Il leader turco si oppone con forza al Corridoio Economico che connetterebbe India, Medio Oriente ed Europa bypassando la Turchia. Il premier britannico viene richiamato a chiarire il rapporto con la Cina; a Lampedusa è record di sbarchi. In Giappone un rimpasto di governo prepara Kishida ad affrontare “nuove sfide” e il presidente della Repubblica Centrafricana vola in Francia a ristabilire le relazioni diplomatiche nonostante il crescente legame con il gruppo Wagner. Ecco le cinque notizie del giorno.

Erdogan si oppone al Corridoio Economico che taglierebbe fuori la Turchia

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si oppone fermamente al progetto di un corridoio commerciale che metta in comunicazione Asia, Medio Oriente e Europa senza passare per la Turchia. Pur senza riferimenti espliciti, le parole del leader turco sono state percepite come una contestazione diretta al Corridoio Economico che connetterà India, Medio Oriente ed Europa (Imec) che è stato annunciato a margine del G20 di Nuova Delhi dai vertici di India, Arabia Saudita, Emirati Arabi ed Unione Europea. Il progetto punta ad abbattere tempi di consegna, costi di assicurazione e di carburante per la merce che transita da Oriente a Occidente tramite collegamenti marittimi e ferroviari che taglierebbero fuori la Turchia di Erdogan. Ankara fa parte del progetto infrastrutturale cinese One Belt One Road Initiative (Bri), con il quale il nuovo Corridoio Economico sembra voler competere. “Non può esistere un corridoio commerciale che non includa la Turchia. Il Paese è un’importante base di produzione e di commercio, e la rotta più economica per il transito da est a ovest include logicamente la Turchia” ha commentato il leader di Ankara.

Il rapporto di Sunak con la Cina

Il premier britannico Rishi Sunak ha dichiarato che la politica del suo governo nei confronti della Cina è “la più forte che il Regno Unito abbia mai avuto”. Con queste parole del primo ministro ha difeso le posizioni del suo esecutivo dalle critiche dell’opposizione laburista, che lo accusa di mancanza di strategia contro la Repubblica Popolare. Le polemiche si sono scatenate quando è stata resa pubblica la notizia dell’arresto (risalente al marzo scorso) di un ricercatore parlamentare accusato di spionaggio per conto del governo cinese. Membri del governo hanno riferito che il premier, all’epoca dei fatti, era stato informato dell’arresto “in maniera tempestiva”, e ciononostante ha proseguito l’approfondimento dei rapporti con il governo di Pechino. I parlamentari conservatori con posizioni intransigenti nei confronti della Cina hanno usato questa informazione per attaccare la politica di coinvolgimento con il colosso asiatico inaugurata dal premier. Il nuovo approccio di Sunak nei confronti del Paese del Dragone si è dispiegato a marzo, quando il governo inglese ha prima denominato la Cina “una sfida epocale” invece che una “minaccia” in un rapporto della Difesa e ha poi descritto il rapporto con Pechino come “robusto e costruttivo”.

Record di sbarchi a Lampedusa: Francia e Germania blindano le frontiere

Nell’arco di 48 ore sono sbarcati a Lampedusa oltre 7mila migranti, stabilendo un nuovo, problematico, record assoluto. Solo nella giornata di ieri ci sono stati 5018 sbarchi, ovvero il quarto numero più alto di sempre in base ai dati dell’Ispi Data Lab. L’hotspot di Lampedusa avrebbe una capienza massima di 400 persone: lì dove dovrebbe stare un migrante oggi ce ne sono 17, incluse numerose famiglie con minori. Mentre la nave Diciotti della Guardia Costiera vigila sulle acqua vicine alla costa per raccogliere nuovi naufraghi, Francia e Germania hanno formalmente chiuso le porte all’Italia: il ministro dell’Interno francese ha annunciato l’intenzione di voler blindare il confine tra Mentone e Ventimiglia, sostenendo che è stato registrato “un aumento del 100% dei flussi”. L’omologo tedesco ha spiegato che in un contesto di “elevata pressione migratoria verso la Germania”, l’Italia è stata informata già a fine agosto che la selezione e i processi per la ridistribuzione dei migranti saranno sospesi fino a nuovo avviso.

“Troppi cambiamenti, non possiamo stare a guardare”: Kishida riformula il governo quasi per intero

Il primo ministro del Giappone, Fumio Kishida, ha completato un rimpasto del suo governo e di alcuni ruoli chiave nel suo partito per rafforzare la propria posizione in vista di un importante voto sulla direzione del partito prevista per l’anno prossimo. Il rimpasto ha coinvolto anche figure apicali del governo: è stato introdotto un nuovo ministro della Difesa e la prima ministra degli Esteri donna dal 2002. Kishida ha designato cinque donne sul totale di 19 posizioni ministeriali (ben 13 delle quali sono state oggetto di rimpasto) nel tentativo rinfrancare il supporto discendente per il precedente governo dominato da uomini (che contava solo due donne). Il premier ha affermato che il nuovo esecutivo riflette la sua determinazione nell’adattamento ai rapidi cambiamenti economici, di sicurezza e tecnologici che investono il Paese, che vuole convertire in punti di forza nazionali. Nel discorso di insediamento del nuovo governo, Kishida ha indicato i suoi obiettivi politici: la fine della deflazione, diplomazia e sicurezza più forti e misure per affrontare il veloce invecchiamento della popolazione e il grave calo demografico.

Il “Presidente Wagner” a colloquio da Macron

Il presidente francese Emmanuel Macron ha ricevuto oggi la controparte centrafricana Faustin-Archange Touadéra per rilanciare le relazioni bilaterali dopo anni di tensione a causa della crescente presenza della milizia russa Wagner nel suo Paese. Il presidente Toudéra ha parlato a favore di un consolidamento della relazione con la Francia, spiegando che la partnership con la Russia, segnata dalla controversa presenza del gruppo Wagner nel Paese, è destinata a continuare. I detrattori del presidente lo hanno soprannominato “Presidente Wagner” a causa delle centinaia di mercenari approdati nella Repubblica Centrafricana nel 2018 secondo i termini di un accordo di difesa firmato con Mosca nel 2018. Alla fine del 2020 Touadéra, minacciato da una ribellione nella capitale, aveva chiesto aiuto al presidente Vladimir Putin. Il crescente coinvolgimento del gruppo Wagner nel Paese aveva portato la Francia a ritirare le ultime truppe presenti nella Repubblica Centrafricana alla fine del 2022, in un contesto di relazioni fortemente deteriorate tra Parigi e Bangui.

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