Dopo l’annuncio dell’avvicinamento a Israele, Washington incalza l’Arabia Saudita stanziando 500 milioni di dollari per supportare la Difesa del regno. La Nigeria assiste inerme alla ripresa di una delle attività preferite delle bande criminali locali: i rapimenti di massa, stavolta in un campus universitario. La giunta nigerina non accetta che a rappresentare il Paese all’Onu sia l’inviato del governo deposto; un giornalista iraniano viene aggredito a New York dall’entourage del presidente Raisi e il cancelliere tedesco cerca di mettere un freno allo scandalo dei visti lavorativi illegali rilasciati dalla Polonia, che accrescono la pressione migratoria sulla Germania. Ecco le cinque notizie del giorno.
Gli Stati Uniti catalizzano il riavvicinamento tra Riyad e Israele con supporto militare
L’Agenzia per la cooperazione nella difesa e sicurezza degli Stati Uniti ha comunicato l’approvazione dello stanziamento di 500 milioni di dollari per supportare la manutenzione della flotta e dei veicoli da combattimento dell’Arabia Saudita. La proposta, giunta al Congresso dal Dipartimento di Stato, dovrebbe coprire pezzi di ricambio, componenti e servizi di riparazione per i veicoli militari, inclusi carri armati Abrams e M-60, veicoli da combattimento Bradley, corazzati e Humvee in dotazione alle forze armate reali saudite. Altri equipaggiamenti inclusi sono lanciamissili anticarro Tow, sistemi radar e attrezzatura per le comunicazioni. L’accordo giunge all’indomani dell’annuncio del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman riguardante la normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita, a suo dire “sempre più vicina”. L’Agenzia statunitense ha commentato: “La proposta supporterebbe la politica estera statunitense e gli obiettivi di sicurezza nazionale supportando un partner strategico e promuovendo la stabilità in Medio Oriente”.
Scholz minaccia controlli alle frontiere per i visti illegali rilasciati dalla Polonia
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha invitato il governo della Polonia a investigare sulle centinaia di migliaia di visti lavorativi rilasciati illegalmente da funzionari che avrebbero ricevuto tangenti, e ha minacciato di reintrodurre controlli alla frontiera. “Lo scandalo dei visti che sta avendo luogo in Polonia necessita di indagini approfondite” ha affermato Scholz ad un raduno elettorale in Baviera in vista del voto dell’8 ottobre per il rinnovo del Consiglio regionale. “Non voglio che il Paese si limiti a far passare liberamente i migranti”. Il Cancelliere ha comunicato che discuterà il problema con il governo polacco e ha ventilato l’ipotesi di implementare dei controlli alla frontiera con la Polonia e altri vicini. Il governo di Berlino è sottoposto a grande pressione a causa del crescente numero di arrivi di migranti clandestini, ma finora il cancelliere e la ministra dell’Interno hanno resistito alle richieste di introdurre controlli alle frontiere. I dati raccolti dalle agenzie tedesce parlano di oltre 204mila richieste d’asilo ricevute nei primi 8 mesi del 2023, con un aumento del 77% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Ricominciano i rapimenti di massa in Nigeria
Un grupo di uomini armati ha rapito oltre 30 persone, incluse 24 studentesse, in un raid nei pressi dell’università nello stato del Zamfara, nel nord-est della Nigeria. Poco prima dell’alba, decine di sequestratori appartenenti a gruppi criminali locali hanno circondato il villaggio di Sabon Gida, sede dell’Università Federale appena fuori dalla capitale Gasau, irrompendo in tre residenze femminili e portando via le studentesse sotto la minaccia delle armi. L’attacco è stato il primo rapimento di massa da quando il presidente Bola Ahmed Tinubu è entrato in carica nel maggio scorso promettendo di affrontare con forza le sfide alla sicurezza del Paese. I soldati schierati da Gasau hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con gli aggressori ma una parte di loro è riuscita a radunare gli ostaggi e trasferirli in un’altra zona. I rapimenti di massa di studenti sono una delle attività in cui si sono specializzate le bande criminali nello stato di Zamfara. A febbraio 2021, i gangster assalirono una scuola femminile nella città di Jangebe e sequestrarono più di 300 studentesse, che furono liberate solo dopo il pagamento di un riscatto da parte delle autorità.
All’Onu, il Niger è ancora rappresentato dall’ex governo
Il regime militare al potere in Niger, risultato del recente colpo di Stato e non riconosciuto internazionalmente ha accusato Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, di aver impedito la partecipazione di Niamey alla 78esima Assemblea generale Onu con la complicità della Francia. Il colonnello Amadou Abdramane ha tenuto un discorso in diretta tv a nome del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp) accusando Guterres non solo di aver “rifiutato di prendere atto della lista ufficiale dei delegati del Niger all’Onu, Paese che è membro permanente dell’organismo”, ma anche di aver dato ascolto alla richiesta del ministro degli Esteri deposto Hassoumi Massaoudou di revocare il diritto di parola al rappresentante nigerino accreditato dal Cnsp, il ministro degli Esteri ad interim Yaou Sangarè Bakary. Quest’ultimo era stato nominato come rappresentante del Niger all’Onu a marzo scorso, quindi prima del colpo di Stato del 26 luglio. “Il Consiglio e il governo della Repubblica del Niger invitano la comunità nazionale e internazionale a testimoniare le perfide azioni del Segretario Generale dell’ONU che rischiano di compromettere qualsiasi sforzo volto a porre fine alla crisi nel nostro Paese” ha esortato Abdramane.
Giornalista iraniano aggredito dall’entourage di Raisi a New York
La rete persiana Iran International ha comunicato che un giornalista della propria troupe è stato aggredito dall’entourage del presidente iraniano Ebrahim Raisi mentre si trovava a New York per seguire l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il corrispondente Kian Amani stava facendo delle riprese fuori dall’hotel Millennium Hilton per documentare il seguito di Raisi che lasciava l’edificio quando l’incidente ha avuto luogo. Iran International, che trasmette in farsi da Washington, ha affermato che “l’entourage del presidente iraniano ha attaccato, molestato e insultato i giornalisti della nostra troupe” subito dopo che un funzionario iraniano si è avvicinato ad Amani chiedendogli per cosa stesse girando il filmato, e lui ha risposto “Non toccarmi, sono un giornalista”. Il vice inviato speciale del Dipartimento di Stato per l’Iran, Abram Paley, ha dichiarato in un tweet che “tale comportamento è inaccettabile. Condanniamo le apparenti molestie e intimidazioni di diversi giornalisti sul suolo americano”.