L’Austria potrebbe presto avere, ad oltre tre mesi di distanza dalle elezioni legislative di settembre, un nuovo esecutivo. L’ex Cancelliere Sebastian Kurz, che aveva guidato, fino al mese di maggio, un governo di coalizione tra il suo Partito Popolare e la destra radicale del Partito delle Libertà, ha annunciato nella serata di mercoledì il raggiungimento di un accordo con Werner Kogler, leader dei Verdi. L’inedita partnership è frutto di lunghi negoziati volti ad appianare le differenze tra due partiti politici che, almeno stando alle apparenze, non hanno molto in comune. Kurz ha dichiarato che è stato possibile ” unire il meglio dei due mondi politici” e che si “potranno proteggere tanto i confini quanto il clima”. Kogler, invece, ha affermato che l’Austria dovrà divenire leader nella lotta al cambiamento climatico e che “è stato concordato molto più di quanto ci si sarebbe potuto aspettare in un primo momento”.
Un progetto ambizioso
Sebastian Kurz dovrebbe tornare ad occupare il ruolo di Cancelliere mentre Kogler dovrebbe divenire il suo vice. I due leader hanno anche accennato al fatto che l’esecutivo abbasserà, in linea generale, le tasse ma ne introdurrà di nuove in ambito ambientale. Le differenti percentuali di voti ottenute alle consultazioni di settembre dovrebbe ripercuotersi anche sull’assegnazione dei ministeri: la parte del leone dovrebbero farla i Popolari che avevano conseguito il 37 per cento dei suffragi mentre il 14 per cento sfiorato dai Verdi dovrebbe valere 4 dicasteri su 15. I due schieramenti potranno contare, all’interno del Consiglio Nazionale , su 97 seggi su un totale di 183 scranni: un numero piuttosto rassicurante che dovrebbe consentire, almeno in una fase iniziale, il perseguimento del programma di governo.
L’ultimo ostacolo che si frappone alla nascita dell’esecutivo è il voto del Congresso Nazionale dei Verdi, che si riunirà sabato. Questo organismo sarà chiamato ad approvare o respingere quanto concordato dalla leadership ma non ci dovrebbero essere sorprese e l’accordo dovrebbe ricevere luce verde dall’assemblea.
Le prospettive
Popolari e Verdi hanno rischiato molto nel voler perseguire questo progetto politico che potrebbe anche rivelarsi fallimentare. I benefici immediati, però, non sono pochi: Kurz tornerà ad essere Cancelliere, il suo partito potrà controllare i ministeri chiave come Esteri, Interni e Difesa ed il fallimento della sua precedente esperienza di governo con la destra radicale potrebbe essere così dimenticato in fretta. I Verdi, invece, avranno la possibilità, per la prima volta nella loro storia, di prendere parte ad un esecutivo nazionale e potranno dunque incidere, concretamente, sulle politiche decise a livello nazionale. Il rischio, però, è che le differenze tra i due movimenti, che guardano rispettivamente a destra ed a sinistra, possano portare nel lungo termine ad un’implosione dell’impalcatura di governo. Entrambi gli schieramenti, come è naturale che sia, vorranno ottenere il massimo in termine di successi politici individuali e ciò potrebbe andare a discapito delle aspettative del partner di coalizione. Come riportato dalla Reuters, infatti, la possibilità dell’esecutivo di durare cinque anni sarà determinata dalla capacità dei Verdi di ottenere dei risultati concreti sulle tematiche politiche che stanno loro più a cuore e bisognerà vedere se nella quotidianità le due parti riusciranno a mantenere buoni rapporti nel lungo termine. Il modello austriaco, infine, potrebbe essere replicato anche a Berlino dove la Grande Coalizione tra Popolari e Socialdemocratici e sempre più in crisi e dive i Verdi stanno emergendo come forza principale della sinistra.