Foto d’archivio. Sarebbe il quinto episodio noto avvenuto nelle ultime due settimane nel Golfo Persico, tra le unità navali del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica e la Marina statunitense. L’ultimo incidente è avvenuto domenica scorsa. L’USS Firebolt, pattugliatore classe Ciclone, è stato costretto a cambiare rotta a causa delle manovre poco professionali effettuate da sette piccole unità del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica. Una delle navi iraniane – spiegano dal Pentagono – procedeva a tutta velocità in rotta di collisione contro l’USS Firebolt che è stata costretta a cambiare rotta, a circa 90 metri di distanza. Dalla US Navy precisano che l’equipaggio del Firebolt ha tentato per tre volte di comunicare con le unità iraniane, non ricevendo mai risposta. Le navi iraniane erano armate: non si erano mai avvicinate così tanto ad un vettore della Marina statunitensePer approfondire: L’Iran: “Pronti a colpire la Marina Usa”“Azioni del genere possono portare ad errori di calcolo e richiedere misure difensive aggiuntive – ribadiscono dal NAVCENT, Naval Forces Central Command – i comandanti hanno l’obbligo intrinseco all’autodifesa. La Marina americana continua a rimanere vigile ed è addestrata per rispondere in modo professionale a tutte le interazioni”.Gli iraniani tendono ad ignorare le preoccupazioni espresse degli americani, ribadendo il diritto di confrontarsi con le unità che operano in prossimità del loro litorale. Sarebbe la trentunesima interazione dell’anno tra le unità iraniane e quelle statunitensi nel Golfo Persico, il doppio di quelle registrate nel 2015. Gli incidenti sono aumentati dopo gli accordi sul nucleare e la revoca delle sanzioni.Il 23 agosto scorso, quattro piccole unità del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica hanno condotto un’intercettazione ad alta velocità contro il cacciatorpediniere lanciamissili classe Arleigh Burke, USS Nitze, nei pressi dello Stretto di Hormuz. Il DDG-94 USS Nitze si trovava in navigazione in acque internazionali per un transito di routine, nei pressi dello Stretto di Hormuz e seguito a poca distanza da un altro cacciatorpediniere lanciamissili, l’USS Mason, quando ha rilevato quattro piccole imbarcazioni del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica che procedono in rotta di intercettazione ad alta velocità.Per approfondire: “Sventato il più grande attentato della storia dell’Iran”“Il Nitze – secondo quanto comunicano dalla US Navy – tenta per dodici volte di contattare via radio le unità iraniane che non cambiano rotta. Il cacciatorpediniere statunitense, secondo procedura, effettua diverse segnalazioni riconosciute a livello internazionale, non ricevendo mai alcuna risposta. L’equipaggio del Nitze lancia anche dieci razzi di segnalazione. Anche questo tentativo si rileverà inutile. Il capitano dell’unità americana decide allora di cambiare rotta, nonostante fossero presenti nell’area diverse piattaforme petrolifere off-shore. Le unità iraniane procedono in rotta di intercettazione verso l’USS Nitze spingendosi ad una distanza di circa 250 metri dall’unità, prima di virare e ritornare alla base”.Il 25 agosto scorso, la USS Tempest e USS Squall, in pattugliamento in acque internazionali del Golfo Arabico settentrionale, sono state intercettate da tre imbarcazioni del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica che procedevano in rotta di collisione. A circa 180 metri di distanza, l’USS Tempest ha lanciato tre razzi di segnalazione. La USS Squall ha sparato tre colpi di avvertimento da una delle mitragliatrici calibro 50 a bordo. Le unità iraniane hanno virato e hanno fatto rientro alla base.Secondo NAVCENT, dal 2015 ad oggi, il 10% delle interazioni con gli iraniani sono state non sicure e non professionali. Un quinto del flusso di approvvigionamento di petrolio del mondo, passa dallo Stretto di Hormuz.
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