverso il quale la Casa Bianca sperava di raggiungere la tanto agognata denuclearizzazione della penisola coreana. Donald Trump si era speso in prima persona per la causa, tanto da incontrare Kim per ben tre volte tra il giugno 2018 e il luglio 2019.

Le indiscrezioni parlavano di un possibile quarto faccia a faccia tra i due leader entro la fine dell’anno, ma i buoni propositi si sono arenati in un nulla di fatto. Le crescenti tensioni con la Cina e, soprattutto, la pandemia di Covid-19, hanno spinto gli Stati Uniti ha mollare la presa sul governo nordcoreano.

Trump si è chiuso a riccio, ha smesso parlare del suo “amico” Kim e si è riferito alla Corea del Nord usando rapide battute. Dall’altra parte Kim Jong Un ha rispettato l’accordo formale preso con il presidente americano: niente test e provocazioni, anche se Pyongyang, nel corso dei mesi, ha comunque lanciato qualche proiettile. Ora il tempo sembra essere scaduto.

Il governo nordcoreano ha ricominciato a parlare di deterrenza nucleare e della necessità di rinforzare il proprio apparato militare. Che la luna di miele sia già volta al termine? Impossibile dirlo, anche se ci sono almeno due aspetti da considerare.

Tra deterrenza nucleare e rafforzamento militare

Il primo aspetto riguarda appunto la possibile, nuova posizione della Corea del Nord sullo scacchiere internazionale. Se in passato era plausibile immaginare una Pyongyang rasserenata e tranquillizzata da Washington, il silenzio di quest’ultima ha cambiato le carte in tavola. Il governo nordcoreano probabilmente si sente preso in giro e non sembrerebbe più esser disposto ad aspettare all’infinito un nuovo cenno d’intesa proveniente dall’America. Il fatto è che Trump non considera più la Corea del Nord una priorità, in parte, come detto, per l’emergenza coronavirus e in parte per il braccio di ferro con Pechino.

L’altro aspetto da considerare affronta i lunghi periodi di assenza di Kim Jong Un. Secondo fonti diplomatiche citate dai media sudcoreani, i momentanei ritiri di Kim dalla scena pubblica risiederebbero nel timore del contagio da coronavirus (anche se ufficialmente in Corea del Nord non sono stati riportati casi). C’è chi aveva parlato di gravi problemi di salute o, addirittura, della morte del leader: teorie, queste, al momento smentite dalla realtà.

In ogni caso, durante la riunione con la Commissione Militare Centrale, il quotidiano nordcoreano Rodong Sinmun ha pubblicato foto che mostrano Kim vestito con il suo completo scuro e che pronuncia un discorso, annota un documento e punta il bastone su una tavola sul podio. Anziani generali militari con la classica uniforme verde oliva sono stati visti prendere appunti quando il presidente parlava di qualche argomento sensibile. Forse proprio inerente alla deterrenza nucleare e al rafforzamento militare del Paese.

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