Dalla comunicazione di marca progressista al conservatorismo sovranista: la parabola del giornalista Pascal Humeau rappresenta, in maniera metaforica, la speranza del fronte lepenista.
Se il cosiddetto arco costituzionale iniziasse davvero a ritenere spendibile la causa di Marine Le Pen e della formazione politica fondata nel dopoguerra dal padre Jean Marie – poi trasformatasi in Rassemblement National – allora la storia di Francia potrebbe cambiare in breve tempo. Perché certificherebbe come lo sbarramento, quello che si manifesta di solito nel secondo turno delle elezioni presidenziali premiando di volta in volta i Repubblicani o i Socialisti, sia venuto meno. E il fatto che Humeau sia passato da occuparsi di Bfm.tv, che è un emisfero televisivo considerato prossimo alle istanze di Emmanuel Macron, a contribuire alla causa personale di Jordan Bardella, giovane europarlamentare – che avevamo intervistato in esclusiva poco prima delle elezioni europee – e vertice del lepenismo transalpino, può alimentare questa sensazione sul crollo di un pregiudizio storico. Quello che non ha mai consentito al Front National di recitare una parte maggioritaria nello scacchiere politico francese.
Jordan Bardella – come vi abbiamo già raccontato – è l’enfant prodige della destra d’Oltralpe. Quando si è trattato di scegliere il capolista per la tornata di Strasburgo e Bruxelles, Marine Le Pen ha individuato il suo uomo senza pensarci troppo: Jordan Bardella, che ha anche origini italiane, incarna meglio di tutti il nuovo corso. Se non altro perché non può, per motivazioni di carattere anagrafico, essere associato ad un passato estremista. Il Fn e la sua immagine devono essere archiviati. Marine Le Pen ci ha lavorato sin dal giorno dopo la sconfitta contro Macron. E poi c’è quel dato sui primi anni di militanza: Bardella ha iniziato nelle periferie parigine. La Le Pen, che ha difficoltà in buona parte dei grandi centri urbani, è sicura di dover puntare sugli elettori di quelle zone.
Ma qual è il ruolo di Pascal Humeau all’interno del team di Bardella? Una dichiarazione rilasciata di recente dal giornalista – la stessa che è stata riportata da Valeurs Actuelles – è utile per comprendere il passaggio: “L’unica domanda trabocchetto è la domanda che non abbiamo preparato. Quindi la regola numero uno è anticipare tutte le domande che potrebbero essere disturbate”, ha detto l’ex comunicatore macroniano. Nel mondo anglosassone, si chiamerebbe “spin doctor” o “chief strategy”. In Italia, invece, parleremmo di consulente comunicativo. Ma il succo non cambia. Humeau è diventato la guida mediatica di Bardella. E per quanto questa possa raffigurare solo l’eccezione che conferma la regola – quella sulla distanza siderale tra il lepensimo e il riconoscimento istituzionale – il segnale merita di non essere sottovalutato.
Secondo quanto riportato da Libero, poi, Bardella ha parlato di questa vicenda come di un passaggio teso alla “normalizzazione” del Rassemblement National. C’è una certa consapevolezza di quello che sta accadendo. Una volta si sarebbe chiamato “sfondamento a sinistra”: era una strategia della corrente rautiana nel Movimento Sociale. Altri casi di questa tipologia – tutti valevoli per il contesto francese – sono stati segnalati dalla fonte sopracitata. Ma la storia di Pascal Humeau non è quella di un massimalista di sinistra che finisce per fare il giro, sedendosi a destra. Il giornalista, come altri autori di migrazioni partitiche, non era vicino a Jean Luc Mélénchon. Humeau, stando alle fonti evidenziate, era proprio un alfiere del liberal-progressismo. E questo non può che stupire.
Lo stratagemma di Marine Le Pen – quello teso a ripulire la storia del sovranismo francese dalle contaminazioni (per così dire) degli anni 90′ – sta pagando. Altra spiegazione, a ben guardare, non c’è. Ma i movimenti degli addetti ai lavori contano sino a un certo punto. Bisognerà vedere – e questa poi è davvero l’unica cosa che conta – se gli stessi modi idealistici interesseranno o no l’elettorato. Solo in quel caso Le Pen potrà davvero puntare, senza temere uno sbarramento istituzionale, all’Eliseo.