Le isole Curili sono un arcipelago che si snoda dalla penisola della Kamcatka sino ad Hokkaido, la più settentrionale delle isole del Giappone e sono al centro di una disputa territoriale sulla loro sovranità tra Mosca e Tokyo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Nella giornata di lunedì due cacciabombardieri Sukhoi Su-35S “Flanker E” sono atterrati all’aeroporto dell’isola di Iturup (Etorofu per Tokyo) nel quadro di una esercitazione per la “difesa dei confini” che ha visto coinvolte anche truppe di una divisione di fucilieri motorizzata sbarcati da elicotteri per eliminare “un gruppo di ricognizione sovversiva di un nemico convenzionale” come riporta un comunicato del ministero della Difesa russo.

I velivoli militari, atterrati nelle isole contese per la prima volta nella storia, sono decollati da una base aerea nel territorio estremo orientale della Federazione Russa di Khabarovsk suscitando le vive proteste del governo nipponico. Il ministro degli Esteri di Tokyo, Taro Kono, ha infatti dichiarato che “questo porta al rafforzamento dell’esercito russo nel Territorio del Nord che è incompatibile con le nostre posizioni in merito alle isole”.

La Russia ha infatti aperto un nuovo aeroporto su Iturup nel 2014 dotato di una pista lunga 2300 metri sufficienti a permettere l’atterraggio ed il decollo di velivoli militari e civili di media grandezza ma non abbastanza da permettere il decollo di un An-124 a pieno carico o di un 747, che abbisognano di una lunghezza di 3000 metri. La costruzione era cominciata nel 2007 per rimpiazzare l’aeroporto già esistente che era più soggetto alle avverse condizioni meteo per via della sua prossimità alle spiagge dell’isola bagnate dal Pacifico, almeno questa era la versione ufficiale di Mosca. Il nuovo aeroporto infatti è posto nella zona centro settentrionale dell’isola, nella regione Ozero Reydovoye distante circa 45 km da quello vecchio, sito all’estremità meridionale della baia di Tankappu-wan.

L’esercitazione con l’impiego di caccia che hanno fatto scalo nell’isola contesa ha fatto seguito all’autorizzazione da parte del primo ministro Medvedev per l’utilizzo delle installazioni aeroportuali a scopi militari. Il 30 gennaio scorso, infatti, è stato siglato un decreto che permette alle Forze Armate russe di utilizzare l’aeroporto civile di nuova costruzione, firma che ha provocato apprensione nel governo di Tokyo dopo il dispiegamento, avvenuto nel 2016, di alcuni sistemi antinave come il “Bal” (SS-C-6 “Sennight” in codice Nato) nell’isola di Kunashiri e del ben noto K-300P “Bastion” (SS-C-5 “Stooge”) sempre a Iturup/Etorofu.

L’anno successivo, ad ottobre del 2017, informazioni provenienti da un alto rappresentate della Camera Alta del Parlamento russo hanno fatto venire “il mal di testa” al governo giapponese: secondo queste indiscrezioni Mosca avrebbe l’intenzione di costruire un porto di grandi dimensioni nelle Curili atto a ricevere il naviglio militare di più grosso tonnellaggio come incrociatori o sottomarini lanciamissili balistici. Il ministero della Difesa avrebbe già individuato la località adatta: la remota isola vulcanica di Matua, 430 km a nord-est di Iturup.

Iturup, insieme a Shikotan, Kunashir ed alle piccole Habomai, è una isola delle Curili che la Russia si è annessa unilateralmente alla fine della Seconda Guerra Mondiale ed è la più grande del gruppo. La questione delle isole, mai risolta nonostante il Trattato di S. Francisco del 1951 in cui si disponeva che il Giappone dovesse abbandonare ogni pretesa sulle isole ma, un po’ bizantinamente, non si riconosceva la sovranità dell’Unione Sovietica su di esse, è il motivo principale per cui formalmente tra i due Paesi vige ancora lo stato di guerra, non essendo mai stato siglato il trattato di pace da parte di Mosca. Un tentativo di accomodamento tra le parti del 1956 in cui l’Unione Sovietica propose di riconsegnare le isole di Shikotan e Habomai fu bloccato dagli Stati Uniti che imposero al Giappone di rifiutare l’offerta minacciando di continuare l’occupazione militare e la giurisdizione dell’isola di Okinawa, dove ha sede la base aerea Usa di Kadena. In ogni caso si giunse alla firma di un accordo provvisorio tra le parti che pose fine, almeno tecnicamente, allo stato di guerra tra Giappone ed Unione Sovietica, ma che non fu il preambolo di un’intesa permanente proprio per la questione delle isole contese.

Offerta di cessione delle isole che fu ripetuta da Putin nel 2006 con la controparte della rinuncia giapponese alla sovranità delle altre due isole, che rappresentano la maggior parte dell’estensione territoriale della contesa, e che pertanto fu rifiutata da Tokyo, che poco tempo dopo si adoperò per una campagna di propaganda mediatica per ribadire la propria sovranità sulle isole che non fu affatto digerita da Mosca.

In ballo, oltre alle questioni del controllo delle zone di pesca – attività economica fondamentale per Tokyo – c’è soprattutto il controllo delle rotte commerciali e militari del Pacifico nord occidentale: la Russia infatti ha bisogno di estendere il proprio ombrello difensivo per proteggere i propri “bastioni” marittimi che vanno dal Mar di Kara sino al Mar di Okhotsk.

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