Donald Trump accoglie alla Casa Bianca Juan Guaidò, il leader dell’opposizione venezuelana, autoproclamatosi presidente ad interim del Paese. L’annuncio è arrivato dall’amministrazione Usa, che ha subito sottolineato come il vertice rappresenti un’ “occasione per riaffermare l’impegno americano verso il popolo venezuelano e per discutere di come possiamo lavorare con Guaidò per accelerare una transizione democratica che metterà fine alla crisi in corso”.
Il rivale numero uno di Nicolas Maduro ha visto anche il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence. Al bilaterale erano presenti anche i senatori repubblicani Rick Scott e Marco Rubio, il “commissario presidenziale” per le relazioni estere del Venezuela, Julio Borghes, e Carlos Vecchio, rappresentante nominato da Guaidò nonché ambasciatore venezuelano a Washington riconosciuto dagli Usa.
Non è stata resa nota la natura dell’incontro tra Guaidò e Trump, anche se ci sono vari elementi che lasciano presupporre una nuova e imminente pressione statunitense nei confronti di Caracas. Innanzitutto il vertice non era in agenda; ignoti anche i temi trattati nel corso del meeting. Certo è che le parole rilasciate da un alto funzionario Usa all’agenzia russa Sputnik aiutano, in un certo senso, a comprendere meglio la situazione.
L’obiettivo degli Stati Uniti
La fonte anonima ha spiegato che “nei prossimi 30 giorni vedrete alcune misure di impatto, che saranno molto importanti e paralizzeranno ulteriormente il regime di Caracas”. La stessa voce ha ribadito come il Venezuela sia diventato la priorità numero uno per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump.
In altre parole, Washington potrebbe incrementare la sua pressione su Maduro così da favorire una transizione al potere in Venezuela, favorendo proprio Guaidò. Nei giorni scorsi il leader venezuelano dell’opposizione aveva detto che avrebbe “fatto di tutto” per incontrare Trump, e alla fine così è stato.
Si pensava che i due potessero incontrarsi a Miami ma alla fine l’autoproclamato presidente venezuelano è stato accolto alla Casa Bianca. Ricordiamo che Trump aveva speso parole al miele per Guaidò, definendolo “il vero e legittimo presidente del Venezuela”.
La missione di Guaidò
Per quanto riguarda l’incontro, Trump ha chiesto a Guaidò di portare un messaggio all’intero popolo venezuelano: “Tutti gli statunitensi sono uniti ai venezuelani in questa lotta per la libertà. Il socialismo distrugge le nazioni, ma ricordatevi che la libertà unifica le anime”.
Dal canto suo Guaidò prosegue nella sua missione internazionale per tessere rapporti diplomatici e alleanze con quanti più governi possibili al fine di mettere con le spalle al muro Maduro. Quest’ultimo è stato definito da Trump un “tiranno che maltratta il suo popolo e si aggrappa alla sua tirannia”.
Il “tour” di Guaidò ha toccato, oltre agli Stati Uniti, anche Colombia, Regno unito, Bruxelles, il palcoscenico del Forum di Davos, Francia, Spagna e Canada. Tra i leader politici che sembrano aver deciso di appoggiare il rivale di Maduro troviamo Angela Merkel, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, il ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz. I punti chiave della missione di Guaidò convergono su un punto: “Fissare strategie per evitare ilcontrabbando di oro, sviluppare il tema migratorio e aumentare ancora di più, tramite sanzioni, la pressione sulla dittatura”.