La Germania vuole mantenere il controllo sull’Europa. Soprattutto dopo il 2019, che si preannuncia un anno particolarmente importante e drammatico per l’Unione europea guidata dall’asse franco-tedesco e dall’establishment di Bruxelles.
Angela Merkel è uscita molto indebolita dal 2018. Le elezioni nel vari Lander tedeschi hanno dato un quadro chiarissimo della situazione politica in Germania. La Cdu e la Grande Coalizione sono in declino. Il partito non è più guidato dalla Cancelliera. Il vento sovranista e quello della sinistra dei Verdi colpisce sia il centrodestra che il partito socialdemocratico. Di fatto, quella Germania dipinta a immagine e somiglianza di Frau Merkel si è rivelata un grande errore di calcolo. E il voto ne è stata la conferma.
Ma la debolezza di Angela Merkel è soprattutto quella che può scontare in Europa. I governi filo-tedeschi si sono ridotti di numero negli ultimi mesi. Dall’Europa orientale e dall’Italia sono arrivate critiche su critiche all’operato di Berlino in Europa. E le elezioni europee appaiono come un momento di grande svolta nel panorama politico continentale. Se, come sembra, il vento sovranista si abbatterà sul Parlamento europeo, il Partito popolare dovrà per forza scendere a patti con le destra per governare in Europa. Ma di fatto questo indebolirebbe chi rappresenta uno dei pilastri del Ppe: la Cdu della Cancelliera.
Per evitare la catastrofe, Berlino ha già messo in atto tutta una serie di movimenti per posizionare i proprio uomini negli uffici che contano. Che si badi, non è detto siano quelli politici apicali. La Germania in questi anni si è costruita un sottobosco di funzionari che compone la burocrazia di Bruxelles e si è trasformata nel vero motore degli uffici dell’Unione europea. Sono loro, i burocrati, a gestire gli affari europei. E in questo la Germania è stata strategicamente perfetta. Ma adesso, da Berlino è arrivato un altro input: prendersi definitivamente la Banca centrale europea.
Il 2019 è una data spartiacque per la Bce, visto che Mario Draghi abbandonerà il trono di Francoforte. E nell’Unione europea si è aperta la sfida alla conquista dello scettro. Francia e Germania sono ovviamente le potenze in pole per accaparrarsi la guida della Bce, ma è soprattutto Berlino che sta mettendo in atto una serie di azioni per arrivare per prima e garantirsi la guida di Francoforte.
L’ultima mossa del governo tedesco è quella di spingere affinché il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann resti al suo posto, rinnovandone il mandato per altri otto anni. Come spiega Reuters, “il rinnovo del mandato di Weidmann gli permetterebbe in teoria di restare in corsa per la presidenza della Banca centrale europea”. In questo modo, la corsa per la Bce sarebbe sostanzialmente a due, fra la Francia rappresentata da Francois Villeroy de Galhau e, appunto, la Germania.
L’idea è che l’asse franco-tedesco punti a una spartizione della torta. E del resto sia la Merkel che Emmanuel Macron non appaiono più in grado di poter gestire da co-regnanti un’Unione europea che appare sempre meno incline a consegnarsi al duopolio di Berlino e Parigi. Ma la Germania non sembra intenzionata a fare alcuna marcia indietro. Come confermato recentemente da Guenther Oettinger, commissario dell’Unione europea per il Bilancio, Berlino ha l’intenzione di prendersi l’Europa. Tanto che al Taggespiegel ha ammesso: “la priorità adesso è posizionare un tedesco alla guida della Commissione europea”. Insomma, Berlino vuole fare l’en-plein: Banca centrale europea e Commissione.