Il Cremlino ha una strategia per destabilizzare i Paesi dell’Unione Europea, e intende influire sul processo democratico per trarre un allineamento politico da sfruttare in futuro. Secondo gli analisti una rete di “finanziamenti e le campagne online” sarebbe già stata attivata per favorire gli interessi russi nel vecchio continente. L’obiettivo sarebbe quello di destabilizzare i paesi del blocco europeo, compresa l’Italia, e i loro rapporti con l’alleato statunitense. Washington avverte l’Italia: “Mosca sta sfruttando il disagio diffuso nel paese per condizionare il voto”.

Come scritto da La Stampa, i funzionari della Casa Bianca hanno messo in guardia gli omologhi del Viminale sul pericolo che incombe in Europa e in Italia, intimando: “Non bisogna permettere alla Russia di approfittarsi del processo democratico italiano”. Le informazioni riguardanti questa strategia occulta sono state fornite ai funzionari del Ministero dell’Interno e degli Esteri durante il vertice dell’Alleanza Atlantica che si è tenuto la scorsa settimana a Washington, e la prima preoccupazione – anche se ormai è tardi per agire – rivolge la sua attenzione alle delicate elezioni europee che si terranno a maggio: “I finanziamenti russi, le campagne di influenza online, e altre tattiche di interferenza finalizzate a promuovere gli interessi politici di Mosca, sono una seria preoccupazione, in vista delle elezioni europee” hanno dichiarato gli analisti del Pentagono.

Il “caso dell’Italia”

Come raccontato da La Stampa, il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale americano Garrett Marquis ha dichiarato: “Gli Stati Uniti contano sull’Italia come uno dei loro alleati più forti, e mantengono aperte le comunicazioni con un ampio raggio di parti interessate nell’esecutivo”, ma è difficile analizzate l’entità del “danno” che potrebbe essere già stato arrecato al processo democratico da quelli che vengono sempre dipinti come “l’esercito di Troll” di Putin, appoggiati da entità reali che operano nella società per minare gli equilibri e portare l’influenza del Cremlino li dove il tessuto si renda “permeabile”.

Lo stretto collaboratore dell’ambasciatore John Bolton, principale consigliere di politica estera del presidente Trump, ha avvertito che gli Stati Uniti stanno monitorando gli eventi e notano come la Russia si sta “creando spazi all’interno del panorama politico italiano” ( alludendo probabilmente alla coalizione giallo-verde, n.d.r.) . Questa possibilità d’espansione nel consenso e nel raggiungimento del chiaro obiettivo del Cremlino preoccupa non poco la Casa Bianca che “incoraggia fortemente Roma a prendere con serietà queste attività”, e di conseguenza a fronteggiarle affinché “Mosca non tragga un vantaggio dal processo democratico” italiano ed Europeo. Nonostante la Washington abbia dichiarato che la popolazione è libera di esprimere il suo voto anche se messa al corrente di questo rischio.

“Ciò è vero non solo per l’ Italia, ma per l’ intera Europa” incalzano i rappresentati del governo degli Stati Uniti che affermano di avere le prove di “sforzi concertati per cercare di dividere l’Unione Europea, esacerbare lo scontento pubblico, e fratturare il panorama partitico tra i Paesi membri, con l’ obiettivo di complicare le politiche di coalizione” dietro le quali si staglierebbe l’ombra del Cremlino.

L’obiettivo della strategia della “destabilizzazione”

Questa “strategia della destabilizzazione” che avrebbe obiettivi diversi, quanto ramificati, da individuare nei movimenti e nei partiti che intendono strumentalizzare e cavalcare il malcontento per poi modifiche lo status-quo, a livello nazionale o internazionale, ricongiungendosi a Bruxelles e influendo sulle sorti dell’Unione Europea. Questo rischia di incidere sui rapporti interni all’Alleanza Atlantica, secondo le previsione più catastrofiche, producendo effetti divisivi e rischiando di minare qui rapporti saldi e duraturi che proprio la scorsa settimana hanno festeggiato i 70 anni del Patto Atlantico. Nonostante l’inchiesta del Russiagate abbia già duramente sfatato il mito riguardo l’ingerenza russa nelle elezioni statunitensi del 2016, secondo gli americani Mosca e Pechino vanno ulteriormente considerante come nel passato delle “potenze revisionistiche“, con l’obiettivo di demolire l’equilibrio vigente per favorire i loro interessi e la loro espansione, nel “vecchio continente” come nel resto del mondo.

Una tattica efficace?

Già in passato, riguardo ai troll russi e questo genere di strategie, ci si era interrogati se i famosi eserciti “cibernetici” di Putin impegnati  “occultamente” a condizionare gli assetti mondiali non fossero molto più efficaci ed economici delle armi di ultima generazione che Stati Uniti e Europa continuano a produrre e acquistare per difendersi dalla minaccia di una guerra globale che probabilmente non ci sarà mai. È stato stimato infatti che l’intero investimento per un’eventuale operazione di “destabilizzazione” mossa sui campi di battaglia dei social network e dei movimenti politici che sfruttano i media, abbia lo stesso costo di un solo caccia di quinta generazione F-35. Se così fosse veramente – e il Pentagono davvero non sbagliasse nel mettere in guardia il nostro paese – qualcuno potrebbe suggerire che dovremmo ripensare a completare l’erogazione dei fondi congelati a Washington per saldare la nostra tranche di Joint Strike Fighter, e magari investirli nello stesso tipo di “persuasione” che i nostri nemici sembrano voler impiegare su di noi.





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