Elizabeth Spiers, l’ex direttrice del New York Observer, testata di proprietà della famiglia Kushner, sta lavorando da alcuni mesi a una raccolta fondi per il lancio di una nuova piattaforma che – questa sarebbe la sua volontà – dovrebbe diventare la risposta della “sinistra Dem” a Breitbart, la creatura diretta da Steve Bannon prima che venisse chiamato a far parte dell’amministrazione del nuovo presidente, e considerata la rivista digitale dell’Alt Right, ovvero quella che viene indicata come l’estrema destra nordamericana.Kushner lasciò il ruolo di editore dell’Observer quando Trump aveva deciso di chiamarlo perché diventasse uno dei suoi Senior Adviser, ruolo che altrimenti non avrebbe potuto ricoprire per rispettare le leggi americane che vogliono evitare il conflitto di interessi.La Spiers ha attaccato più volte il suo ormai ex-editore – attualmente impegnato nella gestione dei dossier più rilevanti dell’amministrazione Trump – perché, come ha raccontato lei stessa sul Washington Post , “Jared è l’uomo più sbagliato per ‘rinfrescare’ la politica della Casa Bianca.” Secondo Elizabeth Spiers infatti, “il giovane Jared crede che tutti i suoi soldi siano la giusta ricompensa per il duro lavoro svolto quando, invece, dovrebbe riconoscere che ne avrebbe goduto comunque.” “Quando ho lavorato con lui, ho avuto l’impressione che non se ne rendesse conto”, ha poi concluso.Mentre l’ex giornalista dell’Observer e fondatrice del blog online Gawker.com e della piattaforma chiamata Breaking Media (prima nota come Dead Horse Media) si è scagliata contro Jared Kushner non appena quest’ultimo è entrato di fatto a far parte del cerchio magico degli uomini di Trump, molti nomi illustri della politica americana hanno iniziato a entrare a far parte del suo progetto, attirati dall’audace idea della giornalista. Ma la Spiers non è l’unica ad aver abbandonato il carro di Jared Kushner per salire su quello dei liberal-progressisti democratici degli Stati Uniti: ad averla seguita c’è anche Peter Feld – anche lui ex membro dell’Observer – analista di politica e informazione dei media, il quale attualmente svolge un ruolo primario nel nuovo progetto della Spiers.Meno di un anno fa infatti, l’ex direttrice del giornale della famiglia Kushner aveva già iniziato a tastare il terreno, per il suo progetto di un Breitbart della “sinistra”, fondando l’Insurrection, progetto in cui aveva immediatamente chiamato a partecipare Peter Feld che, attualmente, lì svolge il ruolo di Director of research. I progetti precedenti di cui si è resa protagonista la Spiers non sono altro che prove generali per la creazione di un colosso che, la giornalista, vorrebbe un giorno poter paragonare alla notorietà e influenza guadagnate invece dall’acerrimo nemico virtuale Breitbart News.Questa sua volontà è apparsa chiara nell’articolo che porta la sua firma pubblicato sul Washington Post a marzo, articolo in cui la giornalista americana ha attaccato senza mezzi termini Kushner e lo stesso Trump, che a suo dire aveva fatto una pessima scelta quando aveva deciso di affiancarsi il genero come uomo di fiducia e consigliere. In quelle righe Elizabeth Spiers ha fatto capire che secondo lei è il momento di creare una piattaforma di informazione della sinistra, per la sinistra, da contrapporre a Breitbart, che, come siamo consapevoli, effettivamente ha svolto un ruolo cruciale per l’elezione di Donald Trump. A quanto pare anche la “sinistra” americana, o come la si desidera chiamare, ha capito che oramai la maggior parte dei cittadini non si informa sul New York Times o sul Washington Post, ma invece preferisce affidarsi ai nuovi siti di informazione comparsi negli Stati Uniti come funghi dopo la pioggia. Considerando come Steve Bannon sia stato progressivamente messo ai margini dell’amministrazione Trump, secondo lui a seguito delle pressioni di Jared Kushner sul presidente , non ci dovremmo sorprendere se tra qualche mese vedremo nascere il corrispettivo di Breitbart per i Democratici. In America c’è una forte volontà – da parte di chi la pensa diversamente da Bannon – di poter avere la stessa visibilità e influenza che il sito da lui diretto è riuscito a conquistare. La raccolta fondi della Spiers, con ogni probabilità, non dovrebbe avere problemi durante questi mesi di ricerca di investimenti: l’establishment è tutto dalla sua parte.
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