Il Dipartimento di Stato ha completato le indagini interne sull’uso dell’email privata dell’ex Segretario di Stato Hillary Clinton e ha riscontrato violazioni da parte di 38 persone, alcune delle quali potrebbero essere soggette a provvedimenti disciplinari. L’inchiesta, avviata più di tre anni fa, ha stabilito che quelle 38 persone sono “colpevoli” di aver inviato informazioni classificate all’e-mail personale di Clinton in 91 casi. Si tratta di 38 funzionari del Dipartimento di Stato, ma non sono stati identificati.

Sebbene il rapporto identifichi violazioni, afferma che gli investigatori non hanno trovato “nessuna prova persuasiva di una gestione sistematica e deliberata di informazioni classificate”. Tuttavia, ha anche chiarito che l’uso dell’email privata da parte di Hillary Clinton ha esposto le informazioni classificate a una maggiore vulnerabilità. L’indagine interna del Dipartimento di Stato americano ha riguardato 33 mila mail che l’ex first lady ha fornito per una revisione dopo lo scandalo dell’uso della mail privata per gestire questioni sensibili e informazioni riservate. Il Doj ha sottolineato di aver riscontrato 588 violazioni in totale che riguardavano informazioni all’epoca o ancora adesso ritenute classificate, ma non è stato possibile individuare responsabilità in 497 casi.

“Uso e-mail privata ha aumentato i rischi per la sicurezza”

L’ex Segretario di Stato ha gestito la sua posta elettronica in maniera irresponsabile e sconsiderata, esponendo informazioni riservate e classificate degli Stati Uniti a gravi rischi. Come spiega il Dipartimento di Stato nel suo rapporto, “l’uso di un sistema di posta elettronica privato per condurre affari ufficiali ha aggiunto un maggior grado di rischio” in quanto una mail privata è priva “di monitoraggio della rete e di rilevamento delle intrusioni da parte del Doj”. Nel luglio 2016, l’Fbi, attraverso l’ex capo del bureau James Comeycomunicò che non ci sarebbe stata alcuna incriminazione per l’ex segretaria di Stato, in merito al contestato utilizzo di un server privato per la posta elettronica, nel periodo in cui la Clinton guidava la diplomazia Usa. Comey definì Clinton e il suo staff “estremamente negligenti” per quanto hanno combinato con la storia delle mail, ma sottolineò che non c’era alcuna prova che abbiano inteso violare la legge.

La decisione di non incriminare l’ex candidata alla Casa Bianca ha sollevato molte perplessità. Come ha rilevato il giornalista investigativo John Solomon, “Inizialmente il capo avvocato dell’Fbi James Comey pensava che Hillary Clinton dovesse essere incriminata, e l’ufficio scrisse una bozza a sostegno di quella decisione, salvo poi rinunciare”. Abbiamo appreso poi che l’Fbi “scelse volontariamente di ignorare prove altamente classificate nel caso delle e-mail. È esattamente quel tipo di comportamento che porta molti americani a chiedersi se ci siano due sistemi giudiziari all’interno dell’Fbi: uno per i Clinton e uno per il resto del Paese”.

La polemica di Hillary Clinton con Tulsi Gabbard

Hillary Clinton è al centro di un feroce scontro politico con la candidata dem e veterana di guerra Tulsi Gabbard. Pur senza nominarla, la Clinton ha accusato la Gabbard di essere un “asset” dei russi. “Non sto facendo previsioni – ha dichiarato Hillary Clinton – ma penso che [i russi] abbiano concentrato le proprie attenzioni su qualcuno che è attualmente in corsa nelle primarie democratiche”, ha detto Clinton, parlando in un podcast con l’ex consigliere di Obama David Plouffe. “È la preferita dei russi”. Durissima la risposta della Gabbard: Fantastico! Grazie, Hillary Clinton. Tu, la regina dei guerrafondai, incarnazione della corruzione e personificazione della putrefazione che ha infettato il Partito Democratico per così tanto tempo, sei finalmente uscita allo scoperto” ha sottolineato in un post pubblicato sui social network.

“Dal giorno in cui ho annunciato la mia candidatura, è iniziata una campagna orchestrata per distruggere la mia reputazione. Ci chiedevamo chi ci fosse dietro e perché. Ora lo sappiamo: sei sempre stata tu, attraverso i tuoi delegati e potenti alleati nei media corporativi, a temere la minaccia che io rappresento. Ora è chiaro che queste primarie sono tra te e me. Non nasconderti codardamente dietro i tuoi delegati. Unisciti direttamente alla gara”.

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