Si chiama “Centro di eccellenza per il contrasto alle minacce ibride” ed è stato inaugurato lo scorso ottobre a Helsinki, in Finlandia. Voluto dal governo finlandese, il centro ha come obiettivo quello di “contribuire alla sicurezza in Europa al fine di rafforzare la cooperazione tra Ue e Nato” contro Mosca, in linea con la risoluzione congiunta sulle minacce ibride adottata nell’aprile 2016 dal Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg e dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione Europea Federica Mogherini.

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“Il centro – secondo le fonti ufficiali – segue un approccio globale, multinazionale, multidisciplinare e accademico” ma soprattutto serve per rafforzare “il dialogo e le consultazioni a livello strategico tra i partecipanti, l’Ue e la Nato” nonché a “condurre ricerche e analisi per contrastare le minacce ibride”. Il nuovo centro di analisi e studi ha a disposizione un budget di 1,5 milioni di euro, necessari per predisporre una strategia da adottare nella “guerra ibrida” contro la Federazione Russa, analizzando tutto ciò che è necessario per indebolire e destabilizzare il governo dell’avversario. 

Il centro sostenuto da Ue e Nato per contrastare Mosca 

Come spiega Foreign Policy, il centro fa parte di un più ampio sforzo portato avanti dalla Nato e dall’Ue per mettere in sinergia le rispettive competenze e adattarsi rapidamente al volto mutevole della “guerra ibrida”, una strategia che abbraccia una vasta gamma di attività, dalla guerra tradizionale al sabotaggio cibernetico. Parlando all’evento inaugurale del centro, il Segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg e Federica Mogherini, il capo della politica estera dell’Ue, hanno confermato che l’iniziativa “è una risposta alla Russia”.

Entrambi hanno inoltre sottolineato l’importanza di ospitare il centro proprio in Finlandia, paese membro dell’Ue ma non della Nato, “come testimonianza di un livello senza precedenti” di cooperazione tra le due organizzazioni. Da allora, il centro ha ricevuto moltissime attenzioni da parte delle istituzioni: il presidente finlandese Sauli Niinisto lo ha descritto come un “contributo chiave per la sicurezza europea”, mentre il segretario alla Difesa Usa James Mattis, lo ha definito un “istituto idoneo per il nostro tempo”. Dopotutto, come recentemente confermato dallo stesso Mattis, abbandonata la War on Terror, la strategia nazionale di difesa del Pentagono ora mira a contrastare Mosca e Pechino e superarli in termini di capacità militari.

La Finlandia nella guerra ibrida

Secondo quanto ha affermato dal comandante delle forze armate finlandese, il generale Jarmo Lindberg, e riportato da Newsweek, l’attività militare nella regione ha indotto Helsinki a ripensare i precedenti tagli alla difesa e ad impegnarsi per espandere le proprie forze militari. Come ammesso dallo stesso generale, l’Alleanza Atlantica ha aumentato la propria pressione sui suoi confini orientali, militarizzandoli: “La Nato ha dislocato le proprie truppe negli stati baltici, mentre in Polonia ha una presenza diretta. C’è poi un’unità di US Marine Corps in Norvegia, mentre la Svezia ha riportato le sue truppe sull’isola di Gotland”, ha detto Lindberg a Defense News.

“L’attività militare complessiva in tutta la Finlandia è cresciuta negli ultimi quattro, cinque anni. Ciò significa che anche noi siamo in una situazione in cui abbiamo analizzato le nostre capacità militari, la nostra preparazione militare e, sulla base della nostra analisi, abbiamo cambiato strategia”, ha aggiunto. Lo scorso ottobre, la Russia ha accusato gli Stati Uniti di violare un trattato di pace tra Mosca e la Nato dopo che il Pentagono ha schierato un nuovo reggimento in Polonia, a circa 100 miglia dall’enclave militarizzata della Russia, a Kaliningrad. L’ultimo tassello di una guerra ibrida che si combatte su più fronti.