Un contingente silenzioso di forze speciali e agenti dei servizi segreti del Dsge che operano nel teatro libico da oltre due anni: ufficialmente in “funzione anti-Isis”, ma spesso vicini alle azioni delle forze armate condotte dal generale Khalifa Haftar. L’uomo in ascesa nella crisi libica che rischia di travolgere il governo di Tripoli (Gna).

L’Italia non è l’unica potenza europea ad avere un contingente di forze speciali impegnato in “prima linea” sul suolo libico. Anche la Francia, che secondo quanto riportato in passato da Le Mondesta conducendo una “guerra segreta” in Libia, possiede sul campo una task force di operatori delle forze speciali e del Dsge – Direction générale de la sécurité extérieure – stanziate presso la base di base aerea di Benina, ad est di Bengasi. La presenza è stata confermata anche dall’inviato speciale dell’Onu Martin Kobler .

Un contingente di centocinquanta uomini, secondo le ultime indiscrezioni risalenti al 2016, che potrebbe essere stato rinforzato da ulteriori unità dopo alcune perdite registrate, e in seguito alle continue escalation che hanno visto il loro culmine nei giorni scorsi: quando gli scontri nelle periferie della capitale hanno visto alcuni colpi di mortaio cadere in prossimità di palazzi governativi e ambasciate, costringendo all’evacuazione di personale – anche italiano – da Tripoli.

Attacchi mirati, azioni discrete, “perfino segrete” riportava al stampa francese, descrivendo le operazioni condotte dalle forze speciali schierate in Libia, a stretto contatto non con il Governo di Accordo Nazionale presieduto dal Fayez Al-Serraj, ma con l’esercito fedele al generale filo-russo Haftar; che avrebbe stretto dei patti segreti con Parigi, e che avendo sempre fatto sentire la propria «presenza» al generale, potrebbe portare la potenza francese ad essere il mediatore principale nella «questione libica».

Le forze d’élite francesi schierate in campo, che in passato sarebbero intervenute in più occasioni a Bengasi e in altre aree per “sostenere’ l’offensiva lanciata dalle esercito di Haftar contro le forze islamiste tripolitane“, avrebbero agito come un’comando di coordinamento’ per le operazioni con l’esercito libico, eliminando obiettivi “high-value” con l’ausilio di cecchini, e raccogliendo informazioni d’intelligente attraverso gli agenti del sevizio di spionaggio. L’obiettivo per il ministero della Difesa francese è sempre stato quello di “colpire la leadership delle milizie islamiste libiche” attraverso “azioni militari non ufficiali” condotte da truppe d’élites coordinate dall’intelligence in assenza di un quadro chiaro che non permette un intervento militare “ufficiale”. 

Non è chiaro invece a quali corpi speciali appartengano gli operatori militari d’élite impegnati sul suolo libico, e quali mezzi abbiano a disposizione. Come nel caso dell’uccisione dei tre agenti del servizio segreto francese – morti nell’abbattimento di un elicottero di fabbricazione russa in dotazione alle forze di Haftar – si potrebbe supporre che non vi siano elicotteri e mezzi di terra dell’esercito francese, ma che i mezzi per condurre le operazioni, che i soldati di Macron portano a termine in uniforme e non sotto copertura, vengano reperiti sul posto.

Le Forze armate francesi vantano diverse unità considerate ‘d’élite’ e tra le migliori del mondo: diversi reggimenti di paracadutisti, inquadrati nell’Esercito e nella Légion étrangère, il Commando Parachutiste de l’Air, inquadrato nell’Aeronautica, e diversi reggimenti di incursori e fanti di marina appartenenti alla Marine Nationale. Gli agenti del Dgse invece, che fanno capo al Ministero dell’Interno, sono addetti allo spionaggio e all’Intelligence, rifornendo l’Eliseo di informazioni preziose per affrontare le scelte più convenienti per il governo franciese in questa lunga crisi che ormai dura da oltre sette anni.