A fine aprile, l’ex primo giapponese Abe Shinzo ha postato su Twitter una foto apparentemente innocua, ma che in realtà nascondeva un messaggio ben preciso. Nell’immagine vediamo Abe sorridere e tenere in mano un ananas. Davanti a lui spiccano altri quattro frutti identici, disposti in fila uno accanto all’altro. Il cinguettio era arricchito da una breve didascalia: “Il dessert di oggi è l’ananas. Sembra davvero delizioso”. Chi non è solito seguire le vicende asiatiche potrebbe immaginare un tweet ironico, con l’ex capo di Stato giapponese presentarsi ai suoi follower come un amante degli ananas.
Non è così, visto che da un paio di mesi l’ananas è il simbolo di una “guerra aperta” tra la Cina e Taiwan. Il fatto che Abe abbia deciso di mostrarsi in pubblico circondato da quei frutti, lascia presupporre la vicinanza politica di Tokyo a Taipei. Ma andiamo con ordine, e ripercorriamo le tappe della vicenda. Il primo marzo il governo cinese ha deciso di porre una limitazione temporanea all’importazione degli ananas prodotti a Taiwan. Ricordiamo che Pechino considera quest’isola parte del suo territorio, mentre la “provincia ribelle” rivendica la propria autonomia. Dunque, la scelta del Dragone, nonostante fosse ufficialmente causata da motivi di sicurezza agroalimentare, è apparsa palesemente come politica.
今日のデザートはパイナップル。とっても美味しそう。 pic.twitter.com/1uYuJX2qmY
— 安倍晋三 (@AbeShinzo) April 28, 2021
Gli ananas della discordia
Le autorità cinesi, infatti, hanno spiegato che il ban sull’importazione di ananas taiwanese dipendeva da alcuni parassiti dannosi rilevati sui carichi di questo frutto provenienti da Taipei. Il portavoce di un’agenzia governativa cinese ha poi dichiarato a Xinhua che parassiti del genere sarebbero potuti diventare una minaccia per la sicurezza ambientale della Cina. Da qui la decisione del blocco. Al contrario, i funzionari di Taiwan erano convinti (e lo sono ancora) che tutto dipendesse dalla volontà di Pechino di esercitare pressioni sull’isola. Non a caso, in passato, il Dragone aveva già imposto divieti o dazi per limitare le importazioni di beni o merci “made in Taiwan” per motivazioni politiche, con l’obiettivo di danneggiare l’economia della provincia ribelle.
Questa volta la sospensione dell’importazione di ananas ha generato un effetto inaspettato. Quale? Gli ananas taiwanesi, anziché dirigersi in Cina, hanno preso altre strade. La loro importazione verso altri Paesi, Giappone in primis, è aumentata in maniera considerevole. In ogni caso, Tsai Ing-wen, presidente di Taiwan, ha reagito definendo “ingiusta” la pratica commerciale di Pechino. Tsai ha quindi sottolineato come il 99.97% degli ananas esportati avesse superato i controlli di qualità, oltre ad aver incoraggiato i cittadini taiwanesi a consumare più ananas coltivati dagli agricoltori locali.
是非とも #台湾パイナップル をご堪能ください!五個で足りなければ、気軽にお知らせください。いつでもお送りします! https://t.co/GvSPkPubPY
— 蔡英文 Tsai Ing-wen (@iingwen) April 28, 2021
L’asse Giappone-Taiwan
In pochi giorni, l’anans è diventato il simbolo del patriottismo taiwanese da sfoggiare in chiave anticinese. Il tweet di Abe è dunque emblematico della posizione giapponese, e del desiderio di Tokyo di appoggiare le istanze taiwanesi. Non a caso, il cinguettio dell’ex primo ministro nipponico è stato ripreso dalla presidente Tsai. Ironica e altrettanto chiara la sua risposta: “Divertitevi! Se cinque (anans ndr) non bastano, non esitare a farcelo sapere. Ve ne invierò altri in qualsiasi momento”. Insomma, la “diplomazia dell’ananas” ha creato un asse Giappone-Taiwan che potrebbe rappresentare un serio problema per la Cina. Soprattutto in ottica futura.
I numeri del commercio di ananas è molto esemplificativo. Stando ai dati diffusi dal ministero dell’Agricoltura taiwanese, nel corso dell’ultimo anno Taiwan ha esportato quasi 46mila tonnellate di ananas, il 90% delle quali verso la Cina. Ora che Pechino ha chiuso le porte a Taipei, Tokyo potrebbe abilmente sfruttare la situazione per imbastire nuovi accordi commerciali con il governo taiwanese. Da questo punto di vista, la diplomazia dell’ananas potrebbe avvicinare a Taiwan Paesi politicamente ostili alla Cina, come il Giappone, l’Australia (entrambi nel Quad) ma anche altri Stati dell’Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico). Nel frattempo, stando a quanto riferito da Taiwannews, il governo giapponese ha già ordinato 6mila tonnellate di ananas made in Taiwan, superando ogni record precedente.