Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha inviato un messaggio al Congresso, tornato a riunirsi dopo le festività natalizie, nel quale ha enumerato le sue priorità legislative per l’anno che verrà: dalla riforma delle tasse all’autonomia della Banca Centrale passando per la creazione di nuovi posti di lavoro. Il Capo di Stato dovrà cercare di far approvare le sue proposte da un Parlamento diviso e frazionato ed anche per questo non facilmente addomesticabile. La maggioranza presidenziale appare comunque salda anche se la presenza di numerosi partiti politici non semplifica di certo un quadro complessivo che potrebbe essere soggetto a repentini mutamenti.

Vento in poppa

Bolsonaro, considerato da alcuni come una figura politica divisiva, godrebbe però di un’accresciuta stima da parte della popolazione: un sondaggio , infatti, riferisce come il  suo tasso di approvazione sia passato dal 41 per cento di agosto 2019 al 48 per cento. Un’altra inchiesta demoscopica, invece, lo vedrebbe nettamente in testa nelle intenzioni di voto, 29 per cento a 17, nei confronti dell’ex presidente Lula. La rinnovata popolarità di Bolsonaro è probabilmente aiutata dallo stato di salute dell’economia che dovrebbe crescere, nel 2020, dell’1,6 per cento e nel 2021 del 2,3 per cento. Il presidente è anche riuscito a completare, nel 2019, la riforma del sistema pensionistico ed il governo ha privatizzato, nel corso dell’anno, molte più compagnie pubbliche di quanto preventivato riuscendo, in questo modo, ad incoraggiare la crescita del mercato del lavoro nel settore privato. Il traino positivo generato da un sistema economico in ripresa potrebbe dunque facilitare le azioni del presidente e privare i suoi avversari di svariate frecce nel proprio arco. In politica estera, invece, Bolsonaro si è dimostrato particolarmente vicino al presidente americano Donald Trump riuscendo, in questo modo, a dare vita ad una partnership in grado di ribaltare gli equilibri politici dell’America Latina e di minacciare più concretamente la sopravvivenza politica del regime venezuelano, con cui non ha relazioni particolarmente cordiali. L’assenza di avversari di rilievo sullo scacchiere regionale, a causa della crisi economica di Caracas e di Buenos Aires, è destinata a far risaltare ancora di più la figura politica del Capo di Stato,

Le controversie

La presidenza Bolsonaro è stata segnata, però, anche da una serie di controversie, come quella con il presidente francese Macron in merito agli incendi che hanno devastato l’Amazzonia. Hanno poi suscitato polemiche, in passato, le lodi rivolte alla dittatura militare brasiliana, al potere tra il 1964 ed il 1985, che fece ampio uso di torture contro i suoi oppositori. Il presidente è inoltre in favore della liberalizzazione del possesso delle armi da fuoco mentre i rapporti con le minoranze indigene potrebbero definitivamente guastarsi dopo l’introduzione di un disegno di legge che permetterà lo sfruttamento minerario, agricolo ed idroelettrico dei territori abitati dai nativi brasiliani. La misura è stata definita una “legge-genocidio”, come riportato da Deutsche Welle, da parte dei leader indigeni e contribuirà di certo ad irritare gli ambientalisti, come anticipato dallo stesso Bolsonaro. Il Capo di Stato, nel recente passato, ha affermato che le terre indigene costituiscono un ostacolo alla sovranità statale e che potrebbero inficiare lo sviluppo economico del Paese: parole dure che lasciano presagire, nel prossimo futuro, un duro scontro tra le parti e qualche difficoltà nella realizzazione di questi piani da parte dell’esecutivo di Brasilia.

 





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