Marine Le Pen riuscirà a sfondare nell’elettorato di Francia che non le ha dato fiducia al primo turno? È questa la domanda che adesso si pongono tutta la politica francese e tutti gli europei interessati alle sorti del secondo turno.Per tutti gli elettori e i sostenitori del Front national, il pericolo è che si ripeta quanto avvenuto nel 2002. Quell’anno in cui il padre di Marine, Jean-Marie Le Pen, sfidava Jacques Chirac come candidato all’Eliseo. Quell’anno arrivarono loro due al primo turno con percentuali di voti al primo turno molto simili. Jacques Chirac aveva ottenuto il 19,9%, mentre Le Pen aveva ottenuto il 16,9%. Ma al secondo turno, le percentuali cambiarono radicalmente, perché funzionò il cosiddetto patto repubblicano: Chirac ottenne l’82% dei voti, prendendo 25 milioni di voti contro i cinque del primo turno; Le Pen rimase invece ancorato sostanzialmente allo stesso numero di voti del primo turno, prendendo una sonora sconfitta.Sono molti ora in Francia, a pochissime ore dalla chiusura dei seggi, a sperare nello stesso fenomeno. E cioè a sperare che Marine Le Pen faccia la stessa fine del padre, arrivando al ballottaggio ma perdendo miseramente contro Macron. Ma attenzione a dare per scontato quello che ormai scontato non lo è più. La Francia e il mondo, rispetto a quindici anni fa, sono radicalmente cambiati. Sono cambiati i fenomeni sociali, sono cambiati i sistemi economici che governano i Paesi, l’euro è entrato ormai a pieno regime e la globalizzazione sta pagando tutti i suoi limiti. E questo, Marine Le Pen l’ha capito da subito, e con lei il Front National.Dal 2002 a oggi la “dedemonizzazione” del Front National è riuscita a cambiare la percezione del partito all’interno del Paese, riuscendo a non rimanere legato alle logiche dello scontro destra-sinistra e riuscendo a districarsi dalla ragnatela del neofascismo. E lo dimostrano i dati per cui il Front National negli ultimi tempi sfonda nelle periferie, nei paesini, nelle città e nelle fabbriche. Recenti sondaggi davano il 44% degli operai votare a favore di Marine Le Pen e pochissimi i sostenitori di Emmanuel Macron.In questi quindici anni il Front National ha avuto alti e bassi ma ormai è diventato una costante nell’elettorato francese. Nel 2007 ottenne il 10% alle presidenziali che videro vincere Nicolas Sarkozy. Alle regionali del 2010 ottenne il 12% come media nazionale. Con l’ascesa di Marine Le Pen, il Front National ha ottenuto un primo grande risultato alle presidenziali del 2012 ottenendo il 17,9%. Alle elezioni europee del 2014 il grande salto di qualità, il FN diventa il primo partito di Francia con il 24,9% dei voti. Nel marzo 2015, nelle elezioni dei dipartimenti, il partito ottiene una media del 25% imponendosi come secondo partito dietro l’UMP di Sarkozy. E infine, alle regionali del 2015, il Front National di Marine Le Pen raggiunge una media del 27% diventano il primo partito in molte regioni, pur non superando poi i ballottaggi.Un’ascesa costante del Front National e di Marine che adesso allarme tutti i moderati di Francia e la sinistra ancora ideologizzata. Bisognerà capire, infatti, come si sposterà l’elettorato francese al ballottaggio. L’unica certezza è che il patto repubblicano del 2002 potrebbe ripetersi ma con cifre ben più deboli. L’elettorato di Mélenchon potrebbe non votare Macron viste le sue idee liberiste ed europeiste contrarie al movimento di sinistra radicale. I socialisti, con il loro 6% si sposteranno con Macron, ma hanno un peso minimo. Bisognerà capire soprattutto come si sposterà l’elettorato di Fillon, moderato ma con punte anche di conservatorismo e di euroscetticismo soft che potrebbero essere attratte dal magnetismo di Marine. Se il Front National riuscirà a sfondare nella sinistra delusa, a raccogliere una parte dell’elettorato gaullista e tutti i voti degli altri candidati minori euroscettici, l’incubo di Jean-Marie Le Pen potrebbe trasformarsi nel sogno di Marine.
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