Elon Musk, l’imprenditore universale con interessi che spaziano dalle autovetture (Tesla) alle costruzioni (The Boring Company), passando per l’intelligenza artificiale (Neuralink) e la colonizzazione extraterrestre (SpaceX), sta cercando di aprire un canale di dialogo con la presidenza russa e ha affidato a Twitter il proprio messaggio.
La chiamata di Musk
La mattina del 13 febbraio, Elon Musk, l’uomo più ricco del pianeta, ha utilizzato Twitter per rivolgersi al Cremlino, o meglio a Vladimir Putin. Il fondatore di Tesla ha scritto due tweet, a distanza di dieci minuti l’uno dall’altro, per invitare il presidente russo – il cui profilo ufficiale è stato taggato – ad avere una conversazione sul social network del momento, Clubhouse.
Al primo tweet, scritto in lingua inglese, ha fatto seguito un messaggio in lingua russa (было бы большой честью поговорить с вами) che, tradotto, significa “sarebbe un grande onore parlare con voi”; una vera e propria diplomazia del corteggiamento pianificata nel dettaglio – la scelta del “voi” (corrispondente al “lei” in italiano) in luogo del “tu” è indicativa della cura impiegata per scrivere il breve, ma incisivo, cinguettio.
La diplomazia ai tempi di Twitter ha colto nel segno: nella giornata del 15, Musk ha ricevuto una replica da Dmitrij Peskov, il portavoce ufficiale della presidenza russa, che ha definito la proposta “indubbiamente, molto interessante”. Spiegando che “vogliamo, prima di tutto, dare un senso a questo [al tweet]”, Peskov ha lasciato intendere che il Cremlino è in attesa di ricevere maggiori dettagli: “abbiamo bisogno di capire cosa voglia dire, su cosa sia l’offerta, prima abbiamo bisogno di verificare questo, e poi risponderemo”.
Che cosa potrebbe volere Musk?
In assenza di ulteriori dettagli, sulla natura dei moventi di Musk possono essere elaborate soltanto congetture basate sugli accadimenti recenti, come la questione Starlink, e sugli interessi convergenti in settori di comune interesse, in primis spazio e intelligenza artificiale.
Starlink è un progetto targato SpaceX, la compagnia aerospaziale di Musk, che sta conducendo alla realizzazione di una costellazione di mini-satelliti nell’orbita terrestre bassa. Scopo (apparente) della rete, costata l’esorbitante cifra di dieci miliardi di dollari, è garantire l’accesso universale ad internet satellitare in banda larga e a bassa latenza, ma l’esercito di mini-satelliti – circa dodicimila – potrebbe essere reimpiegato per scopi militari e di monitoraggio dell’area circostante.
La costellazione di satelliti, in breve, potrebbe fungere da paravento per coprire operazioni tutt’altro che innocue – da qui l’interesse delle forze armate statunitense nei confronti del progetto –; perciò il governo russo sta valutando l’introduzione di sanzioni monetarie atte a disincentivare l’utilizzo di Starlink da parte di singoli ed enti. Non è da escludere che Musk voglia discutere dell’argomento con Putin, fornendo rassicurazioni sulla rete e, magari, offrendo delle garanzie in termini di accessibilità e controllabilità da parte delle autorità.
Sul tavolo, comunque, potrebbero anche trovarsi la collaborazione nei campi dell’intelligenza artificiale – Musk sta investendo in maniera crescente sui progetti di Neuralink, e il Cremlino è alla ricerca di cervelli e collaborazioni nell’ambito di un piano per dominare il settore – e della nuova corsa allo spazio – il visionario imprenditore è proprietario di SpaceX, ha un’agenda spaziale “privata” e nei mesi scorsi aveva pungolato la Roscosmos.