Da Palazzo Chigi è arrivata la notizia di una lunga telefonata tra il presidente del consiglio Giuseppe Conte ed il presidente russo Vladimir Putin.
Oggetto principale della discussione è stato il dossier libico: l’Italia in questi giorni è tornata sulla questione, specialmente dopo l’accordo tra Tripoli ed Ankara per arrivare alla stesura di un memorandum che ha, di fatto, posto Roma in una posizione marginale rispetto ad altri attori internazionali.
Dopo il viaggio del ministro degli esteri Luigi Di Maio proprio in Libia nei giorni scorsi, sia dalla Farnesina che da Palazzo Chigi è aumentato il pressing per riportare l’Italia al centro del discorso.
E così, dopo la telefonata nel giorno di Natale proprio tra Di Maio ed il suo omologo russo Sergej Lavrov, nelle scorse ore è stata rivelata una conversazione “lunga ed articolata”, come definita in una nota di Palazzo Chigi, tra Conte e Putin.
I due, come si è appreso sempre tramite comunicati trapelati dalla sede della presidenza del consiglio, hanno discusso delle ultime evoluzioni sul campo e sulla possibilità di dare comune sostegno alla conferenza di Berlino. Al termine del bilaterale telefonico, sia Conte che Putin si sono ripromessi di risentirsi nei prossimi giorni per ulteriori aggiornamenti.
Come detto in precedenza, il contesto dei colloqui telefonici con Mosca riguarda il tentativo italiano di tornare centrale nel dossier libico. Uno sforzo, come già rappresentato nei giorni scorsi su InsideOver, che appare come una vera e propria corsa disperata. Conte, spiazzato da Donald Trump all’inizio di questo mese di dicembre, con il presidente Usa che ha fatto intendere di non considerare prioritario il dossier libico e di non poter dare ampio sostegno all’Italia sotto questo fronte, adesso prova le sortite su Mosca.
Tentativi affannosi di recuperare il tanto tempo perduto, in cui sia Roma e sia le varie cancellerie europee hanno mostrato poca incisività sul dossier. Conte ha chiamato Putin in relazione al sempre più forte impegno russo in Libia, con Mosca impegnata tramite i contractors della Wagner nel sostenere il generale Haftar.
L’incontro che può cambiare gli equilibri in Libia
I contatti lungo l’asse Roma – Mosca di queste ore non sono certamente casuali. Dopo aver capito che l’aiuto da Washington non arriverà, l’Italia prova a puntare l’attenzione su quelle che, al momento, appaiono le principali potenze impegnate in Libia: Russia e Turchia. Lo scorso 24 dicembre, il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha sentito in un altro colloquio telefonico Mevlut Cavusoglu.
Un ulteriore passo del governo italiano per provare ad essere coinvolto nella fase decisionale propria di Russia e Turchia, con Ankara peraltro in procinto di inviare le truppe a sostegno dell’esecutivo guidato da Fayez Al Sarraj.
Roma dunque è ben consapevole del suo ritardo dovuto all’inattività dei mesi scorsi sul dossier libico. Ed aspetta quindi novità in vista del vertice proprio tra il presidente russo e turco previsto, il prossimo 8 gennaio, ad Istanbul. In quella data, Putin ed Erdogan si incontreranno ufficialmente per parlare del Turkish Stream ma in agenda c’è anche la discussione sulla Libia. Ed è in questa sede, prima ancora nella prospettata (ma al momento non organizzata) conferenza di Berlino, che si attendono sostanziali svolte inerenti il futuro del paese nordafricano. L’obiettivo dell’Italia, in questo momento, sembra essere quello di non apparire come una spettatrice distante del bilaterale Putin – Erdogan. Obiettivo certamente non semplice da raggiungere.