Nell’imminenza del referendum del 23 giugno col quale la Gran Bretagna deciderà se continuare il suo cammino europeo o tagliare i ponti con Bruxelles, ritornano in auge importanti congetture sul futuro dell’Europa stessa e del ruolo della Russia nei confronti di un’Unione alle prese con le sue divergenze intestine. A tal proposito anche Mikhail Khodorkovsky, controverso oligarca della Russia a cavallo del Terzo Millennio, torna alla carica sul ruolo del Cremlino e del suo inquilino Vladimir Putin.Per approfondire: Brexit, Putin “vota” sìIn un articolo apparso pochi giorni fa su Politico  l’ex patron di Yukos rivolge un nuovo pesante attacco contro il Presidente russo, auspicando un inasprimento del trattamento di Bruxelles nei suoi confronti, affermando che l’unica risposta efficace contro una sovietizzazione del Paese è rimanere coesi e coltivare delle relazioni con una crescente e giovane classe politica che condivida i valori dell’Europa, inaugurando di fatto l’inizio alla corsa per il Cremlino nel dopo Putin, prevista per il 2018.Il progetto di Khodorkovsky, iniziato nel 2002 con la fondazione di Otkrytaya Rossiya (Open Russia Foundation), prosegue dal suo esilio forzato in Svizzera, dopo la grazia ottenuta dallo stesso Putin nel 2013 in seguito all’aggravarsi delle condizioni di salute della madre dell’oligarca, in seguito venuta a mancare, facendo venir meno anche la sua promessa di non occuparsi più di politica. A tal proposito, da qualche mese, Khodorkovsky ha trovato in Alexey Navalny un alleato politico funzionale ai suoi obiettivi. Navalny, già avvocato e membro dei CdA di numerose aziende in Russia, ha maturato una rilevante esperienza politica a partire dal 2013, anno in cui ha raccolto il 27% delle preferenze dei cittadini moscoviti, secondo candidato più votato nelle consultazioni per eleggere il sindaco della capitale. Ad oggi, dopo l’assassinio del fondatore del “Partito del Progresso” Boris Nemtsov, resta il principale esponente dell’opposizione anti-Putin nel Paese, ma al momento sta scontando una pena di tre anni e mezzo agli arresti domiciliari per appropriazione indebita e frode, nell’ambito dello scandalo Yves Rocher in cui è coinvolto anche il fratello Oleg.Alcuni altri nomi rilevanti si stagliano all’orizzonte dell’incerto scenario politico russo per il prossimo futuro: lo scorso aprile ha fatto il suo ritorno in politica Alexey Kudrin, già Ministro dell’Economia durante i primi due mandati presidenziali di Putin, e artefice di alcune riforme che hanno consentito al Paese di superare quasi indenne la crisi del 2008. Il quotidiano russo Vedomosti  dà la notizia della sua nomina a vice responsabile del Consiglio Economico della Presidenza, nonché a capo del CSR, il think tank di riferimento per le autorità moscovite. A lui saranno probabilmente affidate le riforme economiche per fronteggiare la crisi del Paese che, nonostante i prezzi bassi delle materie prime, dovrebbe tornare a crescere già dall’ultimo trimestre del 2016.Le problematiche che hanno afflitto l’economia e la politica russe nell’ultimo triennio, soprattutto in materia di difesa dell’interesse nazionale, avevano infatti provocato un aumento delle quotazioni di un personaggio più ombre che luci del panorama nazionale: è tornato alla ribalta Igor Strelkov , già Igor Girkin, ex ufficiale dell’FSB nonché veterano delle campagne di Transnistria, Bosnia, Cecenia e Donbass. Egli si configura come oppositore della politica estera di Putin, che definisce come eccessivamente moderato nel portare avanti la causa della Grande Russia. Questo strano personaggio, infatti, molto amato in patria e visto come un eroe militare, sogna il ritorno della monarchia nel paese, nonché la riunificazione di tutti i “rossyane” (russi etnici e russofoni) sotto un grande stato russo, definendo l’ucraino come un dialetto russo. Egli prevede un collasso della Russia per la voglia di Putin di non tagliare del tutto i rapporti con l’Occidente e, in tal caso, l’alternativa all’attuale presidente si configurerebbe decisamente peggiore, contravvenendo alle parole dello stesso Khodorkovsky.Al momento l’87% dei russi ripone la loro fiducia in Putin, e il 65% si auspica la sua riconferma dopo la fine del corrente mandato. Il post Putin potrebbe essere, tuttavia, ancora Putin.

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