Sebastian Kurz e il suo Partito Popolare Austriaco (Ovp) sono i vincitori indiscussi della tornata delle elezioni europee celebrata dal Paese mitteleuropeo. Con il 34,9% di consensi l’Ovp sfonda i risultati delle ultime elezioni politiche, incrementa i suoi voti del 7% rispetto al 2014 e rafforza la sua posizione di centralità nel panorama politico nazionale.
Kurz ha avuto gioco facile nel drenare consensi dai populisti del Partito della Libertà (Fpo), che scendono al 17% e sono travolti dall’onda lunga dello scandalo che ha costretto l’ex vicecancelliere Strache alle dimissioni, aprendo alla crisi del governo austriaco che Kurz ha accelerato nelle scorse giornate, conscio della necessità di un controllo ferreo dell’agenda politica in vista del voto europeo.
“Occasione persa, invece, per i socialdemocratici, pressoché stabili rispetto al 2014 (23,5 contro 24,1), ma incapaci di sfruttare le difficoltà della maggioranza parlamentare per riguadagnare voti. In forte aumento l’affluenza che ha sfiorato il 60% degli aventi diritto”, sottolinea Il Sole 24 Ore.
“È un risultato brillante: il migliore di tuti i tempi, il vantaggio più ampio di sempre sul secondo partito”, ha subito commentato Kurz. Questi esce fortemente potenziato dal voto, ma dovrà oggi stesso affrontare l’incognita del voto di sfiducia in Parlamento contro il suo governo a cui Kurz ha imposto un rimpasto basato sulla sostituzione dei ministri della destra Fpo con civil servants, funzionari di carriera o tecnici per traghettare l’amministrazione del Paese alle prossime elezioni politiche, che si terranno a settembre.
Kurz ha un’ambizione: puntare al governo in solitaria. Ma per farlo dovrà rafforzare la sua presa sulla politica nazionale e, in questo contesto, lo smacco di una sfiducia non gli faciliterebbe il cammino. La Ovp ha bruciato due alternative di governo in un biennio: in primo luogo la Grande Coalizione coi socialdemocratici, in seguito l’asse con la Fpo, liberista in politica economica e vicino ai Paesi Visegrad in materia di politica estera. Ora l’enigma è capire se Kurz sarà capace di andare in solitaria, amplificando il gap con gli altri partiti puntando sul ritorno al bipolarismo, o se dovrà studiare un nuovo accordo di coalizione. Che potrebbe riguardare, ad esempio, i liberali di Neos, quarta forza al parlamento europeo. Come per il caso tedesco, anche in Austria le elezioni europee sono funzionali al riallineamento politico interno. La situazione è in via di evoluzione, ma c’è un vincitore chiaro. Che fin da oggi si giocherà carte importanti per il suo futuro politico.