La guerra fra Italia e Francia danneggia tutti. Ma danneggia soprattutto Parigi. Che adesso si trova nella condizione di dover accettare due alternative: o un’Europa franco-tedesca a trazione esclusivamente germanica, oppure provare a ricostruire l’Unione europea partendo da una rinnovata alleanza con l’Italia.
Sembra impossibile in questi tempi di sfida fra Emmanuel Macron e il governo di Giuseppe Conte. Ma la Francia non può non capire l’errore strategico che sta commettendo. Perché Parigi e Berlino hanno interessi del tutto divergenti. Una potenza importatrice, l’altra esportatrice. Una una potenza legata alla difesa, l’altra prettamente alla dimensione economia e commerciale. E come se non bastasse, Parigi si deve confrontare con una realtà molto competitiva in cui la Germania ha un solo interesse: prendere il sopravvento su tutta l’Europa.
Di fronte a questo scontro fra imperi, quello francese e quello tedesco, Parigi ha scelto di legarsi anime a corpo a Berlino. Macron e Angela Merkel si sono stretti in un abbraccio fatale prima ad Aquisgrana e poi a Parigi. E hanno indicato una strada a tutta l’Europa: sarà l’asse franco-tedesco il vero motore dell’Unione europea.
Il problema è che Macron sta sbagliando premessa: che la Germania voglia un’Europa franco-tedesca. In realtà lo spirito tedesco non è affatto quello di condividere l’Ue con qualche altra potenza. Anzi, l’idea che contraddistingue da decenni l’Unione europea è quella di una Germania che decide le sorti del continente e di una Francia che accetta, in maniera più o meno supina, le decisioni assunte tra Francoforte e Berlino con il placet di Bruxelles. Perché, come spiegato da Carlo Pelanda, questa Unione è un’alleanza fra nemici e non fra amici. E questo chiarisce in maniera abbastanza netta quale sia la reale essenza del panorama politico europeo.
La guerra all’Italia non le serve per ricalibrare il potere tedesco. Ma soprattutto sta spingendo gli altri Paesi europei a guardare oltre quell’Unione europea che la Francia vuole dominare o quantomeno provare a dominare insieme alla Germania. Con questa sfida continua a Roma e ai governi europei, ma soprattutto con la costruzione dell’asse con Berlino, Macron non sta affatto creando le premesse per una Europa a trazione franco-tedesca, ma in una Europa completamente spaccata, al massimo a trazione germanica e con diversi gruppi di Paesi che si stanno costruendo delle proprie alleanze o interne all’Europa o al di fuori.
Il Gruppo di Visegrad ha ormai in Macron il suo avversario numero uno, sia in vista delle elezioni europee sia in termini strategici. Mentre si sta costruendo una sorta di alleanza anseatica composta da Olanda, Paesi scandinavi e Irlanda che sfida costantemente la politica commerciale che la Francia prova a imporre:; come ha dimostrato la scalata dei Paesi Bassi alla Kml-Air France.
Nel frattempo, la prima conseguenza che ha avuto nei rapporti con l’Italia è quella di aver fatto sì che Roma si rivolgesse direttamente verso Washington. Il governo giallo-verde ha da tempo intrapreso una politica molto più filo-atlantica che filo-europea. E lo ha confermato una dichiarazione del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, in tour negli Stati Uniti: “Nel momento in cui in Europa qualcuno pensa di fare per conto suo, forse l’Italia su alcune scelte strategiche può avere convenienza a trovare interlocutori politici, economici e finanziari negli Stati Uniti“.
Questa dichiarazione dell’Italia, per la Francia può essere una minaccia. Ma Macron non sembra averlo capito. Avere contro la Francia danneggia l’Italia, ma avere l’Italia avversa agli interessi francesi non è affatto utile al governo di Parigi. Italia e Usa sono pronti a siglare accordi bilaterali in diversi settori, a cominciare proprio dalla difesa e dal mercato bellico. Se l’Italia firma trattati bilaterali con Washington, questo danneggerà sicuramente l’industria bellica di Parigi.
Quindi, o la Francia sceglie di mettere in atto una politica più amichevole nei confronti del resto dei Paesi europei, o si ritroverà a dover gestire un’Europa completamente slegata agli interessi francesi, vincolata alle idee di Berlino e con l’Italia che blinda l’asse con gli Stati Uniti creando un polo completamente in grado di competere da solo nel mondo e che sfida apertamente la Francia. A cominciare proprio da petrolio, gas e industria militare. I tre settori che possono colpire direttamente la Francia insieme all’influenza in Africasettentrionale.