Nell’avvincente campagna elettorale francese, François Fillon è stato ritenuto, al momento della vittoria delle primarie di Les Républicains, il principale favorito per la conquista dell’Eliseo; in un secondo momento, travolto dallo scandalo riguardante la moglie Penelope e insidiato da Marine Le Pen ed Emmanuel Macron, Fillon ha visto i suoi consensi potenziali notevolmente ridimensionati ma, al tempo stesso, mai erosi in maniera tale da pregiudicare comunque una proiezione attorno al 18-20% nei principali sondaggi. Infine, nelle ore in cui il Paese si reca alle urne, si può concludere che, nonostante il sopravvenuto decollo di Jean-Luc Mélenchon abbia portato un quarto candidato a nutrire legittime aspirazioni alla conquista della presidenza, la presenza di Fillon al secondo turno non è assolutamente da escludere e, al tempo stesso, bisogna sottolineare la coraggiosa scelta di Les Républicains di proseguire nel supporto incondizionato all’ex Primo Ministro, nonostante tutte le difficoltà affrontate negli ultimi mesi.Fillon non è affondato, e a tenere in vita le sue speranze di poter approdare all’Eliseo è stata la decisiva condotta del suo partito: dopo aver conquistato una travolgente vittoria alle primarie di fine novembre 2016, ottenendo il 44% al primo turno e surclassando Alain Juppé col 66,5% al ballottaggio, Fillon gode di una notevole base di consenso nella base della formazione neogollista, che difficilmente avrebbe digerito un cambio in corsa o un atteggiamento simile a quello tenuto dalla leadership del Parti Socialiste. Dirottando il loro supporto da Benoit Hamon, vincitore delle primarie dell’attuale formazione di governo, a Emmanuel Macron, infatti, il Presidente Hollande, l’ex Premier Valls e i loro seguaci hanno pregiudicato le scarse possibilità del primo senza al tempo stesso contribuire a un aumento della base di consenso del secondo, che anzi non ha ricevuto dividendi positivi dall’aperto endorsement della classe politica con cui si è sempre dichiarato in aperta discontinuità. Il voto dei socialisti delusi è stato convogliato sulla piattaforma elettorale della France Insoumise; in campo repubblicano, invece, l’aperto diniego di Juppé circa la possibilità di subentrare a Fillon e il compattamento del partito dietro al candidato hanno sicuramente evitato una fuga di consensi che, con ogni probabilità, avrebbe favorito il Front National di Marine Le Pen.Il rassemblement dietro Fillon è stato al tempo stesso favorito dalla pervasività di alcune specifiche prese di posizione del candidato repubblicano sullo zoccolo duro del suo elettorato: prima ancora delle annunciate politiche thatcheriane di taglio alla spesa pubblica e riduzione del numero dei dipendenti pubblici di 500.000 unità, sono i richiami conservatori di Fillon ai valori tradizionali della società francese, alla famiglia in primis, a garantirgli il sostegno dei tradizionali votanti della destra francese. Le proposte law & order in campo giudiziario (tra cui si segnala lo stabilimento dell’età per la perseguibilità penale dei cittadini a 16 anni) rappresentano un ulteriore richiamo alle componenti più conservatrici della società francese; non è infatti un mistero che proprio dal gruppo ultraconservatore Sens Commun vengano i più decisi, tenaci e convinti proclami di sostegno all’ex Primo Ministro.Il radicamento territoriale del partito, il compattamento di Lés Republicains attorno a Fillon e la capacita di quest’ultimo di non alienarsi i consensi dei gruppi maggiormente favorevoli alla sua candidatura hanno garantito delle residue possibilità di vittoria ai gollisti; le elezioni francesi si decideranno sul filo di lana e, anzi, anche i residui sondaggi rischiano di essere scarsamente indicativi. Incertezza e indecisione, infatti, regnano sovrane, e circa un terzo dell’elettorato potrebbe decidere nella giornata stessa di domenica il suo voto definitivo: il senso di precarietà che aleggia attorno al primo turno del 23 aprile ha portato questa giornata ad essere cruciale tanto quanto il decisivo ballottaggio del 7 maggio. Il richiamo alla stabilità di Fillon sembra stonare con questo contesto: sebbene eventuali sondaggi per il ballottaggio lo vedono sconfitto da tutti i potenziali avversari, eccezion fatta per Marine Le Pen, non è detto che la concretizzazione di una rimonta insperata sino a poche settimane fa potrebbe, in ultima istanza, rilanciare le prospettive di Fillon di poter completare in maniera vittoriosa la sua corsa all’Eliseo.
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