L’omicidio dell’ingegnere palestinese Fadi al-Batsh a Kuala Lumpur, in Malesia, ha un significato molto importante. Da una parte, indica che i servizi coinvolti nella questione palestinese (in particolare il Mossad) tornano a commettere omicidi eccellenti. Dall’altra parte, il fatto che il ricercatore fosse legato ad Hamas e che stesse in Malesia, conferma che la rete dell’organizzazione palestinese è molto estesa in tutto il mondo.
Hamas cerca di uscire da Gaza
Come spiegato dal quotidiano Haaretz, Hamas si trova in una posizione molto difficile a causa dell’assedio israeliano cui è sottoposta la Striscia di Gaza. Il confine presidiato e i tunnel distrutti dal nuovo muro stanno rendendo impossibile per Hamas avere contatti con l’esterno. Cosa che comporta anche un crollo della capacità militare di Hamas, specialmente in ambito tecnologico e di ottenimento di nuove armi. E adesso cerca in tutti i modi andare all’estero.
Personaggio cardine di questa internazionalizzazione è Maher Salah, il capo di Hamas all’estero e molto vicino al vice capo del movimento, Saleh al-Arouri. Salah vive per lunghi periodi negli stati del Golfo Persico, spostandosi dove riesce a trovare canali per ottenere fondi o nuove armi o contatti per il reclutamento di persone utili alla causa.
Stando alle ultime informazioni dell’intelligence, i Paesi più coinvolti in questa rete di Hamas sarebbero Turchia, Indonesia e Libano. Stati in cui l’organizzazione palestinese non solo troverebbe nuovi fondi, ma riuscirebbe anche a reclutare attivisti e creare quei contatti utili per ottenere ciò di cui ha bisogno per rinforzarsi militarmente.
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I Paesi dove opera Hamas
Nel 2015, Salah è stato arrestato in Arabia Saudita con l’accusa di riciclaggio di denaro sporco e contrabbando. Il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha congelato i suoi beni e ha vietato a chiunque di fare affari con lui. Ma questo non gli ha evitato la possibilità di essere di nuovo operativo.
In Indonesia, ad esempio, Salah ha trovato terreno fertile per fare in modo che ingegneri e accademici palestinesi possano lavorare sullo sviluppo delle armi per Hamas. Persone come Fadi al-Batash, il palestinese ucciso da due uomini ritenuti agenti “occidentali”, servono proprio a questo scopo. E nel sud-est asiatico, il fatto che vi siano le più numerose comunità musulmane del mondo aiuta a trovare contatti e a sviluppare reti molto estese.
Per quanto riguarda il Qatar, invece, qui l’opera di Salah e di Hamas è nello specifico quella della raccolta fondi.Negli anni, Hamas ha costruito una rete di contatti con molti uomini d’affari dell’emirato che hanno finanziato per lunghi periodi le attività dell’organizzazione. Il blocco saudita contro il Qatar, in questo senso, è stato un colpo durissimo all’organizzazione palestinese.
Un altro teatro importante per le operazioni di Hamas è la Turchia. A febbraio di quest’anno, l’agenzia d’intelligence israeliana Shin Bet ha scoperto una rete di finanziamento per Hamas, condotta da turchi e palestinesi. Negli ultimi anni, la Turchia è diventata un importante centro per l’organizzazione della Striscia di Gaza. E questo nonostante la Turchia abbia da sempre rapporti molto approfonditi con i servizi israeliani, al netto delle divergenze fra Recep Erdogan e Benjamin Netanyahu.
Il nodo Libano
Anche in Libano la situazione appare tutt’altro che semplice. L’attentato contro un alto funzionario di Hamas a Sidone quest’inverno dimostra che la rete palestinese ha delle importanti radici anche nel Paese dei cedri. E questo è interessante anche per comprendere il fatto che Israele consideri fortemente connessi il fronte di Gaza e quello libanese. Salah opera in Libano proprio insieme a Saleh Arouri, che sembra stia spingendo per costruire relazioni più strette con l’Iran tramite Hezbollah.
L’obiettivo di Hamas potrebbe essere quello di aprire un secondo fronte contro Israele quando quello di Gaza sarà a rischio di cedimento. L’idea è che solo un fronte duplice possa consentire a Hamas di allentare la pressione sulla Striscia, ma è anche possibile che Hezbollah e l’Iran, divisi ideologicamente e culturalmente da Hamas, possano non concordare su queste prospettive. Ma in questi giorni, è stato lo stesso segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ad accusare Israele di aver ucciso il ricercatore palestinese Fadi al Batash. E a gennaio, ha accusato Israele di aver tentato di uccidere il comandante di Hamas, Mohammed Hamdan, nel sud del Libano. Segno che i rapporti sono ormai alla luce del sole.