Sono meno di mezzo milione i maltesi chiamati alle urne per queste elezioni europee, i cittadini dell’arcipelago del Mediterraneo devono eleggere sei eurodeputati ed il voto anche da queste parti appare molto atteso. Del resto non mancano le curiosità che caratterizzano le consultazioni a Malta: qui passano molti dossier importanti per l’Europa, a partire da quello dei migranti così come anche quello sulla Libia, per non parlare dei traffici illeciti e del clima di tensione dopo l’uccisione della giornalista Daphne Caruana Galizia. Capire la direzione politica di Malta, peraltro unico paese a crescere con percentuali oltre il 6% in Europa, non è quindi affare di poco conto.

Il nuovo trionfo dei Laburisti

Già dai primi dati ben si comprende di come i maltesi scelgano nuovamente, anche in queste elezioni europee, di dare fiducia al Partito Laburista. La formazione di centro – sinistra, che porta quindi in Europa 4 dei 6 deputati maltesi, è al governo a La Valletta dal 2013 con il premier Joseph Muscat. Per lui una nuova riconferma, nonostante le polemiche in cui piomba negli anni passati specie dopo la tragica morte di Daphne Caruana Galizia. Secondo gli ultimi rilevamenti, al Partito Laburista va il 56% dei consensi. Una percentuale molto ampia, che denota una maggioranza nel paese che negli ultimi sei anni non appare subire significative variazioni.

Malta è un paese dal bipolarismo quasi perfetto: esiste infatti, oltre al Partito Laburista, soltanto un’altra formazione politica in grado di contendersi la vittoria elettorale ed il riferimento è il Partito Nazionalista. Quest’ultimo rappresenta il centro – destra maltese e negli anni, prima del 2013, si alterna con i laburisti alla guida del governo. In questa tornata per le europee, il Partito Nazionalista ottiene il 36.20% dei voti. Una distanza di venti punti percentuali pieni, che denota come l’elettorato maltese promuova a pieni voti l’attuale esecutivo.

L’affluenza è in calo rispetto a cinque anni fa, pur tuttavia appare ancora comunque molto elevata in relazione ad altri paesi europei: alle urne infatti vanno il 75% degli aventi diritto.

Il possibile ruolo di Malta

C’è un piccolo dettaglio che riguarda l’arcipelago e che potrebbe essere importante per il futuro: Malta, assieme all’Irlanda, è l’unico paese dell’Ue in cui l’inglese è la lingua ufficiale al di fuori della Gran Bretagna. Quando la Brexit sarà operativa, l’inglese può rimanere tra le lingue comunitarie grazie ad irlandesi e maltesi. Diversamente, proprio la lingua più diffusa al mondo a livello commerciale avrebbe rischiato di rimanere solo forzatamente nel rango dell’ufficialità. Un picciolo esempio emblema di come Malta, nonostante la sua dimensione molto ridotta, è importante nell’economia politica dell’Ue.

Come detto, da qui passano molti dossier vitali per il Mediterraneo: crisi libica, con alcune sedi di istituzioni libiche ancora presenti a La Valletta, crisi migratoria soprattutto ma anche questioni legate alla sua fiscalità che spesso trasforma Malta in un piccolo paradiso fiscale, non del tutto fuori da sospetti ed ambiguità. Sono alcuni degli elementi che fanno di questo piccolo paese uno snodo cruciale dell’Ue nel Mediterraneo. Per questo viene considerato importante, alla vigilia delle europee, osservare gli sviluppi politici maltesi. La riconferma di Muscat fa pensare, almeno nell’immediato, ad una certa continuità nelle azioni politiche ed economiche del governo di La Valletta.





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