In fuga da violenze e odio razziale. Sono migliaia i boeri, gli agricoltori sudafricani discendenti dai coloni inglesi, olandesi, tedeschi e francesi, che stanno lasciando le proprie terre per sfuggire alle persecuzioni.

Ad accoglierli a braccia aperte non ci sono più i Paesi occidentali, ma la Russia di Vladimir Putin. Per ora 30 famiglie sono già arrivate nella regione di Stavropol. Sono solo una piccola porzione dei 15mila afrikaner che stanno programmando di emigrare in Russia. Un vero e proprio esodo, scatenato dalla decisione del neo presidente sudafricano Cyril Ramaphosa di espropriare i terreni dei bianchi e restituirli alla popolazione nera. In effetti, le percentuali, come nota Libero, mostrano una evidente sproporzione. I boeri, che rappresentano solo il 9% degli abitanti controllano i due terzi dei terreni agricoli della nazione. Ma lo scontro su quella che il governo non ha esitato a definire “un’eredità dell’apartheid”, è passato ben presto dalle parole ai fatti.

La campagna per gli espropri si è tradotta in attacchi violenti e minacce contro i boeri, che denunciano: “È diventata una questione di vita o di morte”. “Siamo sotto attacco, i politici stanno fomentando una spirale di violenza”, ha detto uno dei profughi intervistato dai media russi. Tra il 2016 e il 2017 secondo i dati di “Afriforum”, associazione in difesa dei diritti delle minoranze, sono stati 74 i contadini uccisi. Nello stesso periodo si sono verificate 638 aggressioni, compresi casi di fattorie espropriate, distrutte o incendiate.

Ora gli ex proprietari terrieri europei vogliono mettersi a disposizione del Cremlino. In Russia i contadini si preparano a dare il loro contributo al settore agricolo, mettendo sul tavolo 100mila dollari a famiglia per affittare nuovi campi da coltivare. Non solo a Stavropol, ma anche nelle regioni di Rostov sul Don, Krasnodar e in Crimea. Un’operazione dai benefici reciproci, visto che in Russia ci sono 43 milioni di ettari di terra incolta che il governo ha messo a disposizione dei cittadini a partire dal 2014. E che ora potrebbe essere assegnata proprio agli afrikaner.

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