Nei giorni scorsi si era diffusa la notizia secondo cui la Germania sarebbe presto ripiombata nel terrore a causa di un possibile aumento dei contagi. Pochi giorni fa l’indice R0 (”Erre con zero”), il famoso parametro che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, era in effetti tornato a salire, fino a diventare 1.

Da un punto di vista tecnico il valore espresso dall’R0 indica quante persone può mediamente infettare un singolo malato. Giusto per fare un esempio, se l’R0 è pari a 3 vuol dire che un soggetto può infettare mediamente altre tre persone, e così via. Un virus può essere contenuto solo quando il suo R0 è inferiore a 1. A quota 1 significa che il corso dell’epidemia rimane stabile, con lo stesso numero di guariti e nuovi contagiati o morti.

Ebbene, lo scorso martedì, l’R0 misurato in terra tedesca aveva abbandonato la soglia di 0,7, salvo – particolare trascurato da molti – riabbassarsi prima a 0,96 poi a 0,9. Berlino ha quindi scampato il pericolo? Sembrerebbe non averlo mai corso, almeno a giudicare dagli ultimi aggiornamenti diffusi dal Robert Koch Institute (Rki), ovvero l’agenzia di controllo delle malattie del governo tedesco. L’indice di contagio del nuovo coronavirus si aggira intorno allo 0,75. Morale della favola: la diffusione del Covid-19 in Germania non solo è sotto controllo, ma sta continuando a rallentare.

Braccio di ferro sulla riapertura

Appurato che l’epidemia è (ancora) contenuta, non tutti i politici sono d’accordo sul piano che sta portando avanti Angela Merkel. La cancelliera e gli esperti del Rki intendono proseguire sulla strada della cautela. In altre parole: aperture progressive e graduale diminuzione delle misure restrittive, tanto sull’economia quanto sulla società. Dall’altra parte ci sono i Lander, che spingono invece per una netta accelerazione.

Ma attenzione, perché anche esponenti ed ex esponenti di spicco della Cdu di Merkel sono insoddisfatti della strategia di Berlino. Fra questi troviamo il presidente del Parlamento nonché ex ministro delle Finanze, Wolfgang Schauble. Chiarissime le sue parole in occasione di una riunione a porte chiuse della Cdu: ”È un errore subordinare tutto alla sola salvaguardia della vita umana” dal momento che la Costituzione tedesca ha nella ”dignità delle persone” il valore principale e ”intoccabile”. Ma non è finita qui perché, oltre alle pressioni indirette interne al partito, Merkel deve guardarsi anche dalle proteste che si levano dai due estremi del sistema politico: destra e sinistra.

Merkel sempre più sola

In Germania c’è voglia di ripartire ma Merkel, come detto, non ha intenzione di affrettare i tempi. Tra le ultime decisioni della cancelliera è arrivato il sì alle messe in chiesa e in generale a tutte le cerimonie religiose delle varie fedi, sia pur solo in determinate condizioni di sicurezza e con specifiche limitazioni. Ok anche per la riapertura di “musei, mostre, gallerie, zoo e giardini botanici”, per le attività sportive individuali e di gruppo e per i parchi giochi per i bambini. Questo, insomma, è il contenuto del documento uscito qualche giorno fa dal vertice tra il governo e i 16 Lander tedeschi.

Merkel ha lanciato un segnale ai Land ribadito l’esigenza di puntare su una ”strategia comune”. Il problema è che il particolare sistema federale tedesco può provocare, a detta dei Land, spiacevoli asimmetrie economiche. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni e, soprattutto, se le tensioni interne alla Cdu evaporeranno nel nulla. In caso contrario, Merkel potrebbe avere diversi problemi, tanto nel presente (isolamento) quanto nell’immediato futuro (strada in salita per decretare il suo erede politico). E questo nonostante le statistiche attestino la sua popolarità alle stelle tra la popolazione tedesca.

Ricordiamo che la cancelliera era già finita nel mirino degli oppositori (ma anche di una buona parte del fuoco amico) per due questioni non da poco. La più recente: la partita europea a Bruxelles in merito agli aiuti economici da sbloccare per la ricostruzione dell’Ue. Merkel aveva aperto al Mes in formato light, scatenando le ire dei falchi di Berlino. L’altro tema che non è andato giù a molti esponenti del partito è collegato alla Cina. Adesso sembrerebbe che Merkel abbia iniziato a prendere le distanze da Pechino ma, quando il Dragone era finito nell’occhio del ciclone a causa del 5G, la cancelliera, al contrario di alcuni alleati europei, non aveva respinto in alcun modo l’assalto di Huawei all’Europa.