Si allarga la cerchia di chi sospetta Erdogan di “autogolpe”. Troppe le cose che non tornano, così anche il presidente della Repubblica Araba di Siria Bashar al Assad – in occasione della riunione di domenica a Damasco con la delegazione del Fronte Arabo Porgressista (Fap) – ha concentrato la sua attenzione sugli evidenti benefici che il putsh fallito ha comportato per il sultano della mezzaluna.Per approfondire: Perché il golpe è fallitoIl capo di Stato, al termine dei colloqui con il presidente Fap Najah Wakim, si è “sbottonato” con il quotidiano libanese Al-Akbhar facendo il punto sui recenti sviluppi della situazione turca.Da quando Recep Tayyip Erdogan ha ripreso le redini del paese ha dato il via a purghe ferocissime. A due giorni dal mancato golpe, i dati ufficiali diffusi dal ministro degli Esteri turco parlano di 6mila presunti cospiratori arrestati. Molti dei quali, secondo Reuters che cita le dichiarazioni rilasciate stamani dal commissario europeo Johannes Hahn, ben prima del tentato colpo di mano, erano già inseriti nella lista nera delle persone non gradite al sultano.Proprio su questo ragiona Bashar che invita a riflettere sui vantaggi ottenuti da Erdogan. Nelle ore che hanno seguito il tentato colpo di stato, Recep, ha addirittura chiesto agli Usa l’estradizione del suo acerrimo nemico il predicatore Fethullah Gulen accusandolo di essere il deus ex machina della cospirazione.Per approfondire: Inizia il massacro dei curdi in Turchia?Le parole del leader siriano sembrano ventilare l’ipotesi di un coinvolgimento di Ankara nel golpe fallito dello scorso venerdì. “Sebbene il quadro sia molto complesso e poco chiaro – ha detto Assad – non dobbiamo escludere la possibilità che Recep Tayyip Erdogan, il presidente turco, si sia servito dell’accaduto per eliminare avversari militari, istituzioni giudiziarie e politiche”.Nelle dichiarazioni di Bashar non è mancato anche il riferimento al conflitto siriano. Il presidente ha ricordato che “il futuro della Siria è legato al campo di battaglia” escludendo ogni possibilità di negoziazione o “riconciliazione con i gruppi terroristici sostenuti dall’estero”. La massima autorità siriana, che si è mostrata ottimista rispetto alla definitiva riconquista di Aleppo, ha anche ringraziato la Russia, l’Iran e il Movimento della Resistenza Islamica in Libano (Hezbollah) per il sostegno dato in questi mesi cruciali.





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