Con la crisi che si sta verificando a livello internazionale, le mutate condizioni geopolitiche e le recenti proteste nate dall’uccisione in Minnesota del cittadino afroamericano George Floyd il panorama politico mondiale dei prossimi mesi e anni potrebbe cambiare radicalmente. Sono sempre di più i Paesi nei quali, stando ai sondaggi, si sta assistendo alla crescita di partiti fino a poco tempo soltanto marginali e che adesso, invece, stanno tallonando – se non addirittura superando – i movimenti storici dei Paesi occidentali. E a causa di questo scenario, considerando anche l’ultimo scandalo finanziario che ha causato più di una critica a Berlino, anche in Germania si potrebbe assistere ad un mutamento radicale degli equilibri politici che siamo stati abituati a conoscere sostanzialmente dalla sua riunificazione. In una situazione che, dati alla mano, sembra favorire due partiti apparentemente agli antipodi ma legati dalla loro carica propositiva: i Verdi e Alternative für Deutschland (AfD).

La crisi dei “liberal” e della socialdemocrazia

Con l’unificazione della Germania e con la nascita del mercato e della valuta comune, Berlino si era aperta completamente negli scorsi decenni a quelle logiche commerciali liberiste proprie del mondo dell’Europa occidentale. In buona parte, anche con la messa in discussione delle sue più scolastiche dottrine che avevano portato nello scorso secolo alla nascita della cosiddetta “socialdemocrazia tedesca“, la quale si è dovuta adattare alle mutate condizioni geopolitiche e alterati interessi internazionali. In questo scenario, tuttavia, grazie all’imponente forza del suo comparto produttivo e grazie alla nascita di fiorenti attività finanziarie che hanno reso nuovamente grande il Paese, le logiche liberali e socialdemocratiche hanno sempre convinto gli elettori tedeschi.

In questo modo, lo stesso panorama politico ha sempre goduto di una quasi inalterata continuità e che negli ultimi anni ha visto la cancelliera Angela Merkel come leader e al tempo stesso stereotipo del politico tedesco. Tuttavia, con la crisi dei debiti sovrani del 2011 che ha indebolito il Vecchio continente (e la Germania di riflesso) e soprattutto con la pandemia di Covid-19 qualcosa sembra però essere mutato. In parte a causa della sfiducia verso quei politici di lungo corso che si sono rivelati inadatti ad affrontare la crisi sanitaria e in parte per le maggiori attenzioni dei tedeschi verso il “green new deal” (osteggiato dalla politica tradizionale), il Bundestag non sembra mai essere stato messo tanto in discussione. E in questo scenario, i Verdi e AfD potrebbero utilizzare la loro dialettica prorompente e la loro carica innovativa per attaccare i partiti tradizionali, creando un flusso in entrata di elettori in grado di mettere in discussione gli odierni equilibri di palazzo.

I Verdi ambiscono alla cancelleria?

Come sottolineato in molte occasioni, Verdi e AfD condividono molti elementi che potrebbero metterli in una condizione di favore nei confronti dell’elettorato rispetto ai partiti tradizionali. Tuttavia, sono separati anche da un’ideologia politica agli antipodi e da obiettivi completamenti differenti, a causa delle differenti ambizioni che ora come ora sono nelle loro possibilità.

Mentre infatti molto difficilmente AfD possa ambire ad una posizione di governo a causa dell’impossibilità di sorreggere un governo da solo e difficilmente conciliabile con le ideologie degli altri partiti, per i Verdi potrebbe aprirsi presto un’autostrada in grado di condurli sino, forse, alla cancelleria. Come sottolineato dalla testata tedesca DerSpiegel, infatti, con la pubblicazione dell’ultimo programma di partito i Verdi sembrano essersi avvicinati molto alle volontà dell’elettorato, sfatando anche quei tabù che molto spesso li avevano rallentati.

Con un ulteriore incremento dei consensi rispetto alle stime attuali, le possibilità che i Verdi possano ricoprire posizioni di rilievo all’interno della politica tedesca nei prossimi anni è molto elevato. In un momento di instabilità come quello odierno, infatti, potrebbero addirittura essere gli unici a poter proporre una figura in grado di “svecchiare” l’immagine del governo tedesco e sostituire anche la stessa cancelliera Merkel. E chissà se, in questo scenario, le prossime elezioni federali del 2021 non possano riservare più di una sorpresa.

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